Fai vincere la lealtà verso i cittadini e verso il Paese.
Paolo Rossi   rossi_paolo@camera.it
inserito il 11/7/2014 alle 13:58

 Ricordo che anni fa scrissi sul blog del 'caffè sospeso'. A Napoli, ma non solo, subito dopo la guerra e per qualche decennio, in molti bar chi ordinava un caffè poteva (permettendoselo) pagarne uno o più ad ignoti. I solerti baristi di turno tenevano aggiornata una lista con i 'numeri' di questo piccolo contributo-offerta. Le persone meno abbienti che entravano in quei locali chiedevano: "Ci sta u caffè sospeso?" ed in caso affermativo non si vedevano negare la piacevole bevanda nera (in realtà il caffè veniva spesso e comunque somministrato anche a lista esaurita). Sembra un ricordo lontano legato a momenti grami. Stamattina sentivo alla radio che in alcune parti d' Italia (anche al nord) ci sono esercizi pubblici che hanno ripristinato l' antica pratica. Sapevo che recentemente qualche libreria ha adottato analoga lodevole iniziativa. Segno di una sensibile solidarietà, ma anche piccolo segno del crescere di una crisi economica che non va sottovalutata o, peggio ancora, mentalmente rimossa.

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 38 commenti -
E' dalle piccole cose, da fatti apparentemente di secondaria importanza e dai particolari che si colgono le situazioni importanti. Questa storia mi sembra lo dimostri. Se c'è ancora il -caffè sospeso- vuol dire che siamo messi male oltre la bontà di un gesto solidale. Per esprimermi più in generale e di politica vorrei dire che mi convince quanto sta impostando il nostro giovane primo ministro ma osservo che la situazione è grave e reclama interventi drastici anche se impopolari.
Scritto da pietro magni il 11/7/2014 alle 15:54
Solo chi crede in Renzi, il Berlusconi di CENTRO-sinistra, può illudersi che l' Italia possa uscire da una crisi senza precedenti che sta penalizzando i più deboli, i più esposti ed i più onesti. Disoccupazione, quella giovanile tra le più drammatiche d' Europa, esodati, precariato, pensionati che oltre la cinghia adesso stanno tirandosi le mutande. Ci vuole una sinistra che in questo maledetto Paese faccia la sua parte. Non moderati vestiti da innovatori. Quelli il loro posto ce l' hanno già.
Scritto da Guevara il 11/7/2014 alle 16:19
Storie di tempi nefasti che neanche il miglior "ebetino" riuscirebbe a scongiurare.
Scritto da Ceresium il 11/7/2014 alle 16:47
mi sembra che anche il banco dei pegni sia stato abolito..e andrebbe invece ripristinato, ma forse mi sbaglio, anche se ormai ogni ditta si trova come socio di maggioranza le tasse dello Stato
Scritto da zva il 11/7/2014 alle 17:24
Il gesto è nobile, la situazione tragica.
Scritto da mario macchi il 11/7/2014 alle 18:58
La situazione è difficile, non apocalittica. Qualche cambiamento è in atto, a Renzi va il merito di averlo prodotto pur in presenza di varie difficoltà. Non capisco perché non si debba concedergli un po' di fiducia. Non interpreta il mio modello di politica, ma questo, novità sostanziali alla mano, ha poca importanza. Certo che ci sono ancora soprusi e disuguaglianze come categorie sociali in affanno ma, oltre vecchi ideologismi, possono essere superati solo grazie ad un sano e moderno riformismo.
Scritto da Borghi S. il 11/7/2014 alle 19:47
Anche al bar di Montecitorio ci sta per i parlamentari il caffè sospeso?
Scritto da Antonio il 11/7/2014 alle 20:12
@Borghi S. non ho notato gesta significative da parte del riformismo italiano. Forse il migliore è stato quello della dc, figuriamoci. Renzi è un Berlusconi giovane senza i suoi soldi. Per quanto mi riguarda se la politica non introduce interventi efficaci che garantiscano uguali condizioni di partenza a tutti e soprattutto e non cancellino o almeno accorcino sensibilmente il gap tra chi sta bene ed è privilegiato e chi paga sempre per errori e scelte non sue non migliorando la propria condizione sociale, questa si chiama conservazione.
