Fai vincere la lealtà verso i cittadini e verso il Paese.
Paolo Rossi   rossi_paolo@camera.it
inserito il 20/7/2010 alle 16:03

Vorrei soffermarmi sulla scomparsa di Eleonora Chiavarelli la moglie di Aldo Moro e  ricordare parte della struggente ed ultima lettera che lo statista democristiano le scrisse poche ore prima di essere barbaramente ucciso. "Dolcissima Noretta, vorrei capire con i miei piccoli occhi mortali come ci si vedrà dopo. Se ci fosse luce, sarebbe bellissimo".  Mi hanno da sempre colpito la dignità e la rabbia, profonda ma composta, di questa donna mite e nel contempo forte, la qualità e l'intensità dirompente di un amore privato. Comprendo tutta l' intransigenza ed il suo silenzioso e mai ostentato dolore, che hanno scandito gli anni trascorsi da quel tragico momento che le ha segnato la vita. Di fronte ad un Paese, da allora ad oggi, sempre più alla deriva, pur riconoscendo 'ragion di Stato' che hanno determinano scelte e comportamenti in quei precisi e drammatici momenti storici, trovo del tutto vacua e labile quella 'fermezza' che alla fine ha prodotto solo il risultato di distruggere una vita ed una forse ordinaria, ma pur sempre inviolabile storia di amore.

Categoria: Persone
Commenti dei lettori: 23 commenti -
Pochi minuti prima di leggere questo post che, fuori di retorica, definirei "una carezza sull'anima", ho lasciato un commento su quello di Giuseppe. Mi scuso quindi per la ripetizione dei sentimenti. Da donna mi sono sempre chiesta come si sarebbe potuto pretendere che lei accettasse il sacrificio dell'uomo della sua vita in nome della "ragione di Stato". Soprattutto guardando ai tanti arraffoni che poi hanno interpretato la politica come potere personale.
Scritto da Luisa Oprandi il 20/7/2010 alle 17:02
Non ho altre parole che quelle lette in questo post, caro Rossi. Rispettiamo Eleonora Moro e suo marito, pdre dei loro quattro figli, consapevolmente portato sul calvario della politica. Ora questa fermezza dove è finita? Questa intransigenza dove risiede? Nel nepotismo, nell'assegnare incarichi ai propi amici, al medico curante, alle sorelle del proprio chirurgo estetico? Pensate cosa avrà mai sofferto questa donna vedendo lo scempio istituzionale degli anni successivi a via Caetani...
Scritto da Borghi. S. il 20/7/2010 alle 17:08
E poi c'è un libro bellissimo, LA CASA DEI CENTO NATALI, scritto da Maria Fida, la figlia di Aldo Moro. Ricordo di averlo "divorato" appena uscito in libreria, perchè quella vicenda era collettiva e privata assieme. Ed ha fatto bene Maria Fida a regalarcene la parte di sofferenza intima e filiale, con delicata e signorile cura del padre, della mamma e del loro vissuto. E' sempre con grande commozione che ripenso a Moro, a dispetto del tempo che passa.
Scritto da Luisa Oprandi il 20/7/2010 alle 17:19
La politica ha delle ragioni che il cuore non capisce, ma quante volte la politica non capisce le ragioni del cuore? Non solo in casi così drammatici, bensì anche nel quotidiano. Quando sento dire che "la crisi non c'è" e che la villa di Arcore sarò venduta e il presidente del consiglio andrà ad abitare in un castello, beh in quelle occasioni penso proprio che la politica derida, snobbi e tradisca le ragioni dell'uomo.
Scritto da Massimo il 20/7/2010 alle 17:25
Beh, la ragione si stato aveva anche le sue altre belle ragioni. Tanto è vero che Paolo VI, amico di Moro e Zaccagnini, faticava a capirle e accettarle e aveva lui stesso scritto una lettera ai rapitori.
Scritto da Borghi. S. il 20/7/2010 alle 17:31
C'è un limite dell'azione politica che la DC e il PCI di allora (con il biancofiore piegato all'intransigenza comunista) non hanno saputo difendere: un confine naturale di rispetto e cura dell'altro davanti al quale bisognava fermarsi. La signora Moro con grande dignità e comprensibile rabbia verso la durezza del cuore demo"cristiano" non ha mai avuto risposte a un perchè ancora aperto.
Scritto da Nottambulo (oggi no) il 20/7/2010 alle 20:04
Anche io come te Paolo rendo omaggio a questa donna privata di parte della sua vita. Aldo Moro capì subito l'epilogo della sua vicenda, lo capì dal silenzio politico che avvolse quei giorni, glielo fece capire la solitudine interrotta solo da quelle poche righe che potè dedicare, in pubblica intimità ai suoi affetti. La ragion di stato fu permessa anche dal silenzio impotente di tutti noi. Mai più quei tempi.
