Fai vincere la lealtà verso i cittadini e verso il Paese.
Paolo Rossi   rossi_paolo@camera.it
inserito il 30/10/2010 alle 08:53

 Walter Reuther, mitico Presidente (lì si chiama in questo modo) del sindacato americano settore automobili, negli anni '60 si indignava perchè il capo della potente General Motors percepiva uno stipendio di all' incirca cento volte superiore a quello degli operai di quella grande azienda. La sua protesta nasceva dal fatto che, secondo lui,' non poteva esistere un uomo che valesse altri cento uomini'. Chissà quale ipotetica reazione del nostro Reuther di fronte al 'caso Pomigliano' che, comunque sia e dopo tempo, è tornato a far discutere e rinominare all' antico i lavoratori nel loro insieme come 'classe operaia', facendo altresì scoprire la profonda differenza di retribuzione tra l' Ad della Fiat, Sergio  Marchionne, ed i suoi subalterni turnisti.... ' L' uomo del maglione' guadagna, hanno calcolato, 435 volte in più del suo singolo operaio. Sulle capacità del manager nulla da dire, sulle sue proposte luci ma anche ombre. Ma non è questo il punto. Quello che non è sopportabile è che uno come lui abbia cancellato ed omesso, nel suo forbito argomentare, che la 'fabbrica italiana automobili torino' in questi anni ha percepito unici al mondo colossali aiuti e sostegni economici dallo Stato.

Categoria: Persone
Commenti dei lettori: 16 commenti -
E' vero che c'è di mezzo la responsabilità ma è altrettanto vero che certe sproporzioni esistono solo in Italia. Detto questo per me l'aiuto statale alla Fiat ha significato sostenere un' industria importante, anche con il suo indotto, ma soprattutto tenere in vita migliaia e migliaia di lavoratori che hanno sgobbato per se stessi e per le loro famiglie tenendo in piedi, alla fine, la viziosa- viziata famiglia Agnelli. Molti investimenti sono stati sbagliati, troppo denaro sperperato. Tanto in caso di difficoltà e di errori, tutti questi soloni dell'economia aziendale, questi guru che hanno potuto studiare all'estero diventando dei geni, tutta sta gente osannata da Media poveri e provinciali, se ne sono andati, se vanno e se ne andranno via con la panza piena, straricchi, tutelati e ripeto anche se hanno commesso errori colossali le cui conseguenze sono sempre pesate e ricadute sulla pelle di altri, dei più deboli. Tanto loro non hanno sbagliato mai perchè di qui perchè di là e alè a rimbambirci con le loro balle e giustificazioni trite e ritrite. Tanto sono sempre quei "lazzaroni" ed ignoranti degli operai a pagare, gente che si è sempre fatta un mazzo tanto ma chi se ne frega. Questa è la storia e quando gli operai si difendono, perchè secondo voi che altro dovrebbero fare?, eccoli additati come i nuovi conservatori, eccoli i comunisti ottusi brutti e cattivi, feccia, retroguardia roba vecchia. Ma faccia il piacere diceva Totò.
Scritto da Adriano il 30/10/2010 alle 10:25
Bene, sig. Rossi, vediamo le azioni della Volkswagen di chi sono... mi risulta che il land della bassa sassonia abbia il 20% della quota azionaria. Quindi lo stato tedesco non ha nessuna ingerenza nella gestione, nessun interesse a fare utili, e soprattutto non ci ha mai messo un soldo, vero? Dieci anni fa era un gruppo in crisi, venne chiesto ai sindacati di accettare di lavorare di più guadagnando di meno. Oggi è il più grande gruppo europeo. Informarsi, sig. Rossi....
Scritto da Offredo da Buttiglione il 30/10/2010 alle 10:41
"... in questi anni ha percepito, unici al mondo, colossali aiuti e sostegni economici dallo Stao", attraverso governi di ogni e qualsiasi colorazione politica. Con quelle montagnate di danaro pubblico, quanti lautissimi stipendi a dirigenti e, mettiamola sul ridere, proprio per non piangere, quanti maglioni (preferibilmente non firmati!) si sarebbero potuti dare per decenni a tutta la popolazione, assieme a tantissimo altro ben più importante ancora (nel sociale, nella sanità, istruzione...)!
