Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 27/1/2010 alle 07:05

La legge voluta dal Governo per reintrodurre il nucleare in Italia, imposta al parlamento con il voto di fiducia, contro il parere espresso dalle italiane e dagli italiani con il referendum del 1987 avrà conseguenze anche per la Lombardia. Infatti nella nostra regione ci sarebbero almeno tre siti “favorevoli”: a nord di Voghera, a sud di Mantova, lungo il Po cremonese. Non c’è nessun bisogno di nuove centrali, ma le lobby degli affari premono. Secondo l’ultimo rapporto di Terna nel 2009 c’è stato un calo di domanda di energia in Lombardia del 6,8% e l’offerta degli impianti è superiore alla domanda. In più il costo dell’energia elettrica non dipende più dalla fonte, ma da un mercato molto concorrenziale e oggi il prezzo del nucleare (v. ultimo reattore in costruzione in Finlandia) è pari a 60 centesimi di euro al Kwh, decisamente superiore a quello prodotto non solo con gas e petrolio, ma addirittura con il vento e l’acqua. Reintrodurre il nucleare in Italia porterebbe non solo a scegliere tecnologie invecchiate ma a impiegare in questa direzione almeno 30 miliardi di euro, cioè impiegando gran parte delle risorse disponibili, che invece potrebbero essere usate per consentire investimenti innovativi e occupazione qualificata nelle fonti energetiche rinnovabili.  Inoltre con il nucleare, che in ogni caso non sarebbe pronto prima del 2020, l’Italia si troverebbe inadempiente di fronte all’Europa che come è noto ha dato l’obiettivo del 20-20-20 e dovrebbe di conseguenza pagare multe salate, come ho già riportato in post precedenti. Per non parlare dei pericoli per l’ambiente e la salute delle persone. Né si può tacere che la questione smaltimento delle scorie radiottive era e resta irrisolta. Inoltre tutte le procedure di gestione sono imbottite di misure autoritarie fino alla militarizzazione di siti delle centrali. Il Governo propone una strategia vecchia ed arretrata: il nuovo è nelle fonti ad energia rinnovabile. Perciò è necessario che le Regioni facciano valere i loro poteri e il loro ruolo. Per l’articolo 117 della Costituzione le Regioni hanno un potere concorrente con lo Stato in materia energetica e quindi il Governo non può decidere da solo. Così in materia di diritto alla salute il Governo non può sequestrare i poteri delle Regioni a favore di quel simulacro di Agenzia per la sicurezza che vuole costituire e che così com’è prevista non sarà in grado di garantire assolutamente nulla. Le Regioni hanno poteri in materia di assetto del territorio e quindi di localizzazione dei siti, del trasporto e della distribuzione dell’energia. Ma la Lombardia di Formigoni tace e acconsente. A proposito, la Lega Nord è disponibile ad ingoiare anche questa pur di tenere in piedi questo Governo ? Gli elettori ricorderanno e giudicheranno le Regioni alle prossime elezioni del 28/29 marzo.

Categoria: Lombardia, Economia
Commenti dei lettori: 3 commenti -
E' incredibile, ma su Repubblica on line si legge che oggi le Regioni italiane hanno preso posizione a maggioranza contro il decreto del governo per localizzare centrali nucleari. Solo tre sono rimaste inchinate a Berlusconi: Friuli, Veneto e Lombardia. Quindi le 5 centrali previste dovrebbero pioverci addosso tra il Po e le Alpi? Grazie Formigoni e Lega. Ne riparliamo alle elezioni!
Scritto da Adrian Zanolla il 27/1/2010 alle 18:44
Venerdì 29 a Varese alle ore 21 presso la sede dell'AUSER in Piazza De Salvo ci sarà un dibattito sull'energia e il nucleare con Mario Agostinelli e Fulvio Fagiani. Una buona occasione per un confronto
Scritto da Adriana il 27/1/2010 alle 20:50
Nelle parole "il costo dell’energia elettrica non dipende più dalla fonte, ma da un mercato molto concorrenziale e oggi il prezzo del nucleare (v. ultimo reattore in costruzione in Finlandia) è pari a 60 centesimi di euro al Kwh, decisamente superiore a quello prodotto non solo con gas e petrolio, ma addirittura con il vento e l’acqua" c'è una proposta da non sottovalutare: il VENTO e l'ACQUA (che ad esempio in puglia e in sardegna sono ABBONDANTI). Cosa scegliere, tra il nucleare e il vento?
Scritto da Carlo Cattorini il 2/2/2010 alle 10:14
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