Fai vincere la lealtà verso i cittadini e verso il Paese.
Paolo Rossi   rossi_paolo@camera.it
inserito il 10/9/2010 alle 21:21

 Un partito politico deve oggi affrontare in modo appropriato come capillarmente organizzare la sua presenza territoriale. La rapida e costante evoluzione della società ed i continui cambiamenti in atto, indicano con chiarezza la necessità di predisporre strutture adeguate imponendo l'abbandono di modelli obsoleti retaggio del secolo scorso. I circoli del pd, per esempio, hanno rappresentato un cambiamento positivo ma che, oltre ad un pò di cosmesi, è rimasto sostanzialmente 'virtuale'. Oggi gli stessi ricalcano, grosso modo e non certo per responsabilità o colpa dei suoi dirigenti-militanti che spesso fanno miracoli, le vecchie sezioni di partito. Quando tempo fa si diceva, per esempio, che il pd (nei suoi livelli provinciali) avrebbe dovuto essere un partito federale in grado di dare espressione alle diversità delle realtà locali, quando si affermava che andavano superate le sezioni periferiche di un partito centralizzato per addivenire ad una rete di partiti e movimenti territoriali, si proponeva un modello davvero innovativo che certa 'restaurazione socialdemocratica' ha bellamente ignorato.

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 10 commenti -
Paolo, quanto dici a proposito di organizzazione del partito ( quella che veniva bollata come organizzazione leggera !) mi sembra cosa condivisibile, ma assolutamente lontana dal progetto di dar vita ad un Partito Democratico del Nord, costruito territorialmente sulla macroregione Nord disegnata dal prof. Miglio. Un partito del nord, rischierebbe di essere ancora una struttura centralizzata e finalizzata solo alla ricerca di scorciatoie per alleanze politiche innaturali. .......
Scritto da giovanniderosa il 10/9/2010 alle 23:23
Rossi è l'unico che ha il coraggio di dire pubblicamente che l'organizzazione del pd territoriale, fatta salva la "giovinezza" del partito, va migliorata e allontanata dai modelli obsoleti di partito centralizzato, con ramificazioni pseudo-obbedienti ma non decidenti sul territorio. Dove io abito non ho visto autonomia, nè partecipazione, nè coinvolgimento se non per chiedere le tessere. Va dato maggiore spazio alla gente.
Scritto da Nottambulo il 10/9/2010 alle 23:54
Un cittadino non iscritto, ad esempio, non viene coinvolto sulle questioni locali, non ha spazi di parola. In fondo ci aspettavamo questo, le vecchie sezioni le abbiamo già sperimentate e allora tanto valeva non dare l'illusione di qualcosa di nuovo. Soprattutto le donne sono molto poche e i giovani si ritovano forse per conto loro ma sul territorio non fanno proposte agli altri giovani. Rossi sarà poco presenzialista, come dice qualche commentatore, ma l'idea di partito nuovo ce l'ha ben chiara
Scritto da Nottambulo il 10/9/2010 alle 23:59
Condivido Senatore. Il pd non voleva essere un semplice esperimento ma, anzi, il FATTO POLITICO NUOVO. Un partito che tenesse insieme culture ed identità diverse dentro lo logica di un moderno riformismo. Un partito aperto ed organizzato in maniera differente. Un partito non di carta perchè, nonostante fosse appena nato, Veltroni l'aveva portato quasi al 34%. Leggevo ieri che gli ulltimi sondaggi danno al pd 10 punti in meno. Il rischio è che il pd sia una riedizione dei ds. Allora meglio andarsene via o non votarlo più. Se l'idea è questa perchè non siamo rimasti come prima e cioè con un centrosinistra con due ali: i diesse e la Margherita? Mi pare che la scommessa di questo nuovo partito sia persa. Siamo al capolinea e si vede.
Scritto da Borghi S. il 11/9/2010 alle 08:54
Caro Borghi S., pur sottoscrivendo, fino alle virgole, la sua valutazione non ne condivido le conclusioni. Anch'io penso ad un Pd diverso, un Pd che riparta dalle le sue origini ritrovando, molto semplicemente, i suoi 'fondamentali' contenuti iniziali. La battaglia politica la si deve fare però dentro al partito con coerenza e coraggio. Mollare adesso sarebbe sbagliato perchè per me ci sono 'margini di impegno e di lavoro'. Occorre cioè costruire dopo dopo giorno la logica culturale e politica originaria. Sono convinto si possa cambiare. Snaturando il partito continueremo a perdere diventando un soggetto della sinistra italiana magari pragmatico, ma nella sostanza ed agli occhi della gente, conservatore ed incapace di rappresentare una vera alternativa a questo centrodestra. Se in questa particolare ed in qualche modo 'favorevole' (per noi) situazione politica i sondaggi (che contano quel che contano) ci danno immobili quando non in perdita, qualche ragionamento concreto e pratico, oltre qualsiasi vocazione teorica, dovremmo pur farlo, o sbaglio?
