Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 11/12/2009 alle 07:31

Analizziamo oggi i dati presentati dalla Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE), una organizzazione che era nata durante la crisi del 1973-74 per assicurare gli approvvigionamenti di petrolio ai paesi OCSE e che ora di petrolio non parla più, ma da tre anni lancia appelli disperati (e documentati) per segnalare che l’era dei combustibili fossili è alle spalle e che “l’estensione e la portata della sfida energetica sono enormi, ben più grandi di quanto si creda”. Il dato positivo di quest’anno è che le previsioni dello scenario base dicono che nel 2020 le emissioni mondiali di CO2 saranno inferiori di 1,9 miliardi di tonnellate, pari al 5% in meno rispetto alle previsioni AIE dello scorso anno. Per tre quarti e’ l’effetto della crisi economica e l’AIE riafferma che e’ indispensabile limitare l’aumento della temperatura a 2 gradi centigradi e per avere una probabilità del 50% che ci si riesca occorre stabilizzare la concentrazione dei gas ad effetto serra a 450 parti per milione di CO2 equivalente. A questo scopo entro il 2030 saranno necessari investimenti per 8000 miliardi di euro, una cifra certo impressionante eppure quanto hanno speso i governi per sostenere le banche in questa crisi? L’ottimo studio di Piergiorgio Alessandri e Andrei Haldane della Banca d’Inghilterra dice che il valore complessivo lordo degli interventi a favore delle banche è stato di 9.400 miliardi di euro.  Il che significa che in un anno abbiamo speso di più di quanto dovrebbe servire per contenere i danni del nostro inquinamento nei prossimi venti anni. Dunque non ci sono alibi e’ solo una questione di scelte. Vale più il clima che preserva la nostra vita e il creato o le banche?Perche’ forse non e’ chiaro che la conferenza di Copenaghen non sarà una conferenza di metereologi: sarà una conferenza sulla sicurezza alimentare dei sei miliardi di persone che vivono su questo pianeta! Alcune proiezioni mostrano che lo scioglimento in corso dei ghiacci antartici entro fine secolo fara’ aumentare il livello degli oceani di 180 cm. La Banca mondiale rivela che un aumento dei livello dei mari di 90 centimetri farà sommergere metà della terra coltivata a riso in Bangladesh, inonderà un terzo del delta del Mekong che produce metà del riso vietnamita. Il servizio svizzero che monitora i ghiacciai mondiali ha segnalato che è il diciottesimo anno consecutivo che i ghiacciai si stanno riducendo. La riduzione dei ghiacciai himalaiani influenzerà i maggiori fiumi asiatici e le attività agricole legate ad essi. La Cina è il maggior produttore mondiale di grano, l’India è il numero due, pertanto le conseguenze dei cambiamenti climatici si tradurranno in insicurezza alimentare per miliardi di persone! Sapendo che già oggi, come ha ricordato la FAO, un miliardo di persone vive la fame. Di questo si discuterà a Copenaghen e per questo sarà una conferenza importante, per questo è importante ridurre la richiesta di energia e installare pale eoliche e pannelli solari per produrre acqua calda ed elettricità.  E’ imbarazzante che a Copenaghen il governo Berlusconi si presenti invece con due banali proposte: acquistare diritti (pagando) che permettano di continuare ad inquinare e spendere 20 miliardi di euro per costruire quattro centrali nucleari. E’ evidente che la proposta italiana è di retroguardia: del resto la maggioranza attuale è quella che ha approvato un ordine del giorno che rifiuta di credere che l’uomo sia responsabile del cambiamento climatico, che nel 2008 ha cancellato l’obbligo del certificato energetico nelle compravendite edilizie indebolendo, piuttosto che rafforzare, il sistema della certificazione energetica degli edifici e gli obiettivi di efficienza, che ha nei mesi scorsi approvato una mozione per cancellare gli incentivi al solare termodinamico. Facendo i conti di quanta corrente elettrica avremo bisogno nel 2020 e di quanta siamo in grado di produrne oggi emerge che non c’è alcuna necessità di 6.400 MW di nucleare, come annunciano Berlusconi e Scajola. Meglio spendere i soldi in maniera più produttiva, seguendo le indicazioni dell’AIE: efficienza energetica nelle case, nelle scuole e nei trasporti,  fonti rinnovabili nella generazione elettrica, investimenti sulla rete perché sappia adattarsi a un nuovo paradigma energetico, sapendo che anche il clima e’ un bene comune e siamo di fronte a un problema di giustizia La posta in gioco a Copenaghen è vitale nel vero senso del termine.

 
 
 

 

Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 2 commenti -
Ma per Berlusconi il bene comune non coincide con i suoi interessi e, quindi, chissenefrega del clima e viva gli affari con le centrali nucleari! Ma gli italiani gliela faranno fare franca?
Scritto da Piscopo avvocato il 11/12/2009 alle 10:02
E' ovvio che da quanto scrivi non è una questione politica tra business e clima e il nostro presidente è sempre dalla parte dei poteri forti! E a noi non resta che prenderci carico della salute del pianeta con piccole azioni quotidiane.. quando si dice pensare in grande!
Scritto da Pino Ligorio il 11/12/2009 alle 12:33
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