Fai vincere la lealtà verso i cittadini e verso il Paese.
Paolo Rossi   rossi_paolo@camera.it
inserito il 1/4/2008 alle 13:43

 

La scelta di Milano quale città che ospiterà l'Esposizione universale del 2015 rappresenta prima di tutto un'occasione da non perdere: non solo una vetrina luminosa e un'occasione di sviluppo per la Lombardia e per l'Italia, ma un punto di osservazione, una finestra aperta su un Paese in cui sempre più insistita si avverte la necessità del cambiamento e, conseguentemente, di riforme adeguate – questo credo costituisca un punto fermo sia per il centrodestra sia per il centrosinistra – a fronte della grande trasformazione cui già da anni stiamo assistendo.
Temo sia meglio ignorare i fischi e le contraddizioni strumentali che si sono levati da parte del pubblico, subito dopo aver ottenuto conferma del successo: in una politica quanto mai divisa su grandi e piccoli temi, segnata talvolta dalla capricciosità di taluni, da clamorose dichiarazioni e monumentali smentite, si dimentica spesso che a vincere è sempre la squadra, mai il singolo.
Mi piace pensare, insomma, che questa di Milano non sia la vittoria di Prodi né di Berlusconi, ma sia semplicemente una vittoria di tutti.
In tal senso l'Expo può rappresentare, al tempo stesso, sia un fine sia un mezzo. Il fine perché, da sempre, le Esposizioni universali hanno costituito una chiave che non gira a vuoto nella porta della modernità: un modo per guardare, al tempo stesso da una prospettiva mirata e grandangolare al contemporaneo. Un mezzo perché sarà incrementata l'occupazione, cresceranno le infrastrutture e il turismo, grazie alle migliaia di visitatori, ma anche un'occasione, dicevamo: perché sarebbe miope esaurire la portata di questo successo alla gara d'appalto per la torre più alta e più bella dell'ultimo architetto di grido. Mi auguro che gli anni che ci separano dall'Esposizione e che serviranno a realizzarla siano un modo per ripensare Milano, il suo hinterland, dove la città slontana e prende forma assumendo una più vera e complessa identità; e di qui la Lombardia (penso in particolare a Malpensa, qualsiasi cosa venga fuori dalla crisi Alitalia) e l'intero Paese.
Se così non fosse l'Esposizione perderebbe la sua forza propulsiva e si ridurrebbe al consuntivo delle presenze e degli espositori: diverrebbe insomma un'Olimpiade soffocata dallo smog, un tappeto lucente, ma sotto il quale albergherebbero la spazzatura della Campania e i ritardi istituzionali, le ischemie di caste e corporazioni che rallentano la crescita e avviliscono le prospettive in divenire, il mondo del lavoro con i suoi morti quotidiani e il circo del calcio che continua a mietere vittime, fra sgomento e preoccupazione, tolleranze zero e paralisi.
Per questo l'Expo milanese vuole e deve essere un modo di guardare con speranza al Paese nella sua totalità, di là da ogni diatriba e soprattutto dallo stanco contenzioso in cui ci si affretta, armati di gesso e cancellino, a stilare graduatorie di buoni e cattivi, di meriti e demeriti.

 

Commenti dei lettori: 2 commenti -
Vedo che Voi politici avete poco da dire per rispondere ai veri bisogni della gente. Se avete bisogno di suggerimenti vi fornisco di seguito l'indirizzo del mio blog Buona settimana. Agostino De Zulian Mail casa: agostino.dezulian@tin.it Blog 1: http://agostino01.blog.lastampa.it/agostino/
Scritto da Agostino il 6/4/2008 alle 15:31
Ben volentieri pubblicizziamo il tuo blog e, visto che noi politici siamo assenti rispetto ai problemi concreti della gente, vedremo di essere diffusamente e con si tanta modestia illuminati sul 'da farsi'.
Scritto da paolo rossi il 6/4/2008 alle 20:37
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