Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 4/6/2009 alle 11:33

E’ nato in Consiglio Regionale il gruppo  “Unione per Unaltralombardia”. Il punto di riferimento istituzionale per quanto si va riorganizzando e ridefinendo “a sinistra” nella società lombarda. Una realtà, questa, già in movimento al di fuori della crisi dei partiti, che tuttavia necessita di essere rappresentata e non dispersa, con un ascolto “dall’alto” e una partecipazione più intensa e diretta “dal basso”, e che oggi trova una prima risposta nel progetto di “Sinistra e Libertà”. Non vogliamo considerare lo sbarramento del 4%, imposto dai partiti maggiori a dispetto della democrazia, come la ghigliottina che, dopo una insulsa competizione fratricida e secondo un improprio “giudizio di dio”, deciderà le componenti titolate alla pura sopravvivenza, anziché alla rinascita futura,  della cultura, dell’organizzazione, dell’esperienza della sinistra. Per questo ci impegniamo già da oggi, prima dell’esito delle elezioni, a lavorare per un dialogo strutturato tra tutti i consiglieri della sinistra e dei verdi e per l’unificazione in un solo gruppo. Si attuerebbe così una rappresentanza più numerosa, forte e efficace, per dare un segno di speranza alle lotte in corso e all’opposizione  a Formigoni e per attuare la premessa ad una alternativa di governo per le prossime elezioni del 2010. C’è infatti qualcosa di anomalo, se non di incomprensibile,  nel fatto che oggi 8 consiglieri regionali a sinistra del PD siano distribuiti su ben 5 gruppi, segnati più che da programmi differenti per il futuro, dalla provenienza da diverse storie passate. Far dialogare, convergere e riunificare queste forze corrisponde a lanciare un segnale che interpreta la volontà popolare e che introdurrebbe elementi positivi per l’intero centrosinistra. La Lombardia ha bisogno di questa novità: qui è più forte,  duraturo e devastante l’esperimento liberista di centrodestra  e qui si riproduce l’epicentro nazionale di un processo per nulla esaurito nonostante i suoi fallimenti, che rende più difficile l’alternativa anche a livello nazionale.  Eppure la crisi in corso, tanto profonda, quanto nascosta dai governanti a tutti i livelli, che qui in Lombardia si esprime in numeri pesanti, impone strade alternative da costruire dal basso con i soggetti sociali più colpiti, dando loro ascolto e potere. E’ questa l’unica via per  respingere le ricette fasulle prescritte dagli stessi  “medici” che hanno provocata la malattia e sostituirle con rimedi differenti ed efficaci. Nella nostra regione, in particolare, la mancanza di una strategia industriale, il deserto di Arese, la decadenza di Malpensa e del sistema aeroportuale, gli scandali ripetuti e sempre meno occultabili della sanità, la diffusione della povertà, l’emergenza ambientale segnalano tendenze strutturali di declino, di cui la vicenda EXPO 2015 è solo il segnale più evidente e attuale. In definitiva, riteniamo che nella nostra Regione ci siano tutte le condizioni e che vadano sostenute le ragioni per “ribaltare” una insopportabile Lombardia dimentica del valore del lavoro, ma caratterizzata da mille divieti, dal consumo di suolo, dal rifiuto della multietnicità nonostante il 10% di immigrati presenti sul totale della popolazione,  della privatizzazione dei beni comuni, della irresponsabile distruzione del suo patrimonio industriale e professionale.

Categoria: Lombardia
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