Fai vincere la lealtà verso i cittadini e verso il Paese.
Paolo Rossi   rossi_paolo@camera.it
inserito il 4/5/2013 alle 13:05

 Non c'era alternativa a questo governo, ma lo stato delle cose non deve ovattare le ragioni che ci hanno infilato in un 'cul de sac'. Ora solo da una capacità profonda ed autocritica di analizzare questo 'momento', passa la possibilità di rimetterci in piedi. Da tempo, ed a più riprese, la comunità ci ha inviato segnali, a volte contraddittori, ma chiari e precisi, sulla neccessità di addivenire ad un 'cambio di passo'. Nella migliori delle ipotesi ci siamo limitati ad ascoltare senza supportare un dissenso generalizzato che meritava iniziativa politica. Abbiamo scelto la cosmesi rinunciando ad un' azione radicale. Meglio di noi hanno fatto altri, pur dentro limiti evidenti. Non è tempo di incertezze. La politica riformista è gradualità, non attesa messianica. Non è nemmeno tempo di equilibrismi, è tempo di scelte coraggiose. O si cambia o si muore, anche a livello locale. Non ci si può limitare ad un' azione d ritocco, occorre una rivisitazione culturale della politica. Un ruolo da giocare c'è ancora, ma bisogna fare presto.

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 44 commenti -
Non sono per niente fiducioso. Ormai i buoi sono scappati dal recinto ed il Pd si appresta a chiuderlo in grave ritardo. Anche a livello locale, dalla dirigenza, nessuna analisi seria, nessuna autocritica solo la paura di perdere il cadreghino dei poveri. Si dirà, ma quante storie , in fondo abbiamo un consigliere regionale e quattro parlamentari, anzi cinque, con la fiorentina paracadutata sui nostri lidi. Bene, avanti a ragionare con i piedi.
Scritto da Pdvarese il 4/5/2013 alle 13:57
"Dio è morto" cantava Guccini negli anni sessanta.
Scritto da Ceresium il 4/5/2013 alle 14:05
Lo stato di necessità,i bisogni del paese,le riforme impellenti, hanno reso digeribile un accordo di governo altrimenti impossibile,facendo carta igienica della motivazione d'intenti firmata alle primarie dagli iscritti.Ora la base giustamente si rivolta e non comprende l'alto tradimento.E' ovvio, il paese e il partito nei suoi iscritti e simpatizzanti sono migliori dell'opportunistica dirigenza, comprenderanno lo strappo, la lacerazione, l'umiliazione e solo allora nascerà il nuovo partito.
Scritto da fighterfox il 4/5/2013 alle 14:11
Ieri sera ho assistito ad un' assemblea provinciale allucinante. Non si è votato il bilancio, il dibattito è stato povero i capi clan defilati e quelli che sono intervenuti senza idee, senza proposte. Nessuna risposta ai giovani che reclamano un cambiamento. Sembrava un vecchio Politbjuro sovietico con qualche giovane neoeletto intruppato e senza nerbo che leggeva come un' annunciatrice tv, il comunicato della vecchia/nuova corrente, redatto dai soliti volponi di paese. STRAZIANTE!!!!!!!!!!!!!!!
Scritto da Pdvarese il 4/5/2013 alle 14:23
Se però, caro sentore, anche uno come lei se ne sta sull' Aventino...
Scritto da Borghi S. il 4/5/2013 alle 14:48
ma penso che questa mia generazione è preparata a un mondo nuovo a una speranza appena nata ad un futuro che ha già in mano a una rivolta senza armi perché noi tutti già sappiamo che se Dio muore è per tre giorni e poi risorge in ciò che noi crediamo Dio è risorto in ciò che noi vogliamo Dio è risorto, nel mondo che faremo Dio è risorto
Scritto da guccini il 4/5/2013 alle 14:55
Caro @Pdvarese, abbiamo partecipato a due riunioni diverse.
Scritto da un democratico il 4/5/2013 alle 15:00
Vi ho votato ma se si promette una cosa in campagna elettorale e poi se ne fa un' altra non c'è giustificazione che tenga. La coerenza prima di tutto altrimenti, in nome non so di cosa, ci si può accordare anche con il demonio. Veltroni ha illuso poi si è volatilizzato, ora il PD è un arnese vecchio incapace di cambiare se stesso figuriamoci il Paese.
