Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 26/6/2009 alle 08:12

La Commissione Attività Produttive della Camera sta esaminando il ddl sul nucleare e l'opposizione proponendo i suoi emendamenti. La critica del PD riguarda essenzialmente, al di là delle ambigue formulazioni propagandistiche, lo scavalcamento dei poteri degli enti locali. La promessa del Ministro Scajola è di farlo approvare entro la fine di Giugno. Possiamo registrare anche un battibecco, in materia economico-contabile, tra i ministri Giulio Tremonti (Tesoro) e Claudio Scajola (Attività produttive). Per il Ministro dell'economia le norme per rilanciare il nucleare non hanno una copertura economica. Tremonti annuncia 18 suoi emendamenti che forse ritarderanno un po' i tempi dell'approvazione del decreto. Da questo scontro abbiamo soprattutto capito che noi cittadini, con le bollette elettriche, pagheremo gran parte dei costi delle centrali nucleari programmate. Cosa ci sta dietro questo scontro? Non si tratta per nulla di un dissidio sulla strategia nucleare. Scajola ha chiarito, in recentissime dichiarazioni pubbliche, che i siti per le nuove centrali saranno innanzitutto quelli vecchi, eccetto Latina. La "posa della prima pietra" dovremmo averla entro 5 anni (la fine della legislatura). I principali monopoli (Enel, Edison) assicurano di essere "pronti". Per il nucleare previsto da qui al 2020, in modo da coprire il 25% dei consumi elettrici, la metà - 4 reattori EPR per 6.400 Megawatt - dovrebbe provenire dall'accordo tra l'Enel e la francese EDF, per l'altra metà ci sarebbe "spazio per tutti" (da tradurre: per i reattori di filiera USA). I cittadini continuano a protestare. Interessante la contestazione di Bosco Marengo - in Piemonte - contro i depositi di scorie gestiti dalla SOGIN. Dove, in conclusione, metteranno queste "maledette" centrali - opposizione popolare permettendo? Dovrebbero scaldarsi i muscoli innanzitutto le popolazioni piemontesi e lombarde lungo il corso del Po (province di Vercelli e Pavia), dove c'era - c'è - l'impianto di Trino. Poi abbiamo Caorso (Piacenza), Tavazzano, e il mantovano. Il sito di Montalto di Castro (VT) è stato oggetto di recente di una visita da parte dei tecnici Edison. Altre localizzazioni fortemente indiziate in Toscana, in Puglia, in Sardegna, in Sicilia dovrebbero cominciare ad allarmare la gente del posto. Ma in realtà dovremmo collocarci nell'ordine di idee che ormai questo tipo di "battaglie", che riguardano tutti anche solo guardando alla tasca, non possono più "combattersi" con l'ottica del chiamare a raccolta i "solidali" con questa o quella comunità territoriale. Occorre costruire da subito un fronte comune almeno nazionale.

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Categoria: Economia
Commenti dei lettori: 1 commento -
intanto esiste una consulta ANCI dei comuni sedi di servitu nucleari che,tra le altre cose,in un loro documento chiede al governo"l'assicurazione che i territori...non diventino sedi di nuovi impianti nucleari,ne di nuove centrali per la produzione di energia alimentate da combusti bili convenzionali o nucleari ne dinuovi compattatori di scorie e/o di materiali radioattivi"BOSCO MARENGO CAORSO LATINA ROTONDELLA SALUGGIA SESSA ARUNCA TRINO ISPRA ROMA, vedi sito internet Zona nucleare
Scritto da motta angelo il 26/6/2009 alle 14:39
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