Fai vincere la lealtà verso i cittadini e verso il Paese.
Paolo Rossi   rossi_paolo@camera.it
inserito il 1/11/2010 alle 12:47

 Il mio amico Mubarak è originario del Marocco. Lavora, sposato con un figlio, laureato, il suo percorso scolastico in Italia non è riconosciuto, quindi studia la sera e quest'anno si diplomerà. Poi l' Università. Ogni tanto mi parla, con garbo e delicatezza, del Corano. Anche grazie a lui ho scoperto le affinità con il cattolicesimo: sorprendenti. Mi rendo conto di come si fa in fretta invece ad etichettare, con grande ignoranza. Come me Mubarak è tenacemente contro l'integralismo religioso ed ideologico, il vero male e la vera piaga. Stefano (questo il suo nome italiano) è perfettamente integrato ed è un laico. Quando la prima volta gli ho chiesto se frequentava la Moschea mi ha risposto come un qualsiasi distratto cattolico padano "Gu mia tant temp", in perfetto bosino. Si batte per l'integrazione ma è duro nei confronti di quegli immigrati che sono refrattari a rispettare le 'nostre' regole. Ama la sua cultura di origine, ce l' ha ovviamente nel sangue, ma mi dice spesso: "quando un immigrato sentendo l' Inno di Mameli avrà i brividi, come a me capita, significa che l'integrazione è davvero riuscita". Forse rispetto a questo è un pò pretenzioso. Ah, dimenticavo, ieri è stato nominato all' unanimità portavoce del Pd nel circolo del mio comune.

Categoria: Persone
Commenti dei lettori: 13 commenti -
Caro Senatore, questa è una rarità delle rarità, sarà anche significativa ma fino ad un certo punto. Parliamoci chiaro la stragrande maggioranza degli immigrati di quel genere si comporta diversamente ed è con questa maggioranza, e non con Mubarak, che bisogna fare i conti.
Scritto da Un leghista moderato il 1/11/2010 alle 13:25
Non ce ne saranno molti, Un leghista moderato, ma ce ne sono e sempre di più. Queste posizioni e questi 'esempi' aiutano e favoriscono l'integrazione l'unico strumento utile a limitare gli effetti deleteri che ogni, e sottolineo ogni, immigrazione porta con sè. Un' immigrazione che la globalizzazione inevitabilmente si trascina e che non può essere fermata. Occorre razionalità, e buon senso poi anche, perchè no, 'buon cuore', senza 'pietismi' fuori luogo. Stefano è un esempio positivo e utile per tutti.
Scritto da paolo rossi il 1/11/2010 alle 13:43
Condivido lo spirito. Poi però l' immigrazione che si porta dietro i suoi effetti deleteri, si deve regolamentare in modo preciso e chiaro, anche nell' interesse degli stranieri extracomunitari che qui lavorano e che qui si sono integrati. Oggi da noi è un caos. In Germania per esempio, immagino ci siano problemi, hanno un' enorme popolazione di immigrati, turchi soprattutto, ma che si comportano bene e filano dritto. Saranno mica dei marziani sti tedeschi, hanno però le regole, noi invece...
Scritto da Mario il 1/11/2010 alle 13:51
L' integrazione in piena era globalizzata è un fatto prima di tutto di civiltà poi di razionalità. Non sono esterofilo ma, porca miseria, per capire come muoversi è possibile che si debba sempre guardare all' estero? Va beh. Nel nord europa ultimamente stanno aumentando alcuni problemi e abbiamo assistito alla nascita di movimenti xenofobi che cominciano a raccoglier qualche consenso elettorale. Rimane in ogni caso un mondo diverso e in fondo, il funzionamento, è semplice: queste le nostre regole, questa la nostra cultura se c'è rispetto ok viceversa quella è la porta. Guardate che non sto esagerando o rozzamente semplificando, funziona proprio così. Ora per noi capisco che è più difficile intanto perchè siamo in mezzo al mediterraneo, l' Italia è un facile e comodo approdo, poi da noi, per tutto, il resto è un caos fatto di precarietà politica, economica ma soprattutto, culturale. In queste condizioni l'impatto con gli immigrati è più difficile per numero e per condizioni. La situazione sta degenerando è occorre porre rimedio. In questo modo non va bene per noi e per gli stessi immigrati. Non si tratta di essere razzisti, cosa che non mi appartiene per cultura ed esperienza personale (la mia prima moglie, tanto per dire, era africana) ma razionali. Flusso regolare di immigrati che vanno integrati e considerati, dopo un certo periodo, esattamente come italiani e via ma via davvero tutti i clandestini e gli irregolari, senza tentennamenti. Politica più rigorosa poi alle frontiere (via mare appena il 10% di ingressi irregolari, il resto via terra). Altra cosa sono poi i rifugiati politici, ma quelli veri, ed altra cosa ancora è, e dovrà essere, aiutare i Paese sottosviluppati, fatto che oggi le Nazione ricche ben si guardano dal realizzare con un atteggiamento che è amorale e stupido nel suo insieme.
