Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 28/5/2009 alle 12:52

Sempre in relazione alle elezioni europee - tema ignorato nella politica spettacolo nostrana - una seconda puntata di riflessione. Lo spettro della disoccupazione minaccia l'Europa. A rischiare sono soprattutto i più giovani. Obama chiede una “nuova era” come nell'America fine anni '20. Tecnologie ambientali, infrastrutture sostenibili ed apprendimento permanente sono le chiavi di volta. E, poi, riorganizzazione sociale e risparmio contro lo spreco dei consumi individuali. Il monito della Commissione Europea non lascia spazio a dubbi; l'attuale crisi economica finanziaria necessita misure immediate e sostanziali soprattutto sul terreno ambientale e della giustizia sociale. Un New Deal 80 anni dopo, propone lo svedese Jan Andersson, presidente della commissione parlamentare europea del Lavoro: il riferimento è al piano di riforme economiche e sociali promosso dal presidente americano Franklin Delano Roosevelt fra il 1933 e il 1937, allo scopo di risollevare il Paese dalla grande depressione che aveva travolto gli Stati Uniti d'America a partire dal 1929. Ma chi ne ha voluto parlare nei grandi partiti in Italia? Gli unici cenni vengono da Sinistra e Libertà e da Rifondazione Comunista. Misure concrete per creare nuovi posti di lavoro vengono dagli investimenti verdi (ad esempio migliorare l'efficienza energetica delle case, diffondere l’energia solare), dalle infrastrutture (come il trasporto su rotaia) e dall'apprendimento permanente per riorganizzare i sistemi energetico e della mobilità. Per aiutare l'economia è indispensabile rilanciare i consumi collettivi, e per ciò Andersson propone di sostenere le fasce di popolazione più deboli, come le famiglie con figli piccoli o i pensionati e di rilanciare il welfare. (pensate un po’ a Sacconi e a Brunetta e alle loro sparate contro le pensioni, gli ammortizzatori, il sindacato!). Con quali soldi? Secondo il presidente di Commissione svedese bisognerebbe adottare un nuovo regolamento del Fondo Sociale Europeo, premere per maggiori finanziamenti per il Fondo sulla globalizzazione e non dimenticare che per situazioni di questo tipo esiste la Banca Europea per gli Investimenti. Andersson propone anche che gli Stati membri destinino almeno il 2 per cento del loro PIL (Prodotto interno lordo) al varo di questo piano, così come sta avvenendo negli Stati Uniti. Aiutare i giovani. A correre i rischi maggiori sono i più giovani, per il quali è difficile inserirsi nel mondo del lavoro anche in tempi di non recessione: "Dobbiamo adeguare meglio l'istruzione alla formazione professionale". L'invito rivolto agli Stati membri è di creare un programma che garantisca ad ogni giovane che ha finito il percorso di studi "un lavoro, un apprendistato, un ulteriore tirocinio o qualsiasi cosa lo aiuti ad inserirsi professionalmente”. Allora, ne vogliamo parlare in questa opaca e stanca campagna elettorale?

Categoria: Idee e proposte
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