Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 15/1/2010 alle 08:38

Anno nuovo, foreste antiche: le foreste millenarie sono una promessa di futuro. Eppure le stiamo perdendo: ogni anno vengono distrutti 13 milioni di ettari di foreste, una superficie pari a quella della Grecia. Dalle foreste asciutte dell'Africa alle foreste pluviali asiatiche, ai boschi temperati dell'Australia, alle foreste boreali del Canada, è un susseguirsi di boschi e foreste scomparsi e morie di alberi. Anche i pini delle Alpi ne sono affetti.
Le foreste sono state sempre identificate con la longevità, simboleggiata dai grandi alberi millenari. Ebbene, gli alberi hanno vita sempre più breve. Il clima è cambiato più volte in passato, ma il ritmo delle glaciazioni seguiva ritmi di millenni, quanto bastava agli alberi per "spostarsi" di generazione in generazione, attraverso la dispersione dei semi. La velocità del cambiamento climatico in corso supera di gran lunga i tempi lenti delle foreste, e gli alberi, semplicemente, iniziano a morire. Dagli anni settanta ad oggi ben 88 foreste sono scomparse a causa del cambiamento climatico. Lo rivela uno studio del servizio geologico statunitense (U.S. Geological Survey - USGS) rilasciato nella rivista scientifica Forest Ecology and Management. "Gli alberi muoiono molto più rapidamente di quanto crescano - spiega Craig D. Allen, scienziato alla USGS e autore dello studio - I diffusi esempi di siccità e di mortalità causata dalle temperature più alta mostrano bene come il clima possa portare a impatti improvvisi e su vasta scala sui servizi essenziali delle foreste, che vanno dalla fornitura di legname, alla protezione dei bacini idrici, alla biodiversità, ai servizi di carattere riceazionale, estetico e spirituale".
Negli ultimi 15 anni è l'Africa ad aver subito i maggiori danni, scendendo da 700 a 635 milioni di ettari di foresta. In Sudamerica si è scesi invece da 970 a 930 milioni di ettari. 
Ecco qualche semplice consiglio per mettere da parte un po' di futuro:

evita prodotti che contengono olio di palma, in particolare il biodiesel che proviene da essa. L'espansione delle piantagioni di palma da olio è uno dei principali motivi di deforestazione nei tropici

ricordati che il legno è un materiale vivo: acquista prodotti in legno certificati FSC, per usare il legno proteggendo le foreste

non accettare riviste pubblicitarie: è carta (e foresta) gettata nel cassonetto

ricordati di riciclare la carta: tutta la carta riciclata evita l'abbattimento di alberi (e evita tanto inquinamento). Per lo stesso motivo, usa prodotti in carta riciclata

pianta un albero, assicurandoti che sia una specie autoctona, ossia nativa della tua regione

chiedi al tuo comune di risparmiare carta e usare solo prodotti riciclati o certificati FSC

stampa da computer solo quando è necessario e riusa i fogli scritti su unica facciata