Scritto da Borghi S. il 1/11/2010 alle 14:37
Complimenti Paolo, a te, al tuo Circolo e a Mubarak. Quando un percorso di integrazione e di crescita umana e civile, certamente accidentato e a tratti doloroso, raggiunge la profondità di sentimenti che trapela dal virgolettato di Stefano, credo che ci sia motivo per “far festa” …. Il tema di questo post mi piace , anche perché ogni giorno di più mi convinco che il grado ( che noi percepiamo alto ) di maturità e civiltà del nostro popolo, nei prossimi anni lo misureremo proprio sulla base delle capacità che avremo di accettare e integrare gli immigrati, garantire loro diritti e rispetto ed esigere rispetto per le nostre leggi e tradizioni. Questa mattina, approfittando della giornata festiva, sono andato a salutare Mohammad, sua moglie Mariam, la mamma e i quattro bellissimi e vivacissimi figli. Accoglienza calorosa e gradita, dal sapore fortemente meridionale e immancabile rito del caffè in compagnia( da salernitano non potevo chiedere di meglio). Non abbiamo divagato, perché c’è poco da divagare con 7 bocche da sfamare e un solo reddito in famiglia, non si può far finta che tutto sia ok …ma quanta dignità nelle parole di Mariam e insieme quanta delusione, mentre mi informava che a Morazzone un immigrato , benché regolare e residente da anni, è discriminato anche nell’ottenimento di un certificato anagrafico. Già, perché qui il Sindaco leghista ha riservato a sé la firma dei certificati anagrafici richiesti dagli immigrati, mentre per i residenti italiani ha delegato l’impiegato addetto allo sportello. E così un immigrato, per la stessa pratica che un residente italiano sbriga in pochi minuti, è costretto a recarsi due volte in Comune. Un’inutile vessazione che non aiuta certo a sentirsi pienamente accolti !
Scritto da giovanniderosa il 1/11/2010 alle 16:09
Bell'esempio di integrazione. E sono felice che sia diventato il portavoce del PD nel suo comune, servira' ad aiutare l'integrazione di altri stranieri. E' questa la via per risolvere il problema dell'immigrazione. Non bofonchiando vecchi slogan razzisti, che non hanno mai risolto nulla.
Scritto da Riccardo Demaria il 1/11/2010 alle 18:47
L' integrazione è più facile evocarla che realizzarla. Mi ricordo in fabbrica verso la fine degli anni '50 anche per noi operai di sinistra e del PCI era dura rapportarsi ed accettare i meridionali. Lo dico sinceramente, il paragone è solo parzialmente proponibile e oggi sembra paradossale se non folle affermarlo, ma era così, si faceva fatica. A me ha dato molto in questo senso e non solo il sindacato che mi ha fornito la possibilità di crescere culturalmente, che mi ha formato come uomo e che mi ha dato la possibilità di emergere, nel tempo, anche come persona. Lo dico davvero: una grande scuola per la gente del popolo. Quell' ambiente ha favorito l'integrazione ed oggi, con le dovute distinzioni, è cambiato poco. Fra qualche decennio ragioneremo tutti diversamente. Normali le difficoltà iniziali ma la globalizzazione è inarrestabile e la furia xenofoba è destinata ad essere pericolosa ma residuale. Bisogna avere fiducia e ve lo dice un anziano.
Scritto da Un anziano il 1/11/2010 alle 19:58
Aiutiamoli, ma a casa loro. Lo affermo da moderato e non da leghista sfegatato.