Scritto da Guevara il 11/7/2014 alle 21:34
Questo è un paese pieno di solidarietà e di gente perbene. Peccato siano minoranza. Detto questo confesso che il primo Renzi non mi convinceva, un chiacchierone fiorentino che ritenevo impalpabile e vuoto. Mi sembrava unicamente una fucina di battutine da bar. Vengo da una politica passata da tempo che cozza con quella di oggi che faccio fatica a seguire e metabolizzare. Su di lui ho cambiato idea e all'inizio mi sono fidato di un fiuto che non ho più, da segugio in pensione. Renzi ha portato aria nuova e pulita, un entusiasmo ed un cambio politico generazionale. Rispetto le idee di Guevara che però mi sembra ancora imbrigliato da vecchie impostazioni di un passato che non deve essere dimenticato ma che oggi non esiste più. Volerlo riproporre è un tentativo sentimentale e nostalgico comprensibile ma senza possibili effetti positivi. Ricordo che a mio padre, persona tutta di un pezzo ed operaio socialista, le mie idee non solo politiche ma di vita sembravano assurde al punto che dovevo apparirli come un marziano. Dobbiamo avere fiducia in questi giovani che fanno politica con slancio e passione. Sono ragazzi a posto che possono migliorare la nostra società. Mi scuso per la lunghezza.
Scritto da claudio colombo il 11/7/2014 alle 23:17
@claudio colombo ha cambiato idea ed è normale, a me capita un giorno si ed uno no. Che le idee della vecchia sinistra italiana siano superate se ne erano accorti quelli del Manifesto e non solo loro, già alla fine degli anni '60. Da li' in avanti tutti quelli che stavano alla sinistra dell'italico pcus hanno cominciato a rivaleggiare sul chi era il più bello del sinistroso reame. Un disastro. Qualche pirla ha anche imbracciato le armi giocando alla Rivoluzione con il risultato di aver commesso crimini e basta utili soltanto alla regia che da dietro manovrava. Intanto sinistra e destra hanno perso i contorni tradizionali. In Italia non esiste una sinistra di governo, per esserlo bisogna stare al centro indipendentemente dalla bandiera. Su Renzi insisto garbatamente. Quando il raccolto è andato a farsi fottere anche la pesca normale sembra gustosissima.
Scritto da Ceresium il 12/7/2014 alle 08:39
Concordo con chi afferma che noi Italiani sappiamo essere solidali . Ho speso avuto a che fare con stranieri per lavoro ,in particolar modo Svizzeri e tedeschi , ma sinceramente non ho mai percepito una particolare sensibilità a problematiche socio-economiche . Spesso invece miei compatrioti hanno saputo stupire nell'ambito del sociale . Quindi una volta tanto cerchiamo di dare una lettura positiva alla nostra Italianità .
Scritto da Luca Fava il 12/7/2014 alle 12:17
Con tutto il rispetto per @ Guevara, mi sento più in sintonia con i ragionamenti pacati di @ claudio colombo. D’altra parte, la fiducia e la speranza sono i soli ingredienti per farci uscire dalla crisi. I tempi andati non si ripeteranno: gli oltre 3000 posti di lavoro che offrivano le ceramiche di Laveno negli anni ’70 (contro lo zero di oggi) non li creerà più nessuno. Quindi, concediamo tempo al governo ancora nella prima infanzia e incrociamo le dita. Certo, se poi un qualche “pattum sceleris” volesse farmi digerire un Ghedini alla Consulta, i miei umori, decisamente, “cambierebbero verso”.
Scritto da angelo eberli il 12/7/2014 alle 12:35
@Angelo Eberli, il nostro belpaese ha bisogno di una sinistra che faccia la sua parte tutelando i più deboli che non sono tali per colpa loro ma per via di una società che non li garantisce. Questo è un concetto semplice, sarà anche demodè come scrive @claudio colombo, ma i problemi dei più sfortunati rimangono da risolvere e un partito di sinistra dovrebbe rendersene conto. Renzi ed il suo governo fanno la loro parte da moderati. Usare bene la comunicazione non significa essere progressisti!!!