Scritto da Marcello il 4/5/2013 alle 15:36
Concordo con @pdvarese pienamente. Nessuno che ha reso l'immagine della drammaticità della situazione, assenza di autocritica se non formale, molti si sono espressi nel politically correct. Unica eccezione un giovane membro dell'assemblea provinciale e segretario di circolo che ha trasmesso emozioni e la propria crisi di coscienza, pensando di dimettersi non potendo dare giuste risposte agli elettori di zona. In questo ragazzo la propria parola e il proprio impegno hanno ancora valore.
Scritto da il liquidatore il 4/5/2013 alle 16:01
Oltre l' enfasi del titolo, del pd non ne importa che a pochi. Vero è che non ci sono alternative. O rivoluzione interna o tutti a casa, esperienza finita in pochi anni.
Scritto da angelo emme il 4/5/2013 alle 16:03
Anche a @fighterfox dico che abbiamo visto una riunione diversa. Il momento è difficile, cosa si pretende da un partito che a livello provinciale qualche risultato in questi mesi lo ha ottenuto? 4 parlamentari eletti e un consigliere regionale sono una buona base da cui partire. Oltre tutto c'è stato un discreto rinnovamento.
Scritto da un democratico il 4/5/2013 alle 16:25
Non so più cosa pensare, delle dinamiche provinciali so poco e niente e non saprei che dire se non rammaricarmi per la sua esclusione senatore, speriamo momentanea, dal parlamento. Il PD esiste da soli 5 anni, è passato da Veltroni a Franceschini, a Bersani e ora vedremo. Penso sia stato tradito lo spirito iniziale, penso che qualcuno non abbia mai creduto nella coesistenza dentro un contenitore riformista di identità storiche diverse, penso amareggiato alla solita sinistra italiana divisa, litigiosa incapace di guardare fuori da se stessa. Se è così non meritiamo di guidare l' italia. Veramente deludente.
Scritto da claudio colombo il 4/5/2013 alle 17:04
@claudio colombo. Le fusioni a freddo scottano più di tutto.
Scritto da Ceresium il 4/5/2013 alle 17:18
Caro signor @un democratico, ma ti pare che la questione sia da porre dicendo che tutto va bene perchè sono stati eletti quattro o cinque parlamentari un fatto che tutti sanno essere casuale e fortuito. Si vadano a vedere le percentuali di voto provinciali per favore. E allora che dire del segretario provinciale, un uomo serio, sia chiaro a tutti, che prende meno voti alle regionali di quanto raccolto da diversi candidati alle primarie del partito con un parco elettori ridotto all' osso perchè parco d' apparato? Questo non è un fatto politico grave che dovrebbe fare riflettere? Invece niente. Nel partito sta avvenendo una trasformazione che non è legata semplicemente alle componenti interne, alle origini identitarie o altro. Ma lo si vuole capire o si decide di proseguire su una linea che ci porterà all'autodistruzione?
Scritto da Pdvarese il 4/5/2013 alle 17:32
@un democratico, cosa è il rinnovamento, una questione anagrafica? I giovani turchi, nazionali e locali, sono più vecchi di tutti, non hanno idee nuove e pensano solo a sgomitare. Sono ortodossi imbalsamati. Ho sentito dire che l' on. marantelli è uno di quelli che a Roma come a varese, viene considerato uno di loro, forse un capetto. Ora, a parte l' età, il buon Daniele sarà uno sempre in mostra ed è un lavoratore politico presente ovunque, ma per le sue idee può rappresentare il rinnovamento? Non scherziamo dai.
Scritto da Pdvarese il 4/5/2013 alle 17:49
Interessante intervista sul corriere della sera di oggi al buon Veltroni, il redivivo. Interessante ma supertardiva, questa la verità.
Scritto da Giorgio Riva il 4/5/2013 alle 18:20
Compagni e compagne, il PD ha esaurito la tremenda spinta propulsiva del suo razzo spaziale "Lingottus I". Il veivolo, che ha reso orgogliosi tutte le lavoratrici ed i lavoratori della nostra penisola, non è finito nell' atmosfera ma, nonostante ciò, dopo aver sorvolato per ben cinque volte il campanile del paese è finito nei non lontani campi di grano. Gloria eterna ai compagni del piddì. Il solco indelebile che avete lasciato nella Storia sarà sempre faro luminoso per le future generazioni (e per la destra conservatrice). Ehehehehehehehheh!!!!!!!
