Fai vincere la lealtà verso i cittadini e verso il Paese.
Paolo Rossi   rossi_paolo@camera.it
inserito il 3/4/2011 alle 10:39

 La città è luogo pubblico appartenente a tutti. Ambito di contraddizioni e conflitti, in cui a volte convivono opulenza e degrado. Rimane la sede naturale di certa eccellenza culturale, tecnologica e di servizi qualificati, ma anche contesto di marginalità e solitudine. Io credo che la città sia uno spazio vivo in cui si esercita la democrazia, dove più interessi privati vengono considerati e tutelati, ma soprattutto conciliati nell' interesse più ampio di un' intera comunità. Non credo sia demagogico sostenere che oggi questa politica sia incapace di coglierne e capirne fino in fondo i suoi problemi, di considerare prioritario provvedere all' arresto di un suo oggettivo degrado. Spesso gli Amministratori Pubblici hanno perso il senso civico dell' amministrare la cosa pubblica, dentro l' esasperazioni e gli scontri di certa tradizionale e stantia politica. Per questo trovo salutare, nelle prossime competizioni elettorali amministrative, la presenza di liste civiche non da contrapporsi alla politica stessa ma per completarla positivamente.

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 18 commenti -
Carissimo Senatore condivido anche se trovo che questo ruolo, diciamo civico, i partiti per funzione naturale, dovrebbero possederlo già nel loro dna. Se questo non è avvenuto, o se si è verificato in minima parte, significa che questa politica sta vivendo un degrado vero e proprio. Nulla quindi nei confronti delle liste civiche perchè, come lei ha delineato brevemente ma con efficacia, possono essere un positivo sostegno per la politica tradizionale ma questa è in ogni caso la dimostrazione di una frattura per esempio tra partiti e società civile che non dovrebbe esserci.
Scritto da Un anziano il 3/4/2011 alle 11:08
Mi spiace, le liste civiche possono servire per portare via un poco di voti dall' altra parte, e questo capisco che possa essere utile, ma sono una vera negazione della politica per lo meno quella con la A maiuscola. Il resto caro senatore sono balle.
Scritto da E.F. il 3/4/2011 alle 13:09
Sono convinto che un certo senso civico si possa e si debba recuperare in questo modo, i partiti, salvo rare eccezioni individuali, sono da tempo altro.
Scritto da Marcello il 3/4/2011 alle 13:18
Semplice ma gran bel ragionamento. Per quanto mi riguarda le liste civiche se non chiaramente schierate non mi interessano anche se capisco la loro leggittimità ed anche, speriamo, utilità. Io ormai dopo le ultime vicende dell 'on. Marantelli alle iene, del suo posizionamento sulla Lega che solo lei ha blandamente criticato mentre mi pare che Alfieri, Tosi ed Adamoli abbiamo con il silenzio avallato, voterò con convinzione altro.
Scritto da sinistradeluso il 3/4/2011 alle 13:25
All' estero esiste, in modo alquanto diverso, una politica al di fuori delle formazioni politiche tradizionali. Da noi le liste civiche sono un valore aggiunto positivo che vanno considerate attentamente. Compensano errori e coprono vuoti della politica traditional.
Scritto da Borghi S. il 3/4/2011 alle 14:41
Certo, nei confronti della città sarebbe necessario prevedere politiche più legate al miglioramento delle stesse, alla capacità di rispondere alle reali esigenze dei cittadini, che a quelle legate all' autocelebrazione ma soprattutto autoalimentazione di questa vecchia squallida classe politica.
Scritto da Piero Ribolzi il 3/4/2011 alle 14:48
Si è politicamente credibili, a livello nazionale e/o locale, solo se si dimostra efficienza nell'esclusivo interesse della gente (sanità, istruzione, trasporti, servizi pubblici sociali...). Fuori da questa visione di sano pragmatismo si è soltanto parolai, amanti dei proclami... e la gente lo sa e vota, se e quando vota, solo in quella prospettiva: efficienza a favore della gente. Liste civiche, perchè no se vanno in quella direzione? Il loro successo a livello locale lo dimostra.
