Ascoltare e lavorare insieme.
Stefano Tosi   tosi@tosi.it
inserito il 15/12/2010 alle 16:36

I dati Ocse del terzo trimestre mostrano uno scenario preoccupante: l'Italia è al penultimo posto tra i 33 Paesi membri per tasso di occupazione giovanile. Solo il 21,7% dei giovani tra i 15 e i 24 anni è occupato, contro una media Ocse del 40,2%. Dopo l'Italia c'è solo l'Ungheria, con il 18,1%.
Chi è occupato, nel 44,4% dei casi ha un impiego precario; il 18,8% lavora part-time. Per quanto riguarda i disoccupati, oltre il 40% è senza lavoro da lungo tempo, e il 15,9% non studia né lavora: tra questi ultimi 6,7 milioni sono in cerca di un impiego mentre altri 10 milioni hanno smesso di cercare. Solo nella nostra Regione ci sono 251mila disoccupati e 22 mila lavoratori in mobilità.
Si stima che, alla fine dell’anno, più di un giovane su 5, tra i 15 e i 29 anni, si troverà senza lavoro per effetto dei contratti a termine, interinali e stagionali non rinnovati
I dati Ocse evidenziano come il rischio della riduzione dell’occupazione diventi strutturale e che per l’Italia le condizioni di lavoro per i giovani spesso siano senza prospettiva e creino un sempre maggiore disagio sociale.
Occorre avviare efficaci politiche attive del lavoro sia riducendo il carico fiscale per i giovani dipendenti e le nuove assunzioni, che favorendo l’avvio di nuove attività.
Certo che, per mettere insieme le forze con l’obiettivo di riprendere la crescita economica, occorrerebbero dei Governi ed un confronto politico che pensino solo a questi temi.
 

Categoria: Economia
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