Fai vincere la lealtà verso i cittadini e verso il Paese.
Paolo Rossi   rossi_paolo@camera.it
inserito il 21/6/2010 alle 15:28

 Non poteva mancare anche questa. L'ultima, fresca polemica che il pd offre a se stesso ed alla opinione pubblica è, udite udite, se fra di noi dobbiamo chiamarci compagni o amici. Per qualcuno, infatti, il 'compagni'  evoca un' appartenenza lontana, superata dalla storia ed inadatta per un partito nuovo. Può darsi sia vero. Io, quando mi capita, dico 'compagni ed amici', insieme,  perchè mi pare sia rispettoso di un percorso e, forse, è più completo. Ma il punto, ovviamente, non sta qui. Prima il simbolo per qualcuno, graficamente inadatto, ora il problema dei problemi è come chiamarci fra noi. Scusate ma chi se ne frega. Il problema è di contenuto, di identità, in sintesi la questione è: che partito vogliamo essere? Un partito retaggio del passato o un' organizzazione politica moderna ed adatta ai mutamenti in atto? Se scontro ci deve essere almeno che sia profondo e su contenuti essenziali . L' effimero lasciamolo ad altri.  Piantiamola di guardarci il fondo schiena a vicenda e facciamo, con spirito costruttivo, un' opposizione intelligente e propositiva. Materiale su cui lavorare ne abbiamo molto. Sono reduce, per esempio, dall' Assemblea provinciale dell' Unione Industriali tenutasi a Malpensafiere. Tutto molto bello, curato ed impeccabile, sia chiaro, ma non una parola, dicasi una parola, sulla situazione della nostra provincia e sul nostro territorio. Zero di zero. Intendiamoci, l'intervento del Presidente Graglia è stato originale ed intelligente ma la nostra realtà è la nostra realtà e, forse, qualcosa andava detto. La brava Marcegaglia poi, nel suo intervento di chiusura, sembrava anche lei un Ministro del Governo Berlusconi (carica che per altro ha sfiorato). Non ho la sfera di cristallo ma sono certo che se Presidente del Consiglio fosse stato Prodi, a parità di risultati, l' Esecutivo, in un'occasione del genere, sarebbe  stato 'sbranato'.  Invece niente, tutto soft e tanta 'delicatezza' perchè, evidentemente, sul fronte governativo è tutto ok (se ne accorgeranno!).  Allora dico io: lavoriamo, per esempio, su queste cose, facciamoci sentire, 'diciamo qualcosa da oppositori'  (parafrasando, in parte, il buon Moretti) e lasciamo da parte la 'questione'  del 'compagni o amici' che è 'aria fritta e rifritta'.

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 3 commenti -
Molto bene, Rossi. C'è chi non ha altro da pensare che fare polemiche inutili ( e un po' stupide ). " Non ti curar di loro ma guarda e passa", diamo retta al sommo poeta. Sulla situazione economica della nostra provincia dovremmo fare un approfondimento collettivo e precisare le nostre proposte. Ognuno deve fare una metamorfosi, dice Graglia. Non può essere più preciso ?. E' la richiesta degli stessi industriali i quali si accontentano sempre meno delle parole della Marcegaglia.
Scritto da A.Vaghi il 21/6/2010 alle 20:02
Il problema degli amici o compagni (adesso qualcuno si metterà anche a disquisire sull'ordine dei due termini) è irrilevante. Io li chiamo tutti per nome e faccio prima. E se condividiamo qualcosa siamo amici. Se mi dicono compagna, anche se non provengo dall'esperienza della sinistra, mi va bene lo stesso. L'unica cosa in cui credo è che il senso del fare politica è stare nella realtà, viverla, leggerla, cercare strade percorribili per cambiarla.
Scritto da Luisa Oprandi il 21/6/2010 alle 23:49
Il rapporto governo-categorie diventa duro quando il governo vuole creare equilibrio tra le rendite di posizione/patrimoniali e quelle da lavoro/innovazione. Oggi, invece, si fa altro. I populisti destrorsi gridavano allo stato di polizia fiscale di Visco. Fecero presa. Ora, invece, tacciono e caricano il risanamento sui soliti noti. La questione compagni/amici. L'attore (con questi si che vinciamo...) è stato fuori luogo. Non lo ammetteranno mai. L'uomo andava lasciato nel suo brodo.
Scritto da FrancescoG. il 22/6/2010 alle 08:49
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