Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 23/10/2009 alle 11:20

Gli agricoltori e gli attivisti di Kala Dera (India) che si battono per la chiusura dello stabilimento gestito dalla Coca-Cola affermano che se non riusciranno a farla chiudere adesso, dopo un anno di grave siccità, probabilmente non ci riusciranno mai. "I manager della Coca-Cola sono molto influenti e godono dell'appoggio di politici, sia nel Partito del Congresso (al potere) che nel partito Bharatiya Janata [all’opposizione]", ha detto un agricoltore, "ma noi abbiamo la gente dalla nostra parte e continueremo a fare pressione per la chiusura dello stabilimento che consuma tutte le riserve della falda abbassata".
Secondo stime rilasciate la scorsa settimana dall’Indian Meteorological Department (IMD), la siccità di quest'anno potrebbe rivelarsi la peggiore dal 1972, a causa di una stagione monsonica insufficiente.
Secondo gli esperti la carenza di acqua - che oggi affligge molte altre zone del mondo - è dovuta ai cambiamenti climatici. Gravi inondazioni, siccità e tempeste sono altri effetti negativi di questo fenomeno ambientale. Gli agricoltori accusano la Coca-Cola di abbassare il livello della falda locale attraverso operazioni di estrazione di acqua che riducono di 15 volte la disponibilità per il riso e il mais.
Interrogata sul motivo per cui ha scelto di aprire lo stabilimento in una zona notoriamente soggetta a siccità,la Coca Cola ha affermato che l’azienda ha semplicemente risposto a un piano del governo per trasformare Kala Dera da zona rurale arretrata, dipendente solo dall'agricoltura, a moderno polo industriale. In compenso, ha cercato di diffondere sistemi di irrigazione a goccia per impedire tumulti contro il sequestro dell’acqua per l’imbottigliamento della bevanda. Ma per i 25 mila agricoltori il sistema è dispendioso e insostenibile, considerate le attrezzature necessarie, la successiva manutenzione, la manodopera specializzata e molto costosa per chi vive solo col suo lavoro contadino. Le richieste del governo locale sono che Coca-Cola delocalizzi l'impianto in un’area ricca di acqua, oppure si approvvigioni altrove, invece di sfruttare le risorse sotterranee. Gli scontri e i tumulti sono in questi giorni molto aspri. Venti scuole superiori e università, degli Stati Uniti e Canada hanno chiesto la rimozione dei prodotti Coca-Cola dai campus a causa del deficit idrico e dell'inquinamento nelle zone indiane in cui opera la multinazionale.

 
Categoria: Economia
Commenti dei lettori: 1 commento -
Caro Agostinelli, il tema specifico va inquadrato in quello vitale che riguarda tutti: il bene supremo dell'ACQUA. In altri siti se ne parla; è diventato un cavallo di battaglia del padre comboniano Alex Zanotelli e, come Alex, tanti invitano a mobilitarci per la difesa dell'acqua, cominciando dal nostro stile di vita quotidiano, di sobrietà tenace e continua. Che diventi per tutti un impegno concreto, frutto di sensibilità e di rispetto verso il Creato. Prima che sia troppo tardi. Per tutti.
Scritto da I soliti amici al bar il 23/10/2009 alle 12:58
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