Commenti dei lettori: 10 commenti -
La battaglia condotta da molte associazioni naturalistiche per conservare i parchi naturali comincia a dare frutti. In Provincia l'area parchiva si è allargata e negli ultimi anni si è confermata la validità del Parco Pineta di Tradate messo in discussione da vari interessi. Resistiamo alla cementificazione! L'albero è nostro amico.
Scritto da Silvano, guardia ecologica il 15/1/2010 alle 09:58
Bella l'idea che con piccoli atti quotidiani raccomandati in fondo all'articolo si possa addirittura influire sui grandi aggregati naturali che sono immensi ma anche tanto fragili. Grazie per la connessione quotidiano -locale - globale
Scritto da Augusta daSamarate il 15/1/2010 alle 11:12
Bellissimo post. Dai grandi valori ideali che tutti, almeno formalmente, dicono di apprezzare ed accettare, si passa alla proposta empirica, quotidiana, di coerenza e di testimonianza. Noi la chiamiamo stile di vita improntata alla sobrietà e frugalità. Quelli più bravi dicono essere povertà evangelica. Comunque: un grande rispetto del Creato (e di conseguenza delle creature) da parte di tutti coloro che sono "uomini e donne di buona volontà". Di qualsiasi ideologia, credo, filosofia... Ottimo.
Scritto da Rosella e Carlo il 15/1/2010 alle 11:31
Uno spunto prezioso per passare dalle parole dei proclami ai piccoli fatti concreti che ognuno di noi può fare. Dobbiamo essere consapevoli che soltanto la somma di tantissimi, infiniti, giornalieri atti di moderazione e di rispetto verso l'ambiente, significa lasciare un segno di vita, con beneficio di tutti. Scoprendo poi di essere meno prepotenti, arroganti, egoisti e, guarda caso, più liberi perchè in sintonia con la Natura. Utopia? Non proprio... concretezza.
Scritto da Legnanesi e Bustocchi il 15/1/2010 alle 13:22
"Forse la terra si ribella ingoiando però i giusti e lasciando vivi gli speculatori dell'ambiente, che ora fingono di piangere, ma con il pensiero avido di un benessere insostenibile che travolgerà sempre più poveri, maledetti anche dalla sfortuna di vivere in luoghi sbagliati". E' un profondo commento sull'immane tragedia di Haiti. Ma riferibile a qualsiasi tragedia che l'uomo insano e irrispettoso dell'Ambiente può provocare, uccidendo la Natura. Volontariamente.
Scritto da La Natura siamo noi! il 15/1/2010 alle 14:08
Anche in regione Lombardia, a nord della provincia di Varese, vi è alto un alto rischio per le vegetazione delle valli e delle vallecole fluviali ed in modo particolare la valle del torrente Bevera, a causa del tracciato ferroviario della nuova ferrovia Arcisate-Stabio. La componente boschiva, direttamente interessata dal tracciato ferroviario, è costituita da latifoglie miste con prevalenza di specie tipiche dei querceti, accompagnati dalla massiccia presenza di Robinia, con una copertura che varia dal 50% al 70%. Il tracciato interseca inoltre boschi igrofili di buona qualità, soprattutto nei pressi del sistema Bevera-Diotti. Nell’area vasta sono presenti, e potenzialmente interessati dalla linea ferroviaria i prati pingui, periodicamente sfalciati e concimati, che costituiscono nicchie ecologiche di particolare pregio anche per il ruolo di aree di transizione. L’ecosistema della Valle della Bevera così ricco e diversificato rischia la frammentazione e conseguentemente una riduzione in numero e specie della biodiversità complessiva.
Scritto da giuliana il 15/1/2010 alle 14:55
Il problema dell’alta mortalità degli alberi caratterizza anche la parte a nord della nostra provincia di Varese, soprattutto per quanto riguarda le conifere che negli anni più siccitosi del 2000 hanno mostrato grande difficoltà a reggere l’alto stress idrico estivo; altre specie, come alcune specie di querce, hanno dimostrato un’accentuata vulnerabilità all’attacco fungino e parassitario.
Scritto da giuliana il 15/1/2010 alle 14:55
"Pianta almeno un albero...". Una facile, concreta proposta che ognuno di noi può fare, se vuole: un piccolo grande gesto per sentirsi in sintonia con la Natura... Se ogni nucleo familiare che ha possibilità di spazio facesse questa piccola operazione! O almeno un vaso (in più) sul terrazzo, sul balconcino, in un angolo della casa con il segno di una vita (vegetale) che richiama costantemente adesione e coesione con tutti gli alberi, che vivono, che sono vita... Una goccia, tante gocce...
Scritto da Robecco sul Naviglio il 15/1/2010 alle 15:40
Attenzione all'ambiente che ci circonda deve essere problema di tutti, non solo dei "verdi" o "arcobaleni" vari... Ogni forza politica e ogni movimento, di qualsiasi genere, deve contemplare questo piccolo "obbligo". Le scuole poi dovrebbero avere come insegnamento obbligatorio questa materia, esplicitamente; soprattutto fin dalle elementari. Scopriremmo di avere più verde attorno e di essere noi stessi più... solari e meno...neri (dentro).
Scritto da Idealisti ma non troppo... il 15/1/2010 alle 15:50
Sulla salvaguardia del Creato da qualche tempo si nota una costante presenza dell'attenzione del papa. Forse anche in campo religioso si comincia ad essere espliciti sui temi dell'ecologia. Meglio tardi che mai. Soprattutto se, come ci riferscono amici cattolici, "è peccato grave" non rispettare la Natura. Una positiva considerazione, per una mentalità e una cultura che è favore della vita.
Scritto da Amici e amiche di Carlo e Rosella il 15/1/2010 alle 16:38
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