Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 2/10/2009 alle 07:44

Il voto tedesco di domenica è di grande importanza per l’intera Europa: crollo della Spd (il risultato peggiore da 60 anni a questa parte); lieve declino della Cdu; successo senza precedenti dei liberali da un lato e della sinistra rossa e verde dall'altro; astensione crescente (anche questo un record storico).
Fine, quindi, della «grande coalizione», ma non certo apertura di una fase tranquilla, come molta stampa si è affrettata a dire: i margini per uno smantellamento dello stato sociale sono in Germania ampi (era l'ultimo bastione in Europa) e i liberali vorranno senza dubbio utilizzarli. Ma la Merkel, in contrasto con il proprio partito, non è una liberista e le tensioni nel governo con il suo nuovo partner, Westerwelle, non mancheranno, vista la perdita di due milioni di posti di lavoro e il ristagno salariale che potranno ora contare, a livello istituzionale, sull'appoggio di una Linke uscita ancor più forte dal voto (con un più 3,5%, e sfondamento del tetto nelle elezioni regionali persino nella conservatrice Baviera) e di una presenza verde che per la prima volta supera il 10%; e di una Spd che, per quanto disastrata, sarà fatalmente spinta, ora che è all'opposizione, ad assumere un profilo più combattivo. La tanto paventata instabilità potrà pure esser stata sventata a livello politico, non certo a quello sociale.
C'è da chiedersi come sia possibile che di fronte ad una crisi economica largamente prodotta dall'irresponsabile comportamento dell'alta finanza, gli elettori abbiano scelto di privilegiare proprio coloro, i liberali, che sono i paladini del mercato sregolato e i sostenitori dei grandi banchieri.
Il partito di massa della sinistra – SPD - ormai muto è il sintomo di qualcosa che riguarda l’Europa e l’Italia: c’è una drammatica assenza non solo di proposte immediate, ma di visioni di lungo periodo, di identità. La sinistra radicale che si afferma è un segno importante, ma ancora insufficiente a delineare una reale , complessiva alternativa, che forse può formarsi nel tempo riavvicinando tutte le posizioni e rimuovendo quell’autosufficienza (corriamo da soli) che ha portato alla sconfitta in Germania come in Italia. Recuperando così le astensioni, che potranno fare la differenza per un ribaltamento della formazione di centrodestra che governerà il paese più forte d’Europa.  

Categoria: Idee e proposte
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