Scritto da Carlo A. il 3/4/2011 alle 14:52
Caro Paolo, sono d’accordo con te sull’utilità delle Liste Civiche ( soprattutto “se schierate”, collocate cioè in uno schieramento più ampio e politicamente connotato ) in un momento di grande sofferenza della politica, a patto di prendere atto che neppure il PD, come giustamente scrive @Un anziano , è riuscito a rendere pienamente evidente che, nel suo DNA,fosse già inscritto il codice per una corretta interpretazione della complessità con cui oggi si esprime la società italiana, compresa quella parte di essa che per scelta , cultura, formazione e interessi socio-economici ci è più vicina. Non so se questo può essere letto come “fallimento” per un certo modo di intendere la “vocazione maggioritaria” del PD , ma certamente può essere interpretato almeno come un forte sintomo di malessere, per chi pensa ancora al confronto tra centrodestra e centrosinistra in chiave bipartitica. Non è il mio caso, comunque: io da tempo vivo la “ vocazione maggioritaria “ del PD senza gelosie, senza pretese di esclusiva , la sento sempre più come capacità di connettere, unire, mettere in contatto, far dialogare, ecc… che rappresentare direttamente ed esclusivamente il complesso e “complicato” popolo di centrosinistra. E allora: benvenute liste civiche, soprattutto se sapranno e vorranno contaminarsi e contaminarci con idee, argomenti, programmi, orizzonti ed entusiasmi nuovi e diversi dai nostri. Soprattutto se sapranno vivere il loro ruolo come eminentemente politico, almeno al modo in cui lo intendeva don Milani . E’ innegabile d’altra parte che Varese e l’Italia hanno oggi mille problemi, ebbene pensare di “sortirne insieme è la politica “.
Scritto da giovanniderosa il 3/4/2011 alle 15:22
Non è che per giustificare la lista civica che a Varese sosterrà la vostra candidata Luisa Oprandi sia necessario farà chissà quale profondo e sofisticato ragionamento.
Scritto da Pontida il 3/4/2011 alle 17:07
Capisco l'apporto delle liste civiche ma la loro eccessiva etereogenità le rende utili solo ai fini elettorali e poco più.
Scritto da Destramoderata il 3/4/2011 alle 17:35
Ultime elezioni regionali in Lombardia, ma anche in altre regioni, e in alcuni comuni si vota in concomitanza anche per il sindaco. Ebbene alle regionali netta vittoria di una parte politica (in genere la destra) e, STESSO GIORNO, STESSI ELETTORI, alle comunali una perentoria affermazione di una lista civica di ben altro colore politico (in genere di orientamento di sinistra). Che significato dare a questo ben preciso fatto?
Scritto da Roscar il 3/4/2011 alle 17:59
Capisco il ragionamento sulle liste civiche occasione di apertura ma anche manifestazione di una crisi di identità e non solo dei tanti partiti politici presenti sul territorio.
Scritto da Adriano il 3/4/2011 alle 18:00
Le liste civiche in un momento di crisi della politica sono sempre un valore aggiunto in termini di energie e di voti. Vanno quindi promosse senza particolari patemi d' animo.
Scritto da Mario il 3/4/2011 alle 20:05
Già, @Roscar, come si spiega che in uno stesso comune, stesso giorno, stessi elettori ed elettrici, si ottengano risultati diametralmente opposti per l'una e l'altra competizione elettorale? Regionali una grande vittoria della lista di centrodestra, comunali una grande vittoria della lista civica di orientamento centrosinistra. Secondo me bisogna riflettere e meditare sul contenuto del post proposto dal Senatore; nelle ultime tre righe la risposta più razionale.
Scritto da Luigi B. il 3/4/2011 alle 22:13
Mi pare evidente , il civismo dovrebbe già essere presente nei partiti che però agiscono e si muovono con modalità e caratteristiche totalmente anomale. Per questo sia dentro gli stessi partiti, una volta si chiamavano indipendenti, sia attraverso la presentazione di libere liste di cittadinii, è possibile corroborare e contaminare una politica che si allontana o che si chiude sempre di più nel suo un po' logorato mondo.
Scritto da claudio il 4/4/2011 alle 09:16
Concordo con @Adriano. Molto spesso l'affermazione delle liste civiche è sintomatica della crisi d'identità dei partiti nazionali, che infarciscono i loro programmi di federalismo e sussidiarietà, ma poi, nei fatti, molto spesso appaiono distanti dai bisogni dei cittadini e del territorio. Sul governo delle nostre città, penso che il problema non sia solo la perdita del senso civico, ma la diffusa riduzione della poitica a mera amministrazione dell'esistente, senza progettualità e innovazione.
Scritto da Leonardo C. il 4/4/2011 alle 13:57
Ho sempre avuto perplessità sul primato della cosi detta società civile sulla politica. Sembra che quando si va a pescare da quelle parti ci sia il meglio sempre e comunque ma non è affatto vero. Anche quel tipo di civismo rappresenta per me una sconfitta della politica.
Scritto da un rottamatore il 4/4/2011 alle 17:38
@Un rottamatore. Scrivi molto bene: "Anche quel tipo di civismo rappresenta per me una sconfitta della politica"; d'altra parte difronte al fallimento e alla non credibilità di chi politicamente non sa proporre soluzioni concrete a favore della collettività, i cittadini sperano in altri lidi... (oppure, peggio ancora, parcheggiano nell'astensionismo ormai dilagante e maggioranza, forse persin assoluta: ed è questa la sconfitta vera, proprio quella del civismo.
Scritto da Carlo A. il 4/4/2011 alle 18:24
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