Scritto da Guevara il 12/7/2014 alle 14:01
@Guevara, tu sottolinei l'eterna questione viva e vegeta a sinistra tra progressismo riformista e progressismo ideologico. Una questione ancora aperta che ha provocato tante divisioni storiche e lacerazioni che conosciamo tutti molto bene. L'odio atavico tra PCI e PSI, le divisioni e la frammentazione alla sinistra dei DS ed ora del PD. Vicenda complessa e sfaccettata, ma una società complessa merita risposte articolate, concrete, quello del piccolo ma significativo "passo in avanti" fuori dai breviari di ottocentesca memoria. Bisogna aver rispetto per la storia, per le ideologie che ha espresso, per le vicende politiche che hanno mosso con passione ideale milioni di esseri umani, le "le masse", come a sinistra si diceva una volta, ma il mondo cambia, si trasforma di continuo, si muove ed evolve velocemente, dobbiamo considerare anche questo fatto. Insomma, alla fine di tutto vorrei dirti: chi ha detto che il riformismo nella sua manifestazione concreta non ha mai "elevato" le categorie sociali più deboli? Io penso che se quest' ultime hanno ottenuto miglioramenti e crescita nei diritti e nelle "tasche", lo debbano ad una politica del genere. Il tema invece di cosa sia e rappresenti ai nostri giorni il riformismo, come deve o dovrebbe adeguarsi alle mutazioni storiche e sociali in atto, questo, a parer mio, sembra essere un tema interessante e da sviluppare.
Scritto da Borghi S. il 12/7/2014 alle 15:04
Hai ragione @ Borghi S., quello del riformismo è un tema affascinante nonché complesso che, al suo interno, ha più sfaccettature. Credo sia sbagliato (tu per la verità non lo fai nel commento), relegarlo esclusivamente alla senza dubbio più significativa ed incidente esperienza 'socialdemocratica'. Il filone per esempio legato ai 'riformatori' cattolici-democratici e sociali propone ancora diversi spunti di stimolante interesse.
Scritto da paolo rossi il 12/7/2014 alle 15:45
Borghi S., quando si parla di riformismo il mio pensiero corre veloce a Bettino Craxi.
Scritto da Antonio il 12/7/2014 alle 19:00
Sig. @Antonio con la sua battuta lei riduce il riformismo a Craxi. Mi sembra una frecciatina simpatica, sintetica ma unicamente provocatoria. Tutto finisce lì'. Sono un riformista che viene dal PCI, stano vero? una storia politica importante per me e milioni di italiani, da rispettare che però ha fatto il suo corso. Non mi sento renziano, alla mia età non potrei esserlo nel senso lato, ma sostengo e sosterò con convinzione la politica di Renzi che se non è riformista non saprei come definirla.
Scritto da mario macchi il 13/7/2014 alle 07:51
Un grande merito Renzi ce l'ha ed è questo quello di aver messo in essere un partito in cui le vecchie rispettabili storie sono vive solo a livello personale. Il Partito Democratico non è più un insieme di esperienze, gruppi e correnti ma un soggetto nuovo. Sono migliaia le persone, giovani in particolare, che si sono avvicinate al PD senza aver avuto nel loro passato una militanza specifica. La dirigenza sia nelle singole province che a livello nazionale, è composta da gente giovane nella stessa condizione. Ci sono ancora resistenze ma il progetto adesso si è quasi compiuto. Non è lontano dall'idea originaria di Veltroni che ha pagato lo scotto di una forzatura e di una forte spinta iniziale al rinnovamento a sinistra. Se non ci fosse stata oggi non saremmo dove siamo.
Scritto da veltroniano il 13/7/2014 alle 09:11
Parlare oggi di Veltroni serve poco. E' vero, ha avuto uno scatto iniziale sullo Stelvio degno di Coppi, illudendo molti ma, dopo pochi tornanti, è scoppiato dentro la sua poca voglia di lottare e di stringere i denti. E' rimasto il suo narcisismo ben celato ma persistente, è sparito dalla corsa, si è ritirato. Ha tentato successivamente, dopo un paio di tappe di riposo assoluto tra africa e libri, di rimettersi in sella. Era tardi, i nuovi protagonisti della corsa avevano più gamba di lui.
