Fai vincere la lealtà verso i cittadini e verso il Paese.
Paolo Rossi   rossi_paolo@camera.it
inserito il 9/4/2010 alle 14:20

9 Aprile 1970. Quarant'anni fa, proprio oggi, l' Ignisvarese (volutamente tutto attaccato e senza trattino) vinceva la sua prima Coppa dei Campioni di basket. L' avvio di dieci anni di grandi e stellari successi che hanno portato ai piedi del Sacro Monte altri quattro 'allori europei'. Varese: 'la città giardino' ma anche la patria della pallacanestro conosciuta in tutta Europa ed oltre (anche due coppe intercontinentali). Varese con tifosi in tutta la penisola (isole comprese) da Bolzano a Palermo proprio come nel più 'popolare' calcio per Inter, milan e juve (l'ordine non è casuale così come le maiuscole e le minuscole). Anni esaltanti ed anni de la mia 'meglio gioventù' (1958). Fuori dal Franco Ossola (con il Varese in A) e subito dentro al Palazzetto, e poi le trasferte, le 'scazzottate (ma eravamo allora a livelli dei ragazzi della via Pal), il tutto corredato dalle foto sui giornali (il giornale: La Prealpina) e con la tv rigorosamente in bianco e nero. Probabilmente, adesso che ci penso, eravamo in bianco e nero anche noi. Per quelli della mia generazione Ignisvarese evoca anni meravigliosi, semplici, domestici e puliti. Anni, appunto, fatti di famiglia, di primi amori, di amicizia, sport ed anche un pò di politica. 

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 8 commenti -
Una descrizione che è un fedele spaccato del vivere quei tempi andati, di intensa umanità e, oseremmo dire, fraternità... C'era più ricchezza nei rapporti umani, appunto, anche se si era un pò poverelli (almeno noi). Oggi c'è tanta ricchezza materiale ma, ahinoi, molta povertà umana. Bianco e nero, colori comunque netti, ben distinti... oggi è tutto grigiore, nebbia in valle... umana! Non lo ricordiamo (più) ai nostri figlioli, preferiscono i mille ed intensi colori di oggi.
Scritto da Malinconia il 9/4/2010 alle 16:13
Molto varesino e molto "amarcord" questo post. Ho avuto la tua stessa impressione alcuni anni fa quando, in una mostra fotografica dedicata alla città con le foto dell'archivio di mio papà, ho ritrovato, tra tante immagini di un "allora" nemmeno troppo lontano, molti scatti dedicati all'Ignisvarese (mi adeguo volentieri al senza trattino). E' bello guardarsi indietro ogni tanto non per nostalgia (che non manca certo) ma per ricordarsi che il passato, ogni passato personale e (continua)
Scritto da Luisa Oprandi il 9/4/2010 alle 16:47
collettivo è nel nostro oggi. A tutti i livelli, in tutti gli ambiti della vita. Serve per capire, onestamente correggere se serve e dove serve, riconsocere i valori ineliminabili, smussare gli angoli di comportamenti e carattere...Senza paternalismi mi affido alle parole di Bernardo di Chartres "Siamo nani sulle spalle di giganti". Un mio professore di liceo aveva dedicato ore a questa riflessione. I miei alunni in questi giorni ne stanno parlando. (continua)
Scritto da Luisa Oprandi il 9/4/2010 alle 16:54
E allora in questa ignisvarese nel cuore di tanti ritroviamo quella parte bella della vita che ha costruito con il suo quotidiano di gioie, amori, fatiche e ricerca di sè quello che siamo oggi.
Scritto da Luisa Oprandi il 9/4/2010 alle 16:57
Apprezzo molto questo spazio in cui si passa da argomenti di carattere poitico a riflessioni sul territorio, la gente, finanche lo sprot. Lo interpreto come intelligenza e come aprtura, forse addirittura potremmo dirlo un nuovo modo di fare i politici, non solo attenti ai calcoli, alle alleanze, ma ai segnali che arrivano da ciò che abbiamo attorno.
Scritto da Francesco il 10/4/2010 alle 12:39
Volentieri mi fermo a leggere sul blog di un politico qualcosa che non parla di politica tout court, almeno respiro un po', dopo tutto il gossip post elettorale di chi cantava vittoria e di chi sghignazzava delle disgrazie altrui. Meno male che qualcuno comincia a capire che la gente vuole parlare di politica ma non solo, io lo colgo come segnale di larghezza di vedute. L' Ignis? Grande squadra che vale la pena ricordare, perchè si fa un regalo ai varesini anche.
Scritto da Massimo il 10/4/2010 alle 19:35
Interessante quello che lei dice sulla possibilità di guardrsi indietro e pentirsi sconsolato. Sa perchè le dico questo? Perchè discutendo con mia figlia ho scoperto che una sua insegnante ha detto di Leopardi che c'è una sorta di voglia di guardare avanti anche in mezzo allo sconforto del giovane di Recanati. Il pentimeno infatti presume la voglia di ripartire, di non fermarsi solo a rimpiangere, in questo senso apprezzo la sua riflessione sul passato.
Scritto da Giovanni il 11/4/2010 alle 10:26
Direi che potreste applicare questo concetto basilare (che approvo) anche alla politica, cioè guardarsi indietro, magari con un po' di nsotalgia per politici di un certo livello che c'erano e non ci sono più, ma non fermarsi e avere voglia di ripartire.
Scritto da Massimo il 11/4/2010 alle 15:36
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