Fai vincere la lealtà verso i cittadini e verso il Paese.
Paolo Rossi   rossi_paolo@camera.it
inserito il 9/9/2010 alle 14:28

Superfluo evidenziare l' importanza, ovunque, di una corretta informazione. Non c'è da obiettare circa le opinioni che, ogni testata, radio, tv o media, in sintonia con chi gestisce il 'pacchetto azionario', liberamente esprime. Certo la Televisione di Stato dovrebbe essere autenticamente pluralista e (non solo per via del canone) un pò più di tutti, nonostante i condizionamenti 'istituzionalizzati' della politica. La deontologia professionale dei suoi giornalisti dovrebbe altresì introdurre almeno una piccola dose di equità ed imparzialità (ho scritto una 'piccola dose'). Se penso al Tg1 di Minzolini mi vengono i brividi. Roba da 'pennivendoli' di un regimetto centroamericano (per giunta degli anni 50'). Nel frattempo, con soddisfazione, registriamo il notevole successo di ascolti del nuovo Tg di Mentana sulla 7. Non vi è dubbio che il noto professionista è fra i migliori in circolazione. Il vasto consenso ottenuto evidenzia però un' altra cosa: oltre qualsiasi possibile inclinazione politica, la gente non gradisce, trovandoli stucchevoli, i Tg-comizio contornati da notizie ovattate quando non omesse. Insomma tutte quelle situazioni dove la faziosità tende a divenire fisiologica. Questa voglia di decontaminazione, dentro il marasma nel quale siamo finiti, è un segno di vita proveniente da chi si credeva ormai morto.

Categoria: Persone
Commenti dei lettori: 7 commenti -
La questione è annosa. Si può comprendere che le televisioni di Berlusconi e relativi telegiornali siano di parte, molto meno che lo sia la televisione di Stato, che però è sempre stata condizionata e controllata dai partiti. Oggi siamo andati oltre. Alcune notizie vengono letteralmente cancellata, altre minimizzate. Tutto questo è dimostrazione di decadenza e anche però di un' incapacità, da parte di certo giornalismo, di tutelarsi in maniera adeguata mantenendo integra la propria identità categoriale. La deontologia va a raccogliere le margherite. Molto più facile e comodo vendersi.
Scritto da Borghi S. il 9/9/2010 alle 15:43
Sono indignato. Da sempre moderato, ricordo perfettamente i telegiornali di marca democristiana, leziosi, di parte ma capaci di obiettività. Per lo meno un minimo. La politica condizionava e come la stampa, oggi la guida, la dirige, in poche parole la manipola. Sentirmi alla mia età i sermoni di questi ipocriti e, come Lei li definisce, pennivendoli mi indigna e mi fa venir voglia di prendere in mano un bastone.
Scritto da Un anziano il 9/9/2010 alle 16:11
Un argomento che scende in profondità e che deve investire le persone in ogni settore, non solo quello vitale dei media. E' difficile poter essere oggettivi se si teme l'ombra di chi comanda, del padrone. Invece, proprio quell'onestà intellettuale - che deve riguardare tutti, nessuno escluso, ovunque operi - è un segno di vita e, tanti individuali segni di vita, formano la VITA, sociale, di uguaglianza, giustizia, progresso, umanità... L'ideale inizia dai fatti concreti, particolari...
Scritto da Legnanesi e Bustocchi il 9/9/2010 alle 16:34
Caro Senatore il tema sollevato è particolarmente importante, anche a livello locale. Soprattutto in una provincia come la nostra i rapporti con la stampa ed i media locali sono fondamentali ma, lo affermo senza dubbio di essere smentito, a parte varesenews, la gestione di prealpina e provincia, e non parlo di rete 55, è molto oligarchica e di cricca. Insomma per andare d'accordo con loro bisogna leccare molto e non aggiungo altro. Parlo con cognizione di causa avendo lavorato da quelle parti.
Scritto da S.F. il 9/9/2010 alle 16:59
Bellissimo l'incontro con Gilberto Squizzato, giornalista Rai e regista, organizzato da Luisa Oprandi l'ultima settimana della festa alla Schiranna. Ha trattato questi temi registrando un ascolto interessato da parte anche di molti semplici "avventori" del bar o del pre-balera. Potreste farlo parlare nuovamente in una serata ad hoc.
Scritto da Maria Giovanna il 9/9/2010 alle 19:27
Il tema è interessante e mi spiace di avere perso l'incontro con Squizzato. La televisione di stato è e deve restare pubblica, che significa non governata dai Minzolini di turno. E' sbagliato pensare che la RAI possa essere una televisione commerciale, che debba rispondere a un padrone politico o economico che dir si voglia. Molto meglio quando i canali erano solo tre, per quanto suddivisi politicamente. Ma allora anche la politica non era affare personale o di famiglia.
Scritto da Nottambulo il 9/9/2010 alle 23:44
Il caso della Busi ad esempio è stato clamoroso e io mi chiedo che senso abbia perdere dei professionisti per guadagnare un Minzolini, inamovibile, visto che è supportato non solo dal governo, ma anche dai vertici RAI
Scritto da Nottambulo il 9/9/2010 alle 23:45
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