Scritto da ex-Margherita il 13/7/2014 alle 13:44
Vedo che c'è ancora qualche estimatore di Veltroni,quello che ha "spaccato" la sinistra ed ha regalato l'Italia a Berlusconi per ancora diversi anni. Non so dire se il "passaggio veltroniano" sia stato indispensabile per "modernizzare" la sinistra,dico solo che per me non era il momento di farlo e che di Renzi soltanto,e ovviamente di quanti la pensano come lui,che la Sinistra si è sbloccata ed è divenuta forza di governo.Aiutiamolo tutti in questo difficile momento per tirarci fuori dal pantano
Scritto da giovanni dotti il 13/7/2014 alle 15:02
Mi appare stucchevole la polemica sul significato di “riformismo” e su chi può adornarsi il petto con tale medaglia o chi, volendosi incarnare nella “sinistra che più a sinistra non si può” guarda con sufficienza a chi si ostina a conformarsi alla politica di un passo alla volta. Anni fa, un’amica, conoscendo la mia indole, mi regalò un pregevole saggio: “La solitudine del riformista” di Federico Caffè. Ne cito l’incipit: « Il riformista è ben consapevole d'essere costantemente deriso da chi prospetta future palingenesi, soprattutto per il fatto che queste sono vaghe, dai contorni indefiniti e si riassumono, generalmente, in una formula che non si sa bene cosa voglia dire, ma che ha il pregio di un magico effetto di richiamo. La derisione è giustificata, in quanto il riformista, in fondo, non fa che ritessere una tela che altri sistematicamente distrugge». A me consta che negli stati che hanno adottato il riformismo, ovvero: un passo oggi, un passo domani, il benessere collettivo sia cresciuto. Sono gli stati delle democrazie del nord Europa, dove ha operato il riformismo messo in atto dalla (a volte vituperata) socialdemocrazia. Spero non me ne voglia, l’amico @ Paolo, se oso parafrasare la sua chiosa; ma non trovo altrettanti esempi attuati nel “filone legato ai riformatori cattolici-democratici e sociali”. non nego possa ancora proporre diversi spunti di stimolante interesse. Quello che mi manca è vederli attuati.
Scritto da Angelo Eberli il 13/7/2014 alle 15:28
Caro @Angelo Eberli. Certo, se un'identità di riferimento deve concretizzarsi in una società ben definita, il cattolicesimo-democratico-sociale non ne ha una vera e propria da esibire. C'è però ad esempio la non trascurabile storia della DC e dei suoi governi che, tra luci (diverse) e ombre (alcune), ha segnato per anni la vita 'concreta' del nostro Paese. Quel riferimento ideale e progettuale, con la sua concezione laica della politica seppur cristianamente ispirata e con le sue battaglie 'popolari' a difesa dei più deboli e delle categorie sociali meno abbienti, ha determinato in modo assai concreto l'azione di quel partito (e conseguentemente anche della società che ha governato) evitando, soprattutto in alcuni particolari momenti storici, pericolose politiche e derive conservatrici.
Scritto da paolo rossi il 13/7/2014 alle 15:46
Se vogliamo fare polemica facciamola ma non serve a nessuno. Veltroni ha avuto un merito politico importante anzi direi fondamentale. Senza di lui oggi il PD non sarebbe quello che è. Ha commesso errori e non ha combattuto con il coltello tra i denti, ma questo non può sminuirne la portata. Signori, mettiamoci almeno un po' di onestà intellettuale!!!!!
Scritto da veltroniano il 13/7/2014 alle 18:48
Non è per fare sterile polemica ma per ristabilire la verità storica. Nessuno può negare che l'emarginazione veltroniana della Sinistra non PCI (l'unica che in quel momento faceva,o tentava di fare,le scarpe al caimano)ha letteralm."spaccato" il fronte dell'opposizione alle nefaste politiche governative della peggiore destra che l'Italia ha mai avuto,la quale ha potuto così continuare indisturbata a malgovernarci ancora per parecchi anni ...col risultato disastroso che è sotto gli occhi di tutti
Scritto da giovanni dotti il 14/7/2014 alle 10:49
@giovanni dotti, non so se ho capito bene. Ma quella sinistra della quale parli dovrebbe ancora adesso fare i conti con se stessa. Divisa, parcellizzata in mille rivoli ideologici e post ideologici, narcisista, personalizzata, si fa per dire, da tanti piccoli leader che pensano più allo specchio che elaborare un progetto politico comune. Un' entità che non ha consistenza politica e ancor meno elettorale."Chi è causa dei suoi mal pianga se stesso".
Scritto da veltroniano il 14/7/2014 alle 12:54
L'ultimo commento del @Veltroniano non fa una grinza, ciò non toglie che in quel momento per vincere si doveva andare uniti alle elezioni, così come ha fatto sempre il caimano riuscendo a mettere insieme cani e porci, il diavolo e l'acqua santa. A parte la considerazione che allora l'ex PCI faceva un'opposizione eccessivam. morbida e poco incisiva, che scontentava le masse lavoratrici e lasciava praticam. il caimano a governare indisturbato. Altrim. come si spiega la perdita continua di voti ?
Scritto da giovanni dotti il 15/7/2014 alle 00:50
@giovanni dotti, nemmeno il tuo commento fa una grinza. Con un' aggiunta. Il collante che teneva insieme il centro destra non era politico ma personalistico e di interessi. Dalla nostra parte tutto era più complicato perchè, anche se abbiamo mille difetti, privilegiamo la politica ad altro.
Scritto da Veltroniano il 15/7/2014 alle 09:32
Entrando nella disputa tra @ veltroniano e @ giovanni dotti, mi viene da dire che hanno entrambi una parte di ragione. D’altronde, la verità assoluta non la possiede nessuno, ci sono sempre delle sfaccettature. Concordo col primo che senza Veltroni forse non ci sarebbe il Pd, mentre alle considerazioni del secondo, anch’esse in parte condivisibili, aggiungerei questa: con l’aggregazione di tutte le forze della sinistra ci è già capitato di vincere. Poi, però c’è sempre un Bertinotti o un Turigliatto: figure per le quali il Caimano dovrebbe nutrire una gratitudine imperitura.
Scritto da Angelo Eberli il 15/7/2014 alle 14:44
@Angelo Eberli, hai perfettamente ragione. Come sostiene @veltroniano, quella sinistra autoreferenziale ed integralista non regge psicologicamente alleanze nell'ambito del centro sinistra. Per non intaccare la loro purezza, hanno in passato consegnato il Paese al Cavaliere. Lo rifarebbero oggi e domani consegnandolo a chiunque, quel che conta veramente è salvare la loro presunta verginità. Come quel tizio che per far dispetto alla moglie...
Scritto da ex-Margherita il 15/7/2014 alle 15:55
Sono d'accordo con i due ultimi commenti, tuttava nessuno ha ancora risposto alla domanda: perché il P.D.ha continuato a perdere voti? Una spiegazione ci deve pur essere ed è molto semplice: perché molti di sin.non condividevano la sua politica -di "opposizione"a parole ma di "collaborazione"nei fatti- della sua élite dirigenziale con la dx.berlusc.,causa prima anche dell'affermazione di altre forze(come SELprima e 5stelle poi) che non sarebbero nate se il PD avesse fatto una "vera" opposizione.
Scritto da giovanni dotti il 16/7/2014 alle 16:23
@giovanni dotti, il pd avrà anche perso voti a sinistra ma il problema era che non conquistava consensi tra l'elettorato moderato. Liberatosi con Renzi da quella politica un po' vecchiotta e zavorrata interpretata in particolare dagli ex ds, si è aperto un serbatoio di voti al centro, ma anche a destra, voti che hanno riempito l'otre democratico. Ora il Matteo deve saperli mantenere e questa è la parte più complicata di tutta la vicenda.