Scritto da Buonsenso il 1/11/2010 alle 20:07
@Buonsenso. La tua (agli anonimi mi viene di dare del tu) considerazione è provocatoria ma fornisce l'occasione per fare una valutazione specifica. Oggi in giro per il mondo si è proprio aperta una stagione nuova con la storia. Ci sono nuovi protagonisti come in Asia, Africa, America Latina. Quello che sta provocando la svolta di questi importanti e grandi paesi, come la crescita del Pil, l'istruzione, il ruolo delle donne può far crescere il vero e proprio sogno di un'umanità capace di far valere i diritti umani, un uso equilibrato delle risorse e dell'ambiente, nuove energie sostenibili, la democrazia ed il pluralismo. Una speranza, un sogno che Obama ha messo al centro della sua avventura presidenziale negli States. Forse addirittura una nuova visione della democrazia fondata sull'uguaglianza, sulla libertà, sulla pace e sulla solidarietà. E' a volere ben guardare, pensando a casa nostra, l'alternativa a Berlusconi ed al suo modo di stare anche nel proscenio internazionale. Può essere un nuovo progetto anche per il nostro Paese, una grande occasione, una grande opportunità che ne arresti il declino e la deriva e che ne promuova le potenzialità, che ci sono ma che vanno sfruttate.
Scritto da paolo rossi il 1/11/2010 alle 20:41
Senatore, vanno bene i buoni intenti del sig. Borghi (che dice di avere la prima moglie africana, se ricordo bene è quello che ha scritto che si è sposato e separato due volte, buon per lui). Vanno anche bene i buoni intenti del sig. Giovanni De Rosa che è un cattolico radicale e come tutti i cattolici radicali a volte è intollerante verso il vicino e tollerante verso il lontano. Però, tralasciando tutto questo buonismo (che se è vero, tanto di cappello) non è che avete scelto un segretario extracomunitario perché eravate alla canna del gas? Molto banalmente, senza andare a tirare fuori i massimi sistemi. Se c’era qualcuno di voi che era interessato, col cavolo che mettevate uno straniero. Si è visto come sono andate le elezioni degli altri circoli, sono stati confermati quasi tutti, anche quelli che sarebbe stato meglio non confermare più. Con la balla della continuità sono stati confermati. Come si fa a cambiare nella continuità? Quindi, non veniamo a raccontarci le balle. Non prendiamoci in giro. Il Partito Democratico sta continuando nel solco del fallimento perché ci prendiamo in giro tutti i giorni. Ce ne fossero di più di segretari di circolo extracomunitari forse sarebbe meglio per tutti. La saluto con simpatia (ormai è rimasta solo quella).
Scritto da Ex democristiano il 2/11/2010 alle 10:51
Caro ex democristiano la ringrazio almeno per la simpatia, meglio di niente con i tempi che corrono. Le volevo dire che il mio amico Mubarak è stato scelto come portavoce del circolo perchè è proprio bravo. Attivo, intelligente, disponibile. La scelta non è caduta su di lui tanto per metterci una sorta di 'fiore all' occhiello' ma perchè era il migliore per quel ruolo. Tutto qui.
Scritto da paolo rossi il 2/11/2010 alle 14:04
Sig. ex-democristiano. Non è che per abitudine racconto i fatti miei. Ciò è avvenuto incidentalmente solo per rappresentare un'esperienza personale che non potrà di certo essere utile ma semplicemente indicativa rispetto ad un pensiero che mi sono permesso di formulare. La sua ironia nei confronti dell' elezione del sig. Mubarak a portavoce di quel circolo del pd è, mi consenta come direbbe Qualcuno, un tantino fuori luogo. Il post del Senatore mi è sembrato semplice, vorrei dire simpatico e significativo. Un piccolo importante segno di integrazione che si realizza in un momento delicato e difficile, ma se anche questo non va bene.....
Scritto da Borghi S. il 2/11/2010 alle 16:05
Penso ad un' immigrazione intelligente e controllata che possa favorire l'integrazione, unico modo per evitare che il fenomeno produca quegli effetti devastanti che già sta provocando. Mi rendo conto che nella fase attuale queste condizioni non vi siano. Il fatto, come lei dice, che il suo amico, originario del Marocco, sia stato indicato come portavoce di circolo perchè è bravo e non per altro, è la dimostrazione che su questo il pd è sulla buona strada. Una strada però, anche in questo partito, ancora in salita.
Scritto da Marcello il 3/11/2010 alle 09:05
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