Scritto da Enzo Rosa il 20/7/2010 alle 22:11
La vicenda di Moro resta un grosso interrogativo sulla dignità della politica, delle logiche politiche, quando in mezzo c'è la dignità ancora più grande della vita di un uomo. Una domanda aperta ancora oggi quando politici che si vantano di essere cattolici e difendono l'embrione (non giudico assolutamente) o giudicano il papà di Eluana poi scendono a patti con amici mafiosi. E la mafia uccide.
Scritto da Miriana il 20/7/2010 alle 23:21
Approvo decisamente l'approccio di questo post rispetto alla vicenda Moro: sposta il commento dalla politica alla vita, alla profondità dei rapporti umani. E leggo con grande attenzione i commenti, tutti in punta di piedi e rispettosi di un dolore sofferto, senza asperità, senza trinciare giudizi di bene o male. Eleonora Moro, una donna, che ha fatto politica amando un grande politico. E che ha continuato a farla difendendone il diritto alla vita che gli era stato tolto.
Scritto da Angelo Passaro il 20/7/2010 alle 23:29
Avevo trent'anni, ero già padre di un bimbo di 6 anni ed assistevo mio padre che lentamente si spegneva per un male incurabile, in quegli stessi mesi in cui l'Italia dibatteva il tema della fermezza e della vita di Aldo Moro. Io ero per la "fermezza" e non mi distoglieva dalla certezza di essere nel giusto neppure il volto di mia madre, benchè trasformato dal dolore. Oggi trovo vacua e labile anch'io quella "fermezza" .. che rese meno dolci, meno tenere anche le carezze a mio padre morente.
Scritto da Giovanniderosa il 21/7/2010 alle 00:19
Oggi, penso alla signora Eleonora, con la stessa struggente dolcezza con cui penso a mia madre, che se n'è andata solo qualche anno fa, dopo essere vissuta anche lei, per circa 30 anni, solo del ricordo del marito e del sorriso dei nipotini e, ad entrambe vorrei chiedere perdono per quella " fermezza " che mi aveva indurito il cuore e raffreddate le carezze.
Scritto da Giovanniderosa il 21/7/2010 alle 00:29
La foto di Moro prigioniero delle BR è per tutti noi italiani quasi sacrale: non dobbiamo smettere di parlare di questa vicenda e di raccontarla ai nostri figli e nelle scuole. Lui era lo Stato, era noi, giovani allora e quelli che sarebbero venuti dopo. La solitudine e il silenzio che la politica gli ha creato attorno sono stati l'agonia sua e di tutta la sua famiglia. Uno statista di alto valore, che ha servito il suo Paese e il suo popolo davvero.
Scritto da Francesco il 21/7/2010 alle 00:30
Caro Giovanniderosa, condivido tutte le tue parole ancor più toccanti per l' intrecciata, parallela e dolorosa esperienza personale che hai delicatamente descritto. Giovanissimo, ero anch'io per la linea della 'fermezza'. Lo ammetto: ho tradivamente cambiato idea, in modo radicale, senza se e senza ma. Moro andava salvato, per lo meno doveva essere messo in atto un 'vero' tentativo in tal senso. La politica non lo ha voluto fare anche se, per esempio, ieri come oggi, ha costantemente dialogato e trattato con la mafia. Oltre ad un pernicioso progetto incombente ( di cui oggi se ne delineano i contorni), quell' uomo era troppo scomodo. Quando una certa politica diventa ingombrante si usano anche questi vili mezzi obrobriosi ma, per qualcuno, assolutamente leciti e, soprattutto, efficaci.
Scritto da paolo rossi il 21/7/2010 alle 08:52
No senatore, grazie a lei. Non è facile lasciar affiorare dall'anima certe verità scomode e quando qualcuno, con parole oneste e lievi ti aiuta a farlo non puoi che assecondarlo e ...ringraziarlo. PS 1) per il "tu", non sono ancora pronto, ma mi preparo, ad ognbi modo grazie anchje per questo. 2 ) grazie anche a Luisa Oprandi per l'ottimo consiglio: la casa dei cento natali. Lo leggerò certamente.
Scritto da Giovanniderosa il 21/7/2010 alle 10:24
E' una storia che non possiamo dimenticare e, alla luce dei rapporti che tanti politici del nostro paese intrattengono con mafiosi e camorristi, che senso ha avuto non trattare con le BR? In Lombardia, a Varese c'è una forte infiltrazione mafiosa e tanti politici tacciono, fanno finta che ciò non sia vero. Allora, siamo onesti, ha davvero fatto comodo a tutti che il progetto di apertura politica di Moro non avesse vita, nè futuro. Così pensavano...
