Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 12/5/2009 alle 11:21

Tra le leggende metropolitane che girano per Varese, c’è quella di un Maroni che viene dalle fila della sinistra e che, quindi, ne conserva memoria. Deve essere per questa sua incallita resipiscenza che il nostro rilancia a suo modo la lotta di classe. O, meglio, la lotta alle “classi pericolose”, come lui vorrebbe far capire che siano e debbano essere ritenuti i romeni, gli zingari, gli immigrati, i clochard, i poveri in generale. Da verace imprenditore politico della xenofobia, il ministro dell’Interno varesino insiste per il voto di fiducia sul disegno di legge sulla sicurezza che legittima le ronde, la detenzione lunga nei Centri per immigrati, la schedatura dei senzatetto, l’introduzione del reato di clandestinità, iscrivendo così d’ufficio i poveri e gli immigrati nel novero di “classi” da temere e da criminalizzare. Non si era mai vista in Europa una mossa così palesemente in contrasto con la storia dei diritti dopo la Rivoluzione Francese, da quando, cioè, diritti e colpe sono di pertinenza individuale, non collettiva. Dal 1789 il potere pubblico combatte la povertà, non i poveri, la clandestinità, non i clandestini. Ormai succube della politica della Lega, Berlusconi si dichiara contro un’Italia multietnica, come se nel nostro Paese più culture e identità non condividessero già lo stesso spazio sociale. E dà così la sua benedizione ad un provvedimento che sconta l’opposizione della Chiesa, oltre che l’indignazione di ogni democratico. Ogni misura discriminatoria verso soggetti etnici, culture o classi sociali ha la puzza del razzismo e va contro la Costituzione che si è celebrata il 25 Aprile. Chi cerca un capro espiatorio collettivo per guadagnare voti sulla pancia e sulla pelle di un conflitto aizzato artificiosamente non merita comprensione a qualsiasi costo. Io sono davvero contrario alla possibilità che Maroni venga il 2 Giugno a commemorare con l’ANPI la battaglia di San Martino, a meno che si ravveda nelle sue pulsioni irresponsabili. E mi domando se non varrebbe la pena che, ogni volta che il ministro - con tanto di foto e articoli sulla stampa locale - compare alle riunioni dei suoi ex compagni di scuola, i presidi e il corpo docente del Liceo Cairoli chiedano all’ex allievo spiegazione del perché un brillante frequentatore di studi classici sia diventato in politica cultore di principi di intolleranza che sarebbe un delitto insegnare agli studenti.

Categoria: Persone
Commenti dei lettori: 4 commenti -
È vero c'è un'incoerenza di fondo in quella società che si ritiene civile e che di fronte a un ministro che dice certe cose non reagisce
Scritto da giovanni a. il 12/5/2009 alle 17:49
Sono un cairolino e non per questo mi sento rappresentato da Maroni. Il nostro liceo era una grande istituzione di formazione.
Scritto da filippo il 12/5/2009 alle 18:54
Io non sono un sinistrorso ma penso che Maroni abbia colmato la misura. Lui è il vero dominus della Lega, anche se mostra sempre il volto migliore del movimento.
Scritto da arturo ros il 12/5/2009 alle 19:02
Non sono un cairolino ma mi piacerebbe che i suoi docenti ricordassero a Maroni la fedeltà alla costituzione e ai suoi principi che Maroni ha giurato come ministro
Scritto da Domenico il 29/5/2009 alle 16:15
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