Ascoltare e lavorare insieme.
Stefano Tosi   tosi@tosi.it
inserito il 23/8/2012 alle 17:59

La terra è andata in rosso. Solitamente l'Overshoot Day, il giorno in cui finiscono le riserve del pianeta, cade a dicembre. Ma quest'anno – secondo i calcoli del Global Footprint Network – le riserve sono finite già ad agosto (si tratta ovviamente di un'indicazione, perché non è possibile stimare con tanta esattezza il giorno in cui si sorpassa la soglia e si va in debito).
Il primo Overshoot Day dell'umanità è caduto il 19 dicembre 1987. Dieci anni dopo, nel 1997, si era già avvicinato al 26 ottobre. L'anno scorso il deficit ecologico era arrivato il 27 settembre.
Un trend che si ripeterà dal momento che i bisogni dell'umanità superano del 50% le risorse disponibili. Per vivere bene avremmo bisogno di un pianeta e mezzo, se non due. Tutto questo a causa del sovraconsumo, la scarsità idrica, la desertificazione, la ridotta produttività dei campi coltivati, le emissioni di anidride carbonica (che da sole riguardano il 55% dell'impronta ecologica globale) e i cambiamenti climatici.
Cambiare però si può. Come la crisi ci sta trasformando i nostri consumi (e non senza sacrificio), così anche la salute del pianeta deve orientare il nostro stile di vita. Nel piccolo dobbiamo diminuire gli sprechi. In scala più grande, bisogna pensare a come ridurre le emissioni di Co2, per esempio incoraggiando la mobilità sostenibile e dando premi alle aziende che introducono sistemi per rendere la produzione più ecologica.

Categoria: Idee e proposte
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