Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 25/4/2009 alle 12:40

Ci troviamo di fronte a una fase di rapido cambiamento nel panorama energetico che ha visto finora primeggiare un’Europa fortissima nelle rinnovabili. Si sono però affacciati temibili concorrenti nei Paesi asiatici. Si dovrà inoltre considerare il promettente ingresso degli Usa che nel 2008, con 8,3 GW eolici, hanno coperto il 42% della potenza elettrica totale installata durante l’anno. Per gestire la rivoluzione indispensabile per dimezzare le emissioni climalteranti entro il 2050, occorrerà uno sforzo particolare di ricerca e di investimenti. Una miriade di attori, dalle “newco” ai colossi dell’energia, contribuiranno alla definizione degli scenari del futuro. In alcuni comparti - è il caso del fotovoltaico - le aziende nate dal basso hanno dimostrato di sbaragliare il mercato. Il mondo tradizionale dell’energia, investito dal vento del cambiamento, in parte resiste (pensiamo a Exxon concentrata sul petrolio e refrattaria a un impegno sulle rinnovabili), in parte punta a ritagliarsi un ruolo di primo piano nel nuovo mercato. La rapida crescita delle rinnovabili dovrà però ora fare i conti con la recessione economica e con i bassi prezzi dell’energia. L’Italia dovrebbe attrezzarsi dunque puntando su efficienza e rinnovabili come elementi qualificanti per contrastare la crisi economica. Nei prossimi decenni si avranno trasformazioni radicali nel consumo e nella produzione di energia grazie all’immissione sul mercato di numerose tecnologie innovative. Questo è un terreno su cui l’Italia può primeggiare e che occorrerebbe quindi favorire. Gettare ingenti risorse sul nucleare, come vuole irresponsabilmente il Governo Berlusconi, ostacolerebbe invece lo sviluppo di nuove allettanti prospettive.

 
 
Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 1 commento -
Caro Mario, sono pienamente d'accordo con quanto affermi. Temo, purtroppo, che non troverai orecchi attenti in questo governo tutto preso nella politica dell'annuncio e sul presente. Il futuro non paga in termini elettorali. Una speranza perņ resta: Obama, che sembra intenzionato a pilotare la politica americana nel senso da te (e da me) auspicato. Speriamo che l'emergenza faccia desistere dalle imprese faraoniche ed inutili. Un saluto cordiale e auguri per il blog. Angelo Eberli
Scritto da Angelo Eberli il 25/4/2009 alle 13:43
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