L’arresto dell’assessore regionale Prosperini con l’accusa di aver incassato una tangente da 230 mila euro per un appalto da 7,5 milioni di euro per promuovere in tv il turismo in Lombardia solleva un grande disagio politico. E il disagio non riguarda solo questo caso e lo stillicidio di interventi della Magistratura negli atti amministrativi della Regione Lombardia. Dalla vicenda Santa Rita, sintomo della possibilità di corruzione della sanità privata accreditata all’inchiesta sui fondi trasferiti da Grossi per i finanziamenti aggiuntivi ricevuti per le bonifiche appaltate dalla Regione con la chiamata in causa di assessori in qualche modo lambiti dall’inchiesta. Il sistema di governo di Formigoni mostra crepe allarmanti che né la propaganda a piene mani né l’arroganza con cui si sfidano i giudici riesce ad occultare. La campagna elettorale che si sta aprendo e che dovrà riguardare innanzitutto le prospettive di vita e di lavoro dei cittadini lombardi non può esimersi però da un giudizio da approfondire su come la macchina di potere ha più o meno legalmente utilizzato i soldi dei cittadini.