Scritto da Ceresium il 4/5/2013 alle 18:37
Non voglio fare lo sbruffone, ma è da anni che te lo dico Paolo. Nella Margherita noi facevamo i riformisti liberaldemocratici, i Ds la sinistra un tantino più tradizionale, i socialdemocratici. CENTRO-SINISTRA con un bel trattino in mezzo ed insieme, ognuno con le sue legittime differenze, abbiamo anche vinto. La storia non si forza, le identità non si mischiano. Si fanno accordi politico elettorali, ma questa è un' altra cosa. Ed il centrodestra è tornato vincente dopo anni di malgoverno.
Scritto da ex-Magherita il 4/5/2013 alle 19:00
O si cambia o si muore anche a livello locale.? Allora caro senatur via i dirigenti che da venti anni hanno gestito poi PDS ds pd e dc margherita pd. I nomi? Maranello, Adamoli, Tosi, Rossi...
Scritto da Gianni Bassetto il 4/5/2013 alle 19:09
@Gianni Bassetto, ti sei distratto. Gli ultimi tre che hai citato sono già a casa, per la verità i migliori. Spero però possano, se ne hanno o ne avranno voglia, ancora parlare. Il più chiuso e conservatore di tutti invece è ancora in auge, eccome.
Scritto da ex-Margherita il 4/5/2013 alle 19:43
Simpatico il pezzo di @Ceresium da giornale satirico!
Scritto da ex-Margherita il 4/5/2013 alle 19:56
Oggi occorre affrontare il tema del cambiamento con mentalità aperta. Sono sempre stato, per storia ed educazione politica personale, per un partito, definiamolo con una piccola forzatura, come "tradizionale", in sostanza per il partito degli iscritti. Non capire che vanno messi in campo strumenti totalmente diversi e più ricettivi è un grave errore. Il partito deve aprire le sue porte anche ai simpatizzanti ed elettori, deve essere un ambito più mobile, meno inamidato, questo non è un dramma ma un' opportunità. Non possiamo chiuderci a riccio e ormai anche le nostre scelte interne necessitano di una contaminazione più ampia. Non cogliere un passaggio dl genere, è da miopi e vuol dire vivere la politica in termini rispettabili, ma nostalgici, vuol dire scegliere la strada dell' inattualità, della sterile testimonianza. Per quelli della mia generazione sarà difficile, me ne rendo conto, ma è un passaggio obbligato per stare al passo con le profonde trasformazioni in atto. Non è la l' organizzazione politica a conformare una società a suo uso e consumo o piacimento, ma il contrario.
Scritto da Pdvarese il 4/5/2013 alle 20:15
Senza offesa ma che cosa pretendete? Siete pallosissimi e fermi al paleozoico. Una lumaca ha più sprint di voi.
Scritto da FrancoM5S il 4/5/2013 alle 20:39
@francoM5S, con sole 2 righe hai massacrato i nostri sogni, le nostre costruzioni retoriche e le nostre speranze di oggi, per farci risvegliare nella nostra triste e sterile realtà di rovine e macerie.
Scritto da fighterfox il 4/5/2013 alle 21:02
@FrancoM5S, hanno parlato quelli sulla Ferrari, ma per carità! Non vi ho ancora sentiti fare una proposta non dico seria, ma nemmeno decente. Siete arroganti, disfattisti ed improduttivi. Distruggere sono capaci tutti, per costruire occorre essere attrezzati e voi non lo siete. La gente non è stupida amico caro, e l'inganno non durerà in eterno.
Scritto da Adriano il 4/5/2013 alle 21:17
I tempi cambiano ed ogni generazione vive le sue tribolazioni. Fa specie, a me anche un poco di rabbia, l' apatia di molti giovani rispetto ad una politica che va cambiata, non vi è alcun dubbio, ma che non deve finire al macero indistintamente. Non è colpa loro, forse è primaria responsabilità di quelli della mia "era geologica", il più delle volte cattivi ma soprattutto superficiali maestri. Per me è possibile ancora separare l' erba buona da quella cattiva. Ci rimane poco i mano, intendo dire come "strumenti", per cambiare la società, per costruirci un futuro dignitoso. Detto questo è lecito chiedersi: è ancora possibile sperare in una buona politica?
Scritto da Federica Campi il 4/5/2013 alle 21:43
"La vita è ciò che ti accade quando sei tutto intento a fare altri piani". John Lennon. Vale anche per la politica, almeno mi sembra.
Scritto da sinistradeluso il 4/5/2013 alle 22:41
La politica cambia, questo è vero, ma non esiste un partito che dentro di sè vuole tenersi in modo forzato (perchè qui sta il punto) più identità di riferimento, storie e provenienze diverse. Paradossalmente, e neanche tanto, condivido quello che ha scritto @ex-Margherita.
