Ascoltare e lavorare insieme.
Stefano Tosi   tosi@tosi.it
inserito il 7/12/2010 alle 17:26

Con i gatti l’Udc svizzera si è data la zappa sui piedi. In Ticino circola la battuta «Quelli del “bala i ratt” sono “quater gatt”». Ovvero sono pochi. La seconda uscita dei manifesti shock targati Udc sono senz’altro di meno impatto rispetto ai primi perché hanno come primo obbiettivo gli altri partiti ticinesi. Ma continueranno le ripercussioni politiche della campagna mediatica che può rovinare i rapporti che ci sono tra noi e il Canton Ticino (vedi anche il post del 29 settembre, dal titolo “Uomini e topi”).
E’ evidente che l’Udc svizzera, che sta per Unione Democratica di Centro e che non c’entra nulla con l’Udc italiana, sta tentando di cavalcare a fini elettorali la preoccupazione dei cittadini, alle prese con una carenza di posti di lavoro nuova per la Svizzera. Fare leva sul malcontento è inaccettabile, tanto più prendendosela con gli stranieri. Il consiglio di stato ha condannato la campagna, così come la camera di commercio del Canton Ticino che ha precisato che «i frontalieri sono una risorsa, non un problema».
Noi continuiamo a prendere le difese dei 45mila frontalieri italiani che sono una forza lavoro importante per l'economia svizzera. Senza frontalieri e stranieri difficilmente settori come quelli dell'edilizia, del turismo, degli ospedali, potrebbero funzionare. Ma, alla fine, ogni paese ha i suoi problemi, come quello di una campagna elettorale basata sugli attacchi frontali agli altri partiti e a chi lavora onestamente.
 

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