Scritto da Adriana il 21/7/2010 alle 11:03
Appunto Adriana, così pensavano. Volere cambiare il corso delle cose è una pretesa assurda. La storia cammina con le gambe degli uomini e con le loro teste pensa e progetta, guardando avanti. La parte più conservatrice della DC aveva capito che Moro era un "peso politico" che dava fastidio, aveva idee diverse da tanti di loro. Eppure oggi siamo qui a vedere la DC intransigente alleata con la Lega e gli affaristi e la DC riformista nel PD. Valeva la pena ucciderlo?
Scritto da Salvatore il 21/7/2010 alle 11:09
Dal blog Adamoli: Però con iTalebani abbiamo trattato per liberare le due ragazze volontarie inAfghanistanSarà che ho una certa età, ma la vita mi ha portato a concludere che non c'è "ragion di stato"che valga una sola vita umanaLa politica può avanzare o recedere, i patti si fanno e si disfano,le concessioni fatte al momento possono aiutare alla cattura in futuro o perlomeno contribuire ad aumentare la pena da far scontare. Ma una vita è una vita; strano lo debba dire io che non sono credente.
Scritto da Maria Rossa il 21/7/2010 alle 11:27
Il sincero racconto di Giovanni De Rosa (anch’io lo ringrazio per averci reso partecipi di una così intima esperienza), non mi fa cambiare idea sulla dannosità della fermezza. Che, la maggior parte delle volte, è frutto di un’ottusa ideologia, di scarsa ragionevolezza e scarso buon senso. Quante volte uno sterile puntiglio è stato scambiato per fermezza? E la rigidità? Io, ad esempio, sono precisa e pignola all’eccesso ma mai rigida. Lo riterrei un grave peccato, un grosso difetto.
Scritto da Mafalda il 21/7/2010 alle 11:37
Occorre, invece, essere “possibilisti” sia verso le persone che verso gli avvenimenti della vita.. Ovviamente, sto escludendo “casistiche” e comportamenti eclatanti e/o dannosi. Avendo una discreta memoria fotografica, ricordo a grandi linee le parole della quarta di copertina di un libro della Tamaro dove si invitava ciascuno di noi ad indossare le calzature dell’altro in modo da comprendere meglio le difficoltà del cammino. Ebbene, credo che, in quel frangente, nessuno abbia indossato le
Scritto da Mafalda il 21/7/2010 alle 11:41
scarpe di Moro-marito e di Moro-padre, quelle del giorno del suo matrimonio, quelle con le quali ha accompagnato i figli al primo giorno di scuola o le pantofole (magari anche un po’ consunte) indossate nella quiete della sua casa. E così è successo! Sul caso Moro, poi, ho la mia personale opinione: ritengo che la sua morte sia stata decisa dalla stessa "forza economica" ancora predominante nel nostro Paese (la stessa che ha fatto altre vittime illustri) ma non è sicuramente questo blog la sede
Scritto da Mafalda il 21/7/2010 alle 11:44
adatta per parlane. E’ andata così! Consentitemi, nella speranza di "alleggerire" , una battuta scherzosa sulla frase della Tamaro: voglio vederti, caro senatore, con le calzature di Mafalda tacco 9 (o giù di lì). Tranquillo, in alternativa ho anche comode ballerine …..
Scritto da Mafalda il 21/7/2010 alle 11:47
Caro Giovanni De Rosa, unisciti anche tu a me nel dare del “tu” al senatore Rossi. Anch’io ho fatto fatica (ne faccio tuttora) ma non potevo farmelo richiedere di nuovo, sarebbe stata la terza volta ... Pensa a me che fatica: per deontologia professionale sono “impostata” nel dare del “lei” e, per rispetto delle istituzioni, ad essere bipartisan. Quindi se sto riuscendoci io…… Inoltre, bontà sua, mi ha promesso che potrò continuare ad esternare le mie ormai note critiche ...
Scritto da Mafalda il 21/7/2010 alle 13:06
Grande Mafalda.
Scritto da paolo rossi il 21/7/2010 alle 14:18
Archivi:
Ultimi post:
(30/4/2017 - 23:56)
(18/3/2017 - 23:20)
(26/2/2017 - 12:05)
(19/2/2017 - 21:29)
(31/1/2017 - 23:46)
(14/1/2017 - 00:03)
(2/1/2017 - 12:35)
(28/12/2016 - 00:49)
(5/12/2016 - 00:46)
(26/11/2016 - 12:34)
Links: