Fai vincere la lealtà verso i cittadini e verso il Paese.
Paolo Rossi   rossi_paolo@camera.it
inserito il 18/12/2014 alle 20:33

 Giorni fa parlavo con mio figlio della sua generazione. Era deluso ed afflitto come non lo avevo mai visto. Si lamentava del 'vuotismo' imperante, del disinteresse culturale, del diffuso distacco per il sociale ecc. ecc. Un po' non ho potuto dargli torto, ma immediatamente ed in modo automatico, ho pensato alla mia generazione ed alle sue 'fortune'. Intendiamoci, il merito, se in questo modo si può dire, non è di una generazione riuscita quasi magicamente meglio di un' altra, ma del contesto storico in cui è vissuta e si è alimentata nel quale, per caso e solo per caso, si è trovata. La mia è stata quella post- sessantottina. Un giudizio esaustivo su quel periodo è complicato. Ma i grandi cambiamenti ed anche le 'rotture' di quegli anni hanno provocato positività, oltre qualsiasi giudizio limitatamente politico. Non giudichiamo gli estremi negativi di quegli anni, concentriamoci invece sulla 'polpa'. Creatività, ipersensibilità socio-politica, senso della giustizia sociale, dei diritti per le minoranze, della parità di genere, della cultura, dell' estetica e del bello...tutto insieme in uno straordinario mix, nuovo e folgorante. Una buona e rivoluzionaria contaminazione. La mia generazione ha avuto l' opportunità di migliorare il mondo avendo avuto quasi casualmente in mano buoni 'mezzi' per poterlo fare. C'è riuscita? Generalizzo: a giudicare la condizione di questa generazione, che non da altri se non da noi è stata forgiata, direi di no. Se però hai gli strumenti per cambiare in meglio e non ci riesci, il fallimento è intanto identificabile in quelle che sono le sue responsabilità, e poi... vale doppio.

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 15 commenti -
Che uno come me possa condividere anche le virgole di uno scritto a firma di un, seppure perbene, "democristo", lo trovo scioccante, sconcertante, paralizzante, scomodante, ante.
Scritto da Ceresium il 18/12/2014 alle 21:30
Caro Rossi, come insegnante, da qualche anno posta a riposo, ho pensato tante volte a quel che ha scritto arrivando a medesima amara conclusione. Il sessantotto l'ho vissuto a Milano da giovane studentessa universitaria. È' stato una bomba atomica, un' esplosione di gioia allo stato puro, idealità e desiderio di radicale cambiamento. Un periodo storico che si è portato dietro anche assurde devianze estremistiche. Ma ha ragione lei, la polpa era buona, la mia generazione non ne ha fatto tesoro.
Scritto da Federica Campi il 18/12/2014 alle 21:58
Caro Paolo , tuo figlio ha ragione . Viviamo in un'epoca di vuoto imperante tra i giovanissimi , una generazione "play station" che non è in grado di far fronte ai più banali problemi quotidiani . Abbiamo condiviso parecchi anni della nostra adolescenza e devo dire che , complice un periodo politicamente più vivo e coinvolgente , si viveva in modo più intenso sotto tutti gli aspetti . Altri tempi , sicuramente irripetibili . La musica , la politica , le radio libere e tanta passione...
Scritto da lucafava il 18/12/2014 alle 22:34
Tuffo nel passato. Il 1968 e gli anni subito a venire, li ho vissuti da giovane operaio nella mia Legnano, provincia de Milan. All' inizio non capivo e non condividevo niente, vivevo i miei problemi generazionali e quelli di un lavoro duro, faticoso e difficile. Adesso fa sorridere, a quei tempi molto meno. La consevolezza di quelle battaglie ideali, rivoluzionarie, il termine è appropriato, è sopraggiunta con il tempo. Confesso che quelle grandi novità le ho prima avversate, dopo appena, appena percepite e, solo molto più tardi, capite e condivise appieno. Con il tempo, il sindacato, le riflessioni con i compagni dentro il mio partito, a quei tempi un PcI allineato e prudente, mi hanno molto aiutato.
Scritto da claudio colombo il 18/12/2014 alle 23:00
Anni indimenticabili perché eravamo giovani o perché sono stati anni pieni di passione idealista? Credo entrambe le cose. Comunque, tolte alcune eccezioni, anni positivi che probabilmente però non ci hanno aiutati a migliorare il mondo.
Scritto da pietro magni il 19/12/2014 alle 09:03
Purtroppo condivido. Abbiamo avuto grandi opportunità e non le abbiamo sfruttate a favore dei nostri figli. Sono un pezzo più vecchio del senatore, nel 1968 avevo 30 anni, lavoravo e facevo politica. L'ho vissuto un po' diversamente dai tanti figli di papà dell' epoca molti dei quali, guarda caso, una volta grandi, la sinistra l' hanno subito mollata.
Scritto da mario macchi il 19/12/2014 alle 09:44
La penso diversamente. Il 68 ha portato qualche cambiamento positivo, ma complessivamente è responsabile diretto di molti mali che oggi viviamo.
Scritto da Massimo Cova il 19/12/2014 alle 12:50
ascoltiamo e facciamo ascoltare ai nostri figli la canzone di Gaber, la mia generazione ha perso, più attuale che mai
Scritto da angelo motta il 19/12/2014 alle 14:38
Caro @angelo motta, canzone stupenda di un artista unico ed impareggiabile.
Scritto da paolo rossi il 19/12/2014 alle 14:51
Credo che la nostra democrazia, con le sue gioie ed i suoi dolori, debba comunque molto ad un periodo storico che ha radicalmente cambiato la cultura ed il mondo.
Scritto da piero ribolzi il 19/12/2014 alle 16:11
Cosa c' entri tu con il sessantotto lo sa il Signore! Quando eri giovane stavi dall' altra parte e non con quei ragazzi.
Scritto da Veritas il 19/12/2014 alle 16:19
Come altri ho vissuto quella stagione, giovanissimo ed in fabbrica affrontando quindi problematiche diverse. Sono sincero, il valore di quegli anni l'ho apprezzato con il tempo e poco alla volta.
Scritto da un (ex) sindacalista il 19/12/2014 alle 17:48
La storia vive alti e bassi, momenti dimenticabili ed altri epici, per intensità, significato, valore e capacità di cambiamento.
Scritto da Borghi S. il 19/12/2014 alle 22:42
Per dire una banalità ogni generazione contamina un' altra. Quella dei sessantottini è figlia di quella della guerra, quindi di un miscela tra tradizionalismo del primo novecento con gestione di una ritrovata libertà. Il 68 non poteva che divenire stagione di sperimentazione ma anche di eccessi sul terreno della libertà. Questa generazione, quella dei nostri figli ne è risultato, forse a luci ed ombre.
Scritto da Adriano il 20/12/2014 alle 09:45
Vedo che l' onorevole-senatore opportunamente, come tutti i politici di rango, si avvale dei servigi di un qualificato biografo. Per l' indiscutibile qualità della scelta, mi complimento molto con il parlamentare di mio personalissimo stravagante, ma convinto, riferimento.
Scritto da Ceresium il 20/12/2014 alle 14:02
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