Scritto da Guevara il 5/5/2013 alle 07:28
parole parole...,diceva una canzone.Per cambiare bisogna credere a quel che si dice altrimenti restano parole.Io cerco di analizzare i fatti e ho l'impressione che i POLITICI, almeno molti troppi non credono a quel che dicono.SI può essere riformisti solo se si crede e si persegue il riformismo,ma se a fare i riformisti mettiamo i conservatori cosa pensiamo di riformare?Rinnovamento radicale a casa i lupi e poi speriamo
Scritto da luigi il 5/5/2013 alle 08:46
parole parole...,diceva una canzone.Per cambiare bisogna credere a quel che si dice altrimenti restano parole.Io cerco di analizzare i fatti e ho l'impressione che i POLITICI, almeno molti troppi non credono a quel che dicono.SI può essere riformisti solo se si crede e si persegue il riformismo,ma se a fare i riformisti mettiamo i conservatori cosa pensiamo di riformare?Rinnovamento radicale a casa i lupi e poi speriamo
Scritto da luigi il 5/5/2013 alle 08:46
Ecco come e perché il PD si è rivelato una ILLUSIONE DEMOCRATICA dalla quale dobbiamo rendercene conto per costruire una nuova casa democratica completamente diversa. Bruno Manghi “il Tempo perso”, 1995 Si pensa ragionevolmente che tutte le organizzazioni democratiche inserite nel gioco politico e nell’azione sociale, tendano il più possibile a estendere il numero degli aderenti; esse stesse lo pensano, lo dichiarano e sembrano investire risorse per allargare rappresentanza e partecipazione. Ma tutto ciò è vero solo quando l’adesione è passiva o puramente oblativa: il voto, la tessera, il contributo. Viceversa, se consideriamo l’adesione delle persone in modo più attivo, la partecipazione dell’associato che prende la parola, interloquisce e si candida implicitamente a rappresentare qualcuno, i meccanismi agiscono nel senso dell’esclusione. Osserviamo il processo di formazione di un circolo, di una sezione, di un comitato. Sia che il primo passo giunga dall’esterno, vale a dire dall’agenzia centrale, sia che spontaneamente tre o quattro promotori decidano localmente di farlo nascere, tutto il lavorio informale di contatti che prepara e accompagna le riunioni iniziali è segnato da un’atmosfera di accertamento e di sospetto. “Chi sarà mai questo giovanotto che ha dato la sua adesione?”. “E quel signore che viene da altre esperienze non vorrà per caso riciclarsi?” oppure “Stiamo attenti che quelli del partito x o del movimento y non tentino di infiltrarsi tra di noi”. Cosicché , prima ancora che il nucleo associativo prenda forma , già si mette mano alla gerarchia: coordinatori, responsabili organizzativi e, quando serve, presidenti. Grazie a questo artificio nasce una dimensione “riservata”, un separé, dal quale i promotori possono sorvegliare l’accesso alla sala principale dove poi distribuiranno la parola secondo criteri prestabiliti. Si capisce allora perché si privilegino gli spazi grandi (sempre che si riescano a riempire): in essi i convenuti sono semplice pubblico chiamato a manifestare il proprio punto di vista con l’applauso piuttosto che con argomenti. E’ tuttavia importante che l’apparenza dell’associarsi libero e spontaneo, anzi sollecitato, resti indiscussa. Che perciò non si traducano in forma esplicita i processi di pre-selezione tipo quelli della Quarta Internazionale storica o le pratiche iniziatiche delle comunità esoteriche. Il contrasto tra logica del sospetto e offerta di partecipazione civile, spiega come mai iniziative apparentemente fortunate (vd PD) finiscono rapidamente per bloccarsi e chiudersi su loro stesse. Spiega anche come le energie raccolte intorno a un obiettivo paiono scordarlo e si riversino invece a tracciare confini e controlli , a elaborare istruttorie alienanti. Naturalmente, è del tutto comprensibile come l’invenzione di gerarchie e la messa in atto di inutili controlli permetta ai gregari (i militanti ovvero la base), attraverso un piccolo gioco, di compensare lo scarso peso che hanno nel grande gioco. Essi infatti sono davvero convinti che il grande gioco esiste sul serio e ne fanno il proprio ideale.
Scritto da Giuseppe Calderazzo il 5/5/2013 alle 13:54
Mi sembra che il commento di @Giuseppe Calderazzo inquadri perfettamente una situazione, uno stato d'animo ed un' oggettiva questione dentro la sinistra italiana ed il PD.
Scritto da claudio colombo il 5/5/2013 alle 16:26
Ma questo PD avrà la forza di riprendere un' iniziativa politica soddisfacente e riformista. Tra giovani turchi, renziani e via discorrendo sono cambiate le geografie interne, non i metodi. L'idea esposta per esempio anche su questo blog da tale @Gianni Bassetto, che, rispetto ad alcune figure locali, ne chede l' allontanamento, significa che non si hanno le idee chiare proprio per la qualità delle persone menzionate. Conosco anche dalle nostre parti giovani vicini al partito democratico più ambiziosi e meno capaci della vecchia guardia o presunta tale, quindi...
Scritto da pietro magni il 5/5/2013 alle 17:39
La questione del rinnovamento della politica, e quindi anche del pd, è legata a doppio filo all' aspetto generazionale che da solo può essere fine a se stesso e non basta per niente. Sono sempre stato di sinistra e ho votato diverse volte per il PCI. Alla mia tenera età non mi ritenevo capace di abbandonare alcuni dogmi politici e pensavo di essere più conservatore. Se penso però alla situazione attuale di quel partito e che ne so, ai -giovani turchi-, mi preoccupo per il conservatorismo espresso, per la poca fantasia, per la paura del nuovo. Che dei giovani siano fatti in questo modo e che ragionino in questo modo è semplicemente allarmante oltre che provocarmi un senso di profonda delusione. Non penso, entrando maggiormente nel merito, che Renzi sia la panacea di tutti i mali, ho conosciuto nella mia lunga vita, politici più intelligenti e carismatici, ma toccando con mano, ho visto nelle folte schiere dei giovani vicini al sindaco di Firenze, tutta se non molta gente slegata alle vecchie appartenenze del passato, e questo è importante sottolinearlo, ma in particolare emerge con vigore una voglia di novità, di pulizia e di cambiamento dentro la politica e quindi dentro un percorso istituzionale, che mi fanno ben sperare per gli anni a venire. Il futuro mi dirà se ho ragione o torto. Per intanto mi sembrerebbe un sacrilegio non favorire questa voglia di rinnovamento, rispetto ad una politica tradizionale alla quale ho appartenuto con orgoglio e convinzione ma che non mi sembra più in grado di interpretare e di dare un senso ai cambiamenti che una società in evoluzione reclama legittimamente ed a gran voce. Quella del grillismo è, a mio avviso, una deriva rispetto all' atteggiamento assunto. Si critica anche duramente ma si riforma, non si distrugge e basta, senza progetti, senza prospettive, solo tenendo ben in vista una mannaia. Mi permetto di asserire, per quello che qui scrive, e per le tesi che sostiene, che anche lei senatore può essere buon interprete di questa nuova politica e, come sottolineo da diverso tempo, è un peccato vederla marginale, probabilmente per sua libera scelta, agli attuali processi politici decisionali anche in sede locale. Non c'è bisogno solo di giovani, c'è bisogno di gente onesta, sensibile e perbene per sconfiggere apparati inutili e molto più vecchi del sottoscritto nato molto prima della guerra. Mi scuso se stavolta sono stato molto più prolisso del solito ma questo è un argomento che mi sta particolarmente a cuore.
Scritto da mario macchi il 5/5/2013 alle 18:44
Ringrazio tutti per gli interventi, in particolare @mario macchi e non certo perchè è sempre molto gentile nei miei confronti. Condivido gran parte del suo commento, mi piace soprattutto la sua onestà intellettuale e la 'freschezza' di pensiero. Per quanto riguarda le considerazioni che più direttamente mi riguardano, penso che nella vita di ognuno di noi ci siano dei momenti e, in particolare, delle 'tappe' che a volte si intravedono, altre volte si raggiungono ed altre ancora si chiudono. Tutto va accettato e, per quanto possibile, tutto va vissuto con una buona dose di serenità ed equilibrio. Grazie ancora.
Scritto da paolo rossi il 5/5/2013 alle 20:08
Non voglio essere ripetitivo,qualche mio commento su questo argomento l'ho gia' fatto sul blog Adamoli. Concordo appieno con@Mario Macchi e col Senatore,cui rinnovo l'invito a ritornare attivamente in politica in questo difficile momento,che puo'e deve essere superato con la partecipazione delle persone oneste e preparate che pensano piu'all'interesse generale -del Paese e del PD- che a quello"particulare"della propria carriera personale.Altrimenti se non si cambia si muore,come ben dice il Sen.
Scritto da giovanni dotti il 5/5/2013 alle 23:59
Scusate Senatore, ma sul Partito Dem. ho sempre avuto perplessità che si sono accentuate con il tempo ed i fatti. Non è opportuno miscelare forzatamente tradizioni, storie ed identità diverse, ed è complicato, soprattutto in Italia. Caro Senatore superfluo ribadire che siete libero di qualsiasi scelta personale e politica, la mia stima rimarrebbe inalterata. Esprimo però, se posso ancora permettermi, vivo rammarico per la vostra uscita di scena. Voi siete un galantuomo ed in questa politica italiota abbiamo tutti enorme bisogno di persone e figure come la vostra. Cordialmente.
Scritto da Salvatore Russo il 6/5/2013 alle 19:51
Anch'io come S.Russo e tanti altri ho molti dubbi e perplessita'sulla tenuta del P.D.Forse sarebbe meglio che tornasse a dividersi nelle sue componenti principali,e unirsi in"coalizione"al momento elettorale.Sicuramente si riscuoterebbero maggiori consensi.La litigiosita'e le divisioni interne non pagano, e le diverse mentalita'derivanti dalle passate appartenenze sono difficili da superare.La chiarezza e'indispensabile per avere successo in politica.L'ambiguita'e l'ipocrisia allontano gli elett
Scritto da giovanni dotti il 7/5/2013 alle 07:54
O si cambia o si muore. Certamente se andrete su Epifani come vostro reggente provvisorio, proporreste una soluzione, oltre il valore dell' uomo, vecchia che sa di muffa stantia. Spero ardentemente che tu non condivida una soluzione di questo tipo. Per quanto mi riguarda sono allibito.
Scritto da ex-Margherita il 10/5/2013 alle 19:39
O si cambia o si muore. Certamente se andrete su Epifani come vostro reggente provvisorio, proporreste una soluzione, oltre il valore dell' uomo, vecchia che sa di muffa stantia. Spero ardentemente che tu non condivida una soluzione di questo tipo. Per quanto mi riguarda sono allibito.
Scritto da ex-Margherita il 10/5/2013 alle 19:39
Questa volta condivido in pieno caro @ex-Margherita. Scelta da Karakiri e per mille ragioni. Intanto un segretario reggente è già a mezzo servizio, ingessato, controllato e controllabile, senza forza. Bisognava andare rapidamente al congresso, entro l' estate, la situazione in cui versa il partito non lo consigliava, lo imponeva. Questo è il solito tic e toc, un perdita di tempo imperdonabile considerando la fase che stiamo attraversando. Mi sembra che si sia definitivamente persa la bussola. Sia chiaro, non ho nulla contro Epifani, che è una persona intelligente; ma vi pare possibile che questa sia la soluzione giusta? Una scelta di mediocre continuità (ripeto, dal punto di vista politico, non personale), una scelta di conservazione, una scelta vecchia, senza anima che oltre tutto, in una fase mass- mediatica come quella che stiamo attraversando, potrà piacere solo all' integralismo beota rappresentato dalla sinistra tradizionale brezneviana e a qualche giovane ottomanno. Sono basito e deluso. Se si vuole ancora bene a quel che rimane del PD è giunto ll momento di 'ribaltare i banchi degli ambulanti fuori dal Tempio' stampando qua e là qualche assestata pedata nel fondo schiena. Viceversa si dia il 'rompete le righeì' e buonanotte.
Scritto da paolo rossi il 10/5/2013 alle 22:24
E invece caro senatore la pedata nel fondo schiena l' hanno rifilata a lei. Così va il mondo, non sempre sono i migliori ad avanzare. Ma si consoli, il giocattolo è già rotto e la scelta di Epifani reggicalze, pardon, reggente non so di che, è la certificazione che il vostro elettrocefalogramma politico è piatto.
Scritto da Ceresium il 10/5/2013 alle 23:35
Una domanda,visto che conosco poco lo statuto o i regolamenti dell assemblea nazionale: il segretario "reggente" puo' al congresso di ottobre candidarsi nuovamente alla segreteria?
Scritto da rinaldi-gazzada il 11/5/2013 alle 00:16
Caro @rinaldi-gazzada, certo che puo'.
Scritto da paolo rossi il 11/5/2013 alle 09:20
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