Scritto da Legnanesi e Bustocchi il 30/10/2010 alle 11:43
Caro Offredo (!) da Buttiglione, la ringrazio per la 'rinfrescatina' ma sono informato. Se vuole fare dei paragoni, va bene ma che siano pertinenti, per piacere. Vuole confrontare la condizione degli operai tedeschi con i nostri? La differenza è quella tra l'oro ed il ferro, a nostro svantaggio ovviamente. Il 20% della quota azionaria del Land della Bassa Sassonia si chiama compartecipazione che è ben altra cosa con il pompare costantemente, ogni volta che c'è bisogno, ed a vuoto, cifre ingenti dei contribuenti che poi, il più delle volte, vengono sprecate e sperperate. La FIAT, in questo Paese, è un' azienda importante, ha infatti ottenuto aiuti giganteschi che, per forma e sostanza, si sono trasformati in veri e propri privilegi. Una situazione che un Paese normale, cosa che non siamo, non potrebbe in alcun modo tollerare. Ora va bene tutto, si può comprendere, capire e mediare nell'interesse più generale di tutti i soggetti interessati, ma che qualcuno ci faccia anche il predicozzo, beh, questo è veramente insopportabile.
Scritto da paolo rossi il 30/10/2010 alle 13:43
torniano a parlare di "come sarebbe bello se" e dimentichiamo che gli altri non stanno a guardare, e se non si fa qualcosa, industriali e politici, per le auto avverrà come per l'elettronica e i giocattoli: ormai non si va più a controllare, è tutto Made in China.
Scritto da Tony Pagoda il 30/10/2010 alle 13:52
Ho lavorato come ho già scritto più volte per anni all'estero. Non scambierei il mio Paese con nessuno di quelli dove ho prestato la mia opera però, e lo affermo con rammarico ed amarezza, un situazione come quella fra la Fiat e lo Stato italiano è unica, almeno in Europa, per modalità e per risultati. Una modalità impropria perchè ha costretto vari governi, considerando le migliaia di lavoratori in gioco, a cedere ai diversi ricatti aziendali. Per i risultati beh, sono evidenti e sotto la luce del sole. Ho letto velocemente adesso le considerazioni del Sig. Buttiglione. Non è che per difendere lo status quo è necessario scrivere cose e avanzare paragoni impropri e , mi scuso con lui se lo affermo, totalmente fuori luogo e devianti. Non prendiamoci in giro e ragioniamo seriamente su fatti e situazioni oggettive.
Scritto da Borghi S. il 30/10/2010 alle 14:02
La Fiat è di fatto un' azienda statale e come tale ha in sè pregi e difetti. Di non statale è che i proventi finiscono nelle mani di pochi che dallo Stato hanno più preso che dato. Il monopolio automobilistico che certa politica ha favorito per aiutare gli Agnelli di turno, ha fatto il resto, ora è tardi ed il carrozzone è infermabile se non si cambierà completamente la politica economica e la struttura di questa Italia malata. Il federalismo, in questo senso, forse potrebbe essere realmente utile.
Scritto da Un leghista moderato il 30/10/2010 alle 14:33
Goffredo da Buttiglione le crociate dovresti farle contro le stupidate che dici. Fai dei paragoni fuori luogo. La Germania è un mondo diverso e con diversissime situazioni e condizioni culturali, politiche, economiche e sociali. I tedeschi hanno inglobato ed integrato dopo il crollo del muro, 30 milioni di loro fratelli dell' est, pensa cosa sarebbe avvenuto in Italia in una situazione analoga, un vero massacro che nel ns. Paese e come sempre accade in questi casi, avrebbe penalizzato i più deboli. Gli operai tedeschi fileranno dritti ma sono tutelati e vai a guardare lo stipendio che percepiscono alla fine del mese, poi ne riparliamo.
Scritto da Mario il 30/10/2010 alle 14:44
Non dovrebbe essere una regola ma che, a fronte di quello che rappresenta in termini imprenditoriali e di forza-lavoro, non è uno scandalo se un Governo decida di sostenere una grande azienda in un eventuale momento di difficoltà. Quello che non può funzionare è la sistematicità di questi interventi e una politica di quell' impresa che, nelle sue logiche, tiene preventivamente conto di questo fondo continuo. Questa logica è sbagliata ed ha prodotto una sclerosi che oggi pagano tutti gli attori interessati alla vicenda a partire dal Paese nel suo complesso.
