Ascoltare e lavorare insieme.
Stefano Tosi   tosi@tosi.it
inserito il 10/9/2011 alle 17:40

Come ogni anno torna nitido il ricordo dell’11 settembre 2001. Avevo appena terminato le vacanze in Turchia, un grande Paese al confine di due mondi, tra l’occidente e l’islam. Era pomeriggio e mi trovavo in azienda a lavorare. Stavamo lanciando un progetto Erp, quando arrivò all’improvviso la notizia di un aereo che si era schiantato contro le torri gemelle, a New York. Non si capiva cosa stesse succedendo. Piano piano, la notizia dell’attacco al cuore degli Stati Uniti ha inondato la rete aziendale. Non c’era la stessa famigliarità con internet che c’è adesso, avevamo intranet. I messaggi rimbalzavano da computer a computer.
Terminato l’orario di ufficio andai a Villa Recalcati. Ero consigliere provinciale e in programma c’era una riunione su temi economici. Invece si discusse di quello che stava accadendo. Ognuno è quindi andato nelle sede dei partiti, a casa, dove meglio poteva approfondire la situazione. Si parlava di un attacco al Pentagono, di un attentato sventato alla Casa Bianca.
Ricordo lo smarrimento. Il senso di impotenza. La paura per quello che sarebbe seguito a quel giorno così tragico, carico di morte e di terrore.
Tutto questo succedeva 10 anni fa. Da quel giorno ne sono successe di cose. Pensiamo all’adozione dell’euro, alla globalizzazione con le sue opportunità e i suoi problemi. Ai nuovi Paesi che stanno crescendo, misurandosi con la democrazia. Pensiamo alla ridefinizione di equilibri economici e politici. Gli anni sono passati in maniera vorticosa. Il terrorismo è stato sconfitto e non ha lasciato il posto a una guerra di civiltà.
 

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