Quando tanta gente 'scende in strada' occorre sempre medidare. Indipendentemente dai 'promotori' dell'iniziativa. Questo vale, ovviamente, anche per la manifestazione della destra di ieri, a Roma. Certo una protesta contro 'l'opposizione' è un fatto unico al mondo. Il Governo deve (dovrebbe) fare, l' Opposizione deve (dovrebbe) criticare. Questo in una democrazia 'normale'. Ma si sa, noi siamo speciali. Vi ricordate anche durante il tanto vituperato Governo Prodi?: Rifondazione Comunista, forza, in quel periodo, di governo, andò in piazza contro il suo stesso governo. Schizzofrenia italica. O forse, più semplicemente, Paese immaturo. Nel caso di ieri mettiamola così: manifestare contro chi non ha le 'redini del potere' sa molto di iniziativa mediatica, di copertura. Occorre distogliere l'italiani dai problemi veri, nascondere le mancanze, limitare i danni che derivano dalla propria incapacità di risolvere i nodi più importanti, evocare 'cattivi fantasmi', nemici immaginari, scorgere ' pericolosi comunismi' dietro ogni angolo'. Tra le tante dichiarazioni mi è piaciuta quella del mio segretario, Bersani. Simpatica ma amara: "il giuramento letto all'unisono dai candidati-sudditi alle varie presidenze regionali nelle mani dell'imperatore è stato un atto teatrale, tragicomico. Un gesto formale che consegna l'autonomie delle Regioni nelle mani di un solo uomo". Vero. Vedere poi uno sportivissimo Formigoni 'saltellare' a vuoto sul palco  mi fa pensare a quanto 'sem cunscià' anche nella nostra Lombardia. E che dire dei candidati leghisti uniti al coretto e allineati da buoni 'valvassini' al volere di un Capo che guida il più 'centralista' e 'borbonico' governo della storia d'italia? Il tuono che provocano quando sono dentro i confini della loro terra, arrivati a Roma, raggiunge al massimo l'intensità di un peto.