Scritto da Un anziano il 30/10/2010 alle 15:58
-L' uomo del maglione- è uno che parla chiaro e che agisce. E' un uomo scomodo. Siamo un Paese dove c'è ancora una parte consistente di sindacato che è vecchio, massimalista, che è rimasto agli anni '70. Nessuno dice che i lavoratori non vadano tutelati ma lo si dovrebbe fare considerando anche i problemi dell' impresa e le sue necessità che non possono essere sempre ignorate. La tutela sindacale non può essere di maniera, sistematica ed ideologica. Qualcuno lo ha capito, chi avvisa anche la CGIL?
Scritto da Destramoderata il 30/10/2010 alle 17:33
Gli operai dovrebbero ringraziare uno Stato che, attraverso il soccorso alla FIAT, li ha tenuti in piedi e salvati. Poi non si può pretendere che un imprenditore faccia investimenti costosi ed antieconomici in Italia e la colpa, se così la vogliamo chiamare, non è di certo sua ma del sistema-paese che non funziona, anzi non c'è proprio.
Scritto da un vecchio imprenditore il 30/10/2010 alle 17:54
In parte posso condividere "un vecchio imprenditore" ma in ogni caso che quello da lei definito giustamente 'sistema-paese', è formato da tutti, imprenditori ovviamente compresi i quali non mi risulta che vivano in un mondo a parte, almeno credo.
Scritto da E.F. il 30/10/2010 alle 17:59
Anche "bossino detto il trota" vale almeno come 10 professori preparati e come altrettanti poliziotti che rischiano la vita. Di cosa ci meravigliano?
Scritto da Feliciano il 30/10/2010 alle 20:09
I padroni rimangono i padroni, balle non ce ne è, con le loro logiche di sfruttamento, con i profitti da portare a casa. Il resto per loro è manovalanza: " se non possiamo farne a meno- dicono lor signori- vabbè vediamo di rabbonirli, di accordarci. Non è che vogliamo fregarli -insistono- o fare loro del male (sporcarsi le mani, che schifo!), è che noi non siamo disposti a perdere un ghello". Lo slogan, ammetto, è vecchio ma ancora buono: lotta dura senza paura.
Scritto da un operaio incazzato il 30/10/2010 alle 20:56
Ma se sono anche riusciti a indebolire la forza sindacale dividendoci. Ora io capisco che ci possa essere un sindacato più moderato ed un altro più diciamo tradizionale, ma in un momento del genere questa divisione ha semplicemente avvantaggiato la controparte. Divide et impera era un detto nell' antica Roma ancora attualissimo. Critico anche questi nostri dirigenti sindacali, di CGIL, CISL e UIL che hanno anteposto il loro potere ed i loro interessi di sigla a quelli dei lavoratori, i risultati eccoli e mi sembrano rappresentare un passo indietro per tutto il movimento e per tutta la nostra categoria. Vorrei infine aggiungere che le rare, ma innegabili, manifestazioni di intolleranza interne in particolare contro la Cisl, sono deprecabili e certamente vanno condannate, ma sono figlie soprattutto di questa incapacità di tenuta. Poi è evidente che se uno tende ad estremizzare la lotta e l'altro tende ad accordarsi piattamente con il padrone, come si diceva una volta, il patatrac diventa inevitabile. A vantaggio di chi?
Scritto da delegato di fabbrica il 31/10/2010 alle 08:43
Vedo che la provocazione ha dato qualche segno.... Lo so che la Germania è ben diversa da noi, l'ho frequentata per qualche anno. E posso dire che l'integrazione con l'est non è proprio rose e fiori e tra un po' di tempo si avanzeranno paragoni tra la conquista del Nord Italia e il Sud con la Germania Ovest su quella Est. I tedeschi est sono biondi e chiari e si confondono meglio, ma per altro sono stati trattati come altri "migranti". E sugli operai.. chi ha difeso i "nostri" diritti in Italia?
Scritto da Offredo da Buttiglione il 1/11/2010 alle 11:43
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