Scritto da paolo rossi il 11/9/2010 alle 09:19
Caro Senatore rieccomi. Posso persino seguire il suo ragionamento che ha una sua logica. Questo non mi toglie l' impressione che come pd siete finiti o al capolinea come qualcuno ha scritto. Trovo che in fondo la posizione di marantelli e company sia coerente con la loro storia e anche lei in fondo lo è dicendo quel che dice anche se mi creda, non si deve proprio illudere. Quelli che non capisco proprio o forse li capisco benissimo, sono gli Adamoli o i sui giovani seguaci e luogotenenti alla Alfieri di turno che hanno una storia precisa e che pontificando sempre e con grandissima boria. Hanno da insegnare a mezzo mondo le buone maniere politiche ma per uno spazio personale si riducono a fare le comparse calpestando anni di vita politica. Ex-democristiani, ex-popolari ed ex della Margherita che ora, poche balle e non giriamoci tanto intorno, stanno con quelli che lei nel suo post definisce socialdemocratici. Lei non mi convince nonostante le riconosca coerenza e simpatia, glielo ho già scritto con sincerità, loro molto meno di lei, si sono infatti venduti per un piatto di lenticchie.
Scritto da E.F. il 11/9/2010 alle 09:37
Cara E.F. non tocca a me difendere nessuno tanto meno Adamoli (che nel partito essendo vicino all' Area Bersani non sta dalla mia parte). Ora la frase 'vendersi per un piatto di lenticchie' mi sembra davvero provocatoria. Non rientra proprio nel tuo ordine di idee il fatto che una persona o personaggio politico la possa pensare semplicemente in modo diverso? Mi sembri un poco comunista o integralista alla vecchia maniera. "Noi abbiamo la verità in tasca, gli altri non capiscono nulla e se si collocano diversamente è per interessi". Non regge E.F, non regge.
Scritto da paolo rossi il 11/9/2010 alle 09:56
Per poter essere elettoralmente competitivi le strategie e le alleanze sono certamente importanti, ma non sono tutto. Quello che conta è soprattutto la capacità di ciascun partito di mantenere o accrescere il proprio consenso. Questo comporta un efficace sistema di relazioni con gli iscritti, i simpatizzanti e gli elettori, un reale radicamento nel territorio, una capacità di coinvolgimento dei cittadini e dell'opinione pubblica sulle proprie proposte e iniziative politiche. Requisiti che, tuttavia, mancano in un modello organizzativo, come quello dell’attuale PD, che, da un lato è spesso indifferente e insensibile rispetto alle esperienze locali del territorio e, dall’altro, persiste in logiche centralistiche funzionali solo al mantenimento di un sistema decisionale saldamente in mano alle oligarchie interne. Un esempio evidente di ciò è quanto accade in questa improduttiva fase pre-congressuale, caratterizzata dalle “liste bloccate”, dall’assenza di un reale confronto d’idee sul “PD che immaginiamo” e dall’estenuante rito degli accordi sottobanco tra componenti, dal cui raggiungimento, o meno, dipendono le candidature e la stessa presunta unità del partito. Nessuno sembra preoccuparsi del fatto che il PD in due anni ha dimezzato i propri voti e che alle prossime amministrative il centro-sinistra non solo non potrà vincere, ma neppure essere competitivo senza la presenza di un forte Partito Democratico. Qualcuno penserà di risolvere il problema allargando le alleanze ai cespugli del centro: Udc, Alleanza per l’Italia, transfughi finiani. Ma non è così che si può vincere. Eppure Saronno lo ha dimostrato: senza un PD intorno al 30% le alleanze non bastano.
Scritto da Leonardo il 11/9/2010 alle 12:09
Comunque esiste una bella differenza tra il suo modo positivo di porsi, senatore e quello di altri "superfighi della politica" che fanno sempre capire che loro sono amici di..., che tizio e caio sono andati a trovarlo...che ha certi rapporti che altri non hanno....basta! Quell'altro poi sempre dietro il sedere dei leghisti....perchè ha già patteggiato per suoi incarichi varesini....(nemmeno tanto futuri), non parliamo di quel musone canuto che non parla con nessuno....Povero PD!!!
Scritto da Mariella il 11/9/2010 alle 12:57
Mi tocca sottoscrivere Leonardo e non perchè dici delle cose scontate. La tua analisi, impietosa fin che si vuole, è quella giusta. Io credo che si possa però fare qualcosa. Vale la pena provarci, ognuno dove è, dove parla con la gente, dove fa (se la fa) politica, in base alle proprie specifiche esperienze e responsabilità. Sono per primo io un criticone e conseguentemente, per primo, 'reclamo' a me stesso, qualche 'fatto concreto' in più.
Scritto da paolo rossi il 11/9/2010 alle 13:55
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