Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 10/1/2010 alle 22:00

L'Italia è l'unico paese in Europa che finanzia strade e autostrade con risorse pubbliche doppie rispetto a quelle destinate a ferrovie nazionali e regionali. Le cifre spese da Stato e Regioni per il trasporto ferroviario locale sono imbarazzanti per un paese moderno. A leggere i dati di quanto finanziato dallo Stato italiano tra il 2002 al 2009 suddivisi tra strade, ferrovie, metropolitane, la strategia sulla mobilità sembra chiara: spingere il traffico su gomma. Tante risorse per la strada e le grandi opere nella Legge Finanziaria in corso di approvazione: 400 milioni di euro di sussidi agli autotrasportatori e 470 milioni di euro per il Ponte sullo Stretto, oltre a 1,2 miliardi di euro già stanziati dal Cipe.
Stessa scelta da parte delle Regioni: addirittura in Abruzzo, Basilicata e Calabria negli ultimi 7 anni non è stata stanziata alcuna risorsa per le ferrovie, ma ridicola è anche la situazione di Liguria, Friuli, Molise, Sicilia dove il 99% delle risorse è andato ai cantieri stradali.
Alle Regioni spetta definire il contratto di servizio con i gestori dei treni e individuare i capitoli di spesa nel proprio bilancio per migliorare i servizi aggiuntivi (più treni in circolazione) e per il materiale rotabile (treni nuovi o riqualificati). La Lombardia nella sua ultima finanziaria ha addirittura diminuito lo stanziamento per i treni dei pendolari, non arrivando nemmeno allo 0.1% del suo bilancio, e mantenendo invece altissime le spese per Pedemontana, Brebemi e Tem. L’investimento per i pendolari operati dalle Regioni sono imbarazzanti per un paese che si dice “moderno” e sono offensive nei confronti dei cittadini. Solo la Regione Campania supera con i propri investimenti nel 2009 la quota dell'1% delle spese di bilancio. E la Campania dimostra come gli investimenti possono pagare: dal 2000 il numero di passeggeri trasportati è aumentato del 40%, togliendo traffico dalle strade e quindi inquinamento.
Si tenga conto poi che la rete di metropolitane delle città italiane, con soli 161,9 km, è la più corta d'Europa. Stesso discorso vale per le ferrovie suburbane che contano in totale 591,7 km di estensione: pochissimi, rispetto ai 2.033 km della Germania per esempio.
Ma un altro allarme riguarda l'inadeguatezza del servizio su tante tratte regionali e a lunga percorrenza dove proprio le scarse risorse stanziate da Governo e Regioni mettono a rischio il servizio e condannano i pendolari a dover girare sui soliti vecchi treni. Eppure sono 2 milioni e 630 mila i cittadini che ogni giorno prendono i treni per motivi di lavoro e studio sulle linee regionali e che sono cresciuti dal 2007 al 2009 dell'8,2% (200mila viaggiatori in più).
I pendolari del treno hanno un nemico: la strada. L'Italia è infatti l'unico paese in Europa che finanzia strade e autostrade con risorse pubbliche che arrivano al 67% del totale riducendo quelle previste per le ferrovie nazionali e regionali.

 
Categoria: Infrastrutture
Commenti dei lettori: 2 commenti -
Credavamo che il problema strada - ferro fosse dovuto agli interessi della Fiat. Evidentemente le lobbies sono ben più estese e stanno negli interessi privati contro quelli pubblici. Chi guadagna se si è costretti a vivere male in auto o sul camion 18 ore al giorno?
Scritto da Un camonista di riposo al sabato e domenica il 9/1/2010 alle 10:55
Caro Agostinelli, avevi proposto un post simile, non molto tempo fa. Ricordavamo un nostro prof: se non si dà preferenza totale al trasporto pubblico conoscerete un triste tempo di inquinamento insostenibile, caotico, devastante, irreversibile, distruttivo non solo sull'ambiente ma nelle stesse persone. Noi eravamo studentelli, anni 60; primi sconvolgimenti epocali della strada, del trasporto privato. Un profeta, quel prof. Purtroppo inascoltato.
Scritto da Legnanesi e Bustocchi il 9/1/2010 alle 16:47
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