Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 1/6/2009 alle 09:02

La Commissione antimafia, nata in seno al Consiglio comunale di Milano, e' stata revocata con una delibera proposta dal centrodestra. Il voto, il 25 maggio scorso, ha scatenato la polemica in aula con l'opposizione che ha deciso di abbandonare i banchi del Consiglio, facendo di fatto venir meno il numero legale. Resta il dato politico: un brutto segnale. La maggioranza di Palazzo Marino ha cancellato l’or­ganismo nato con il compito di indagare sul rischio di infiltrazioni criminali (an­che) in vista dell’Expo. La classe dirigente che governa questa Città e Regione sembra ignorare gli allarmi della magistratura: “Milano è diventata la capitale della ‘Ndrangheta” secondo il magistrato antimafia Vincenzo Macrì. Al limite dell’ipocrisia le motivazioni della bocciatura: “non ha poteri, è inutile” spiega il centrodestra. L’ha detto anche il prefetto. Ci sono già i magistrati e le forze di polizia: è compito loro indagare sulla mafia. Eppure c’è un precedente, anzi due: la commissione comunale antimafia presieduta dal professor Carlo Smuraglia nel 1990 fece un ottimo lavoro. La commissione sulla corruzione nel commercio presieduta da Nando dalla Chiesa nel 1995 ebbe buoni risultati. Certo, magistratura e polizie fanno le indagini, mentre una commissione comunale non può avere poteri giudiziari d’inchiesta. Ma anche l’amministrazione pubblica può (anzi deve) avere un ruolo nel contrasto ai tentativi della malavita di fare affari milionari: può monitorare le situazioni a rischio, può aumentare la trasparenza nelle procedure, può alzare barriere amministrative alle infiltrazioni dell’illegalità. Io continuo a ribadire il ruolo centrale della politica nel controllo delle attività a maggior rischio di infiltrazione mafiose: dallo smaltimento di rifiuti, agli appalti dei cantieri pubblici fino al grande affare della sanità della Regione Lombardia. E per questo che ho chiesto con forza alla presidenza della Regione Lombardia la creazione di una commissione speciale con il compito di focalizzare il fenomeno delle infiltrazioni mafiose in Lombardia, che la riguardano da lungo tempo ma che ora, in vista dell’Expo e dell’enorme massa di risorse finanziarie, anche pubbliche, che si renderanno disponibili, rischiano di trasformarsi in un vero e proprio tentativo di conquista del territorio da parte di cosche malavitose.

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