Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 10/12/2009 alle 08:26

Macché riciclaggio, macché fondi neri, macché conti off shore. In un paio di spericolate interviste di mezz'estate Rosanna Gariboldi aveva tentato di lasciarsi alle spalle dubbi e sospetti. Lei, la moglie di Giancarlo Abelli, il politico che da vent’anni tira le fila della sanità in Lombardia, vicinissimo al governatore Roberto Formigoni, non voleva restare col cerino acceso in mano a pagare per quegli strani giri di soldi tra l'Italia, il Liechtenstein e Montecarlo. Tutto un equivoco. Anzi, "un complotto. Certo, non poteva negare i rapporti di fraterna amicizia con il ricchissimo imprenditore Giuseppe Grossi: erano suoi, di Grossi, quei 2,3 milioni di euro piovuti tra il 2001 e il 2008 su un conto monegasco della signora Abelli. Così Gariboldi e Grossi sono finiti in carcere, travolti dall'inchiesta sui fondi neri per la bonifica del quartiere milanese di Santa Giulia e sotto tiro da parte di alcuni di noi all’opposizione in Consiglio per i 44 milioni di maggior esborso da parte della Regione per la bonifica dell’area ex-Sisas. La trama che si sta rivelando in questi giorni si snoda tra affari e politica e getta una luce molto inquietante sui piani alti del Pirellone. Operazioni immobiliari per milioni di euro che hanno come promotori e soci alcuni politici lombardi di primo piano, tutti targati Pdl, ramo Forza Italia. Un giro ristretto di cui fanno parte due assessori in carica della giunta Formigoni come il brianzolo Massimo Ponzoni (Ambiente)e il varesino Massimo Buscemi (Reti e Servizi di pubblica utilità). Con loro anche Giorgio Pozzi, al governo della Lombardia come responsabile di Innovazione e Artigianato fino al 2005 nonché vicecoordinatore in carica del Pdl in provincia di Como. La scossa arriva in piena estate, a fine luglio, quando Gariboldi esce di scena e cede le sue azioni. Insieme a lei si fanno da parte anche Buscemi, Ponzoni e Pozzi, che comunque restano soci tra loro in altre operazioni. Difficile non notare che la raffica di vendite di quote precede di pochi giorni la pubblicazione sui giornali delle prime indiscrezioni sul coinvolgimento della moglie di Abelli nell'inchiesta penale sui fondi neri di Santa Giulia. I politici forzisti si ritrovano in un gioco di scatole societarie che vale la pena di raccontare. Si può partire, ad esempio, dalla immobiliare "Il pellicano", una srl con sede a Desio, la cittadina brianzola capitale del mobile made in Italy. Prima del ribaltone di luglio, Buscemi, Gariboldi, Ponzoni e Pozzi possedevano ciascuno il 17,5 per cento del capitale sociale. Dopo il ribaltone di luglio, usciti di scena Buscemi e Pozzi oltre a lady Abelli, la quota di maggioranza della società fa capo a Ponzoni, assessore formigoniano all'Ambiente, titolare anche dell’immobiliare La Perla, un'altra srl che sta costruendo su un'area di pregio proprio nel centro di Meda, a pochi metri di distanza dal municipio, venduta a sua volta ad una società milanese, Tulipano, che pochi mesi prima è passata sotto il  controllo di due neocostituite finanziarie lussemburghesi. Difficile dire, quindi, chi sia il reale proprietario di Tulipano e, quindi, anche della Immobiliare La Perla. A Meda però i lavori proseguono affidati alla società di costruzioni che fa capo alla famiglia della moglie di Ponzoni. Buscemi e Pozzi, invece, dopo aver abbandonato "Il pellicano" e la speculazione di Cabiate, fanno ancora squadra insieme. Li troviamo a Gallarate, in provincia di Varese. Questa volta si spartiscono il capitale di una società dal nome altisonante, "Lux usque ad sidera" (dal latino, luce fino alle stelle) che partecipa a un'operazione immobiliare in una zona di gran pregio nel centro della cittadina varesotta. C’è da chiedersi se davvero non meriti una riflessione impietosa la congiunzione abituale di affari e rappresentanza politica nella Lombardia che, col suo presidente Formigoni, si autoproclama “eccellente” e che invece tollera disinvoltamente possibili conflitti di interesse.

Categoria: Lombardia
Commenti dei lettori: 1 commento -
Questa è la classe dirigente lombarda che da privato fa affari e con la stessa faccia, ma con il ruolo istituzional, continua a fare affari..
Scritto da gino daccapo il 10/12/2009 alle 15:51
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