Fai vincere la lealtà verso i cittadini e verso il Paese.
Paolo Rossi   rossi_paolo@camera.it
inserito il 9/6/2010 alle 21:52

L' UE ha posto l'ultimatum all' Italia: se non equiparerà immediatamente l'età pensionabile nel settore pubblico, elevando quella delle donne da 60 a 65 anni (come è per gli uomini) sarà deferita alla Corte di Giustizia Europea e dovrà pagare una multa salata. Un discorso ineccepibile, ma solo sulla carta. Bisogna infatti considerare che nel nostro Paese non esiste ancora uguaglianza di trattamento sul lavoro tra i generi, sia nella retribuzione sia nella progressione di carriera. Non c'è poi parità perchè non si considera, per la donna, la conciliazione tra lavoro e impegni familiari, nei congedi parentali e nelle misure di protezione sociale durante gli anni lavorativi (asili, scuole a tempo pieno a sufficienza per non obbligarle a svolgere un doppio lavoro, impegno per la cura dei figli e/o della casa). Anche queste sono richieste vincolanti da parte della Commissione Europea, eppure nessuno ha mai imposto obblighi di adeguamento tanto meno, controlli. Ci sarà pure una ragione se l' Italia è il Paese in Europa con i più bassi livelli di occupazione femminile e se anche in pensione gli uomini ricevono il 64% rispetto all'ultimo stipendio, mentre le donne il 46%.  Sacrosanto chiedere alle donne gli stessi obblighi degli uomini, ma solo quando ci sarà anche reale parità di diritti.  Viceversa, e lo dico da uomo, non vale.

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 7 commenti -
L'epoca del femminismo è terminata anzitutto per noi donne. Di quel femminismo rivendicativo e urlato di decenni fa. Ora le donne chiedono diritti, chiedono opportunità lavorative non diverse da quelle dell'uomo. Chiedono una società e delle amministrazioni che abbiano cura di promuovere situazioni favorevoli al lavoro femminile, che non le obblighino a rinunciare ad essere occupate perchè non eistono asili e scuole con orario anche pomeridiano per tutti e non solo per i ricchi.
Scritto da Marianna il 10/6/2010 alle 08:16
Pari opportunità significa non essere discriminate. Leggiamola così e capiamo meglio il concetto. Condivido il post che è "dalla parte di equilibri sociali che troppo spesso mancano".
Scritto da Rosa il 10/6/2010 alle 08:29
Ci vogliono più donne nei comuni perchè siano fatte scelte che aiutino le famiglie e le donne lavoratrici.
Scritto da Pino il 10/6/2010 alle 15:07
Ma una politica con più donne non piace agli uomini. Questo è il problema. Provate a proporre un' inversione di tendenza: 2/3 donne e 1/3 uomini nelle prossime liste comunali a Varese, una donna alla guida del PD provinciale e una a guida del PD cittadino. Vedreste come cambierebbero le cose in meglio ovviamente. Altro che rivoluzione d'ottobre. Ma non ho mai sentito nè Tosi nè Marantelli sostenre seriamente una politica femminile.....
Scritto da Angelino il 10/6/2010 alle 15:12
Le donne sono costrette a fare il doppio lavoro, di cui uno in casa. Qualcuno di questo si accorge? Comodo per la Commissione europea paragonarci alla Norvegia dove esistono tutte le facilitazioni in termini di asili, scuole a tempo pieno, addirittura orari flessibili apposta per le donne
Scritto da Letizia B il 10/6/2010 alle 15:15
Niente da aggiungere. Da diffondere.
Scritto da FrancescoG. il 10/6/2010 alle 18:52
Intanto grazie per questa riflessione. Ci si accorge che se si trattano argomenti di carattere sociale come questo regna il silenzio. Se invece si trova l'occasione per iniziare e continuare una bagarre politica tutta interna al PD, attaccando alcuni e difendendone altri, si arriva a 70 commenti. E' quindi facile capire, quando ciò succede, la matrice di quegli stessi commenti. Lei continui così senatore, che la gente apprezza.
Scritto da Mario il 10/6/2010 alle 21:46
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