Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 21/11/2009 alle 07:11

Di ritorno dalla Cina, Barack Obama ha di nuovo espresso soddisfazione per l'approvazione alla Camera dei Deputati della riforma sanitaria. Una svolta storica per chi conosce le enormi resistenze di quel Paese ai cambiamenti verso un ruolo diretto del pubblico per assicurare i diritti universali. Dato che il provvedimento, che contempla la contestata “public option”, è passato con 220 voti favorevoli, e 215 contrari molti nostri giornali e le Tv di Berlusconi non hanno sottaciuto una segreta speranza: che tutto si areni al Senato e che l’America che prendiamo a riferimento sia ancora quella del liberismo assoluto, dell’integralismo religioso, della guerra preventiva. Se si pensa che a Washington hanno votato a favore quasi tutti i deputati democratici, mentre tutti i deputati repubblicani tranne uno hanno votato contro, capiamo come le divisioni si collochino proprio tra cambiamento e restaurazione e da che parte possa stare chi da noi tiene bordone al Cavaliere e ai suoi interessi personali.  Cavaliere che confida ai suoi collaboratori che la scomparsa dell’“amico Bush” rende più scivoloso il suo declino. "Ora siamo a soli due passi dal portare a compimento la riforma sanitaria", ha detto Obama, che pensa a una legge "entro la fine dell'anno, nell'interesse di tutti gli americani”. La riforma sanitaria prevede di estendere la copertura assicurativa a 36 milioni di americani che al momento non sono coperti da nessuna assistenza e indica norme molto restrittive per le compagnie assicurative. Non possiamo che sperare che un po’ del vento nuovo e della politica nobile che sembra rinascere oltreoceano si riversi anche da noi. Ma capite allora come possa essere scocciato per questo nuovo corso del più potente e influente paese dell’occidente un capo di governo italiano che ha costruito un impero economico fatto di media, immobiliari e assicurazioni confondendo pubblico e privato e spendendo il prestigio delle istituzioni solo per difendere i propri interessi?

Categoria: Sanità
Commenti dei lettori: 1 commento -
Sarà difficile per il grande Obama non dare retta alle lobbies americane.
Scritto da arturo il 2/12/2009 alle 15:41
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