Scritto da ex-Margherita il 16/7/2014 alle 18:29
Forse esco un po’ dal seminato, ma mi viene spontaneo rivolgere un invito a non stare con la testa girata all’indietro. Ritengo sia più consono guardare all’oggi e al futuro. Mi piacerebbe sentire un parere su quanto sta succedendo alla commissione Affari costituzionali che intende quintuplicare le firme per la presentazione di leggi di iniziativa popolare e innalzare a 800 mila le firme per la richiesta di referendum.
Scritto da La Timida il 16/7/2014 alle 19:08
@exMargherita, così per acchiappare qualche voterello di più al centro (perché da dx.non credo proprio) Veltroni &C hanno scontentato e perso milioni di elettori a Sin. Bel capolavoro di lungimiranza politica! A parte che non penso che senza di lui il PD non sarebbe nato,era nel naturale svolgersi degli eventi,anzi sarebbe nato meglio nella chiarezza e senza tante ambiguità. Per fortuna ora c'è Renzi che sta riconquistando quello che i suoi"acuti"predecessori hanno disperso, favorendo il caimano
Scritto da giovanni dotti il 17/7/2014 alle 09:02
@giovanni dotti, i voti scappati al pd non sono convolati verso la sua sinistra, ma soprattutto al M5S, un alveo eterogeneo che ha raccolto un consenso sulla protesta punto e basta. A sinistra dei Democratici vedo solo antica ed inconsistente nostalgia politica, frammentazione e cronica incapacità di darsi unità di intenti. La recente spaccatura di quel che rimane di Sel mi sembra che ne sia un' evidente ulteriore dimostrazione.
Scritto da ex-Margherita il 17/7/2014 alle 09:18
Premessina.@giovanni dotti è sicuramente una persona a posto e perbene. Non ho dubbi a questo proposito, basta leggere come e quel che scrive. Il problema è che crede ancora a Babbo Natale, Befana e tutto il resto. Di quale sinistra stiamo parlando? A parte che le vecchie letture di classificazione della politica rimangono solo storiche o al massimo di posizionamento fisico in un Aula parlamentare o consigliare che sia, per il resto PD ed altri tupamaros, sembrano più sinistri che di sinistra.
Scritto da Ceresium il 17/7/2014 alle 12:10
Bella battuta @ceresium, che rimane tale. Che la sinistra antagonista la si chiami come si crede, sia divisa e debole elettoralmente eccetera, eccetera, mi sembra evidente. Mettere tutto nel pentolone fa comodo alla solita destra italiana.Ti sarai perso. Io so bene cosa significa sinistra o destra. Guardati in giro, non ci vuole molto a capirlo. Finché in una società ci sara' una netta demarcazione tra ricchi e poveri e se mancheranno pari opportunità per tutti, la sinistra avrà un suo significato e senso.
Scritto da Guevara il 17/7/2014 alle 14:33
Bene la puntualizzazione di @Guevara. Finché nella società ci saranno diseguablianze così macroscopiche come quelle attuali la SINISTRA avrà sempre un significato e un valore. Per questo dovrebbe restare unita, almeno sui grandi temi del lavoro e della giustizia sociale, cercando di superare vecchi schemi ideologici e certe utopie che hanno irretito tanti giovani senza alcun risultato concreto. A @Ceresium l' invito a leggersi DESTRA E SINISTRA di Norberto BOBBIO, credo sia sempre attuale.
Scritto da giovanni dotti il 17/7/2014 alle 20:56
Bene la puntualizzazione di @Guevara. Finché nella società ci saranno diseguablianze così macroscopiche come quelle attuali la SINISTRA avrà sempre un significato e un valore. Per questo dovrebbe restare unita, almeno sui grandi temi del lavoro e della giustizia sociale, cercando di superare vecchi schemi ideologici e certe utopie che hanno irretito tanti giovani senza alcun risultato concreto. A @Ceresium l' invito a leggersi DESTRA E SINISTRA di Norberto BOBBIO, credo sia sempre attuale.
Scritto da giovanni dotti il 17/7/2014 alle 20:56
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