Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 30/1/2010 alle 07:41

Continuo oggi con l’esposizione di alcune cifre presenti nel rapporto Istat 2008, in parte già commentato ieri su questo blog.

Le imprese: piccolo è ancora bello?
Il dato caratteristico che emerge dall’analisi statistica è molto conosciuto. Il nostro tessuto produttivo è fatto in massima parte da piccole imprese. Sono nuclei produttivi a bassa tecnologia ma a forte specializzazione, tendenza quest’ultima che è andata accentuandosi a partire dal 2000. D’altronde, si deve considerare che il nostro Paese ha il più alto tasso di imprenditorialità in tutta Europa e presenta un alto numero di lavoratori indipendenti rispetto a quelli dipendenti. Il rapporto fra le due categorie è pari al 32,2% ed è quasi il triplo di quello europeo. Insomma, gli italiani amano mettersi in proprio, ma nella crisi in corso a livello europeo e globale gli strumenti per le imprese medio grandi sono stati adeguati assai di più di quelli per l’imprenditoria diffusa. Da ciò non può che derivare una difficoltà strutturale negli investimenti e nell’innovazione. Diminuiscono competitività e vita delle imprese: l’Italia è il Paese dove nascono e muoiono più imprese che nel resto d’Europa. Anche questo non è un indice di salute dell’economia produttiva.
 
Qualità della vita: sportivi ma tutti con l’auto
18 milioni di concittadini di età superiore ai tre anni praticano uno sport (31%): un popolo di pedalatori e corridori palestrati. Ma, nello stesso tempo, un popolo che, una volta intrisa la maglietta di sudore, sale subito in auto o in moto. Infatti, gli italiani risultano essere uno dei popoli più motorizzati del mondo e il dato è in continua crescita. Nel 1991, c’erano 501 autovetture ogni mille abitanti; nel 2008 sono 603. Povertà
L’Italia è anche il Paese dove i poveri sono il 13,6% della popolazione (circa otto milioni), la maggior parte nel Sud e dove le disuguaglianze di reddito sono fra le più alte dell’Europa unita. Campania, Sicilia, Calabria e Lazio sono le Regioni dove la diseguaglianze risultano più forti. Significativo un altro dato: soltanto 84 italiani ogni centomila abitanti possiede un bancomat. Il fascino dei contanti è irresistibile, anche quando mancano del tutto!
 
Cultura: la lettura, questa sconosciuta
Una cifra su tutte: circa 45 italiani su 100 leggono almeno un libro in un anno. La spesa per consumi culturali ci colloca al quintultimo posto nella Unione europea e, dal 2006, non cresce. Soltanto l’1,4% del totale della forza lavoro italiana è impiegata in settori produttivi legati alla cultura. Un italiano su due legge un quotidiano. Le cose non vanno meglio per quanto concerne gli accessi ad Internet: il 53% dei nostri concittadini ne ha uno, contro una media europea del 63%. Soltanto il 29% ha visitato nel 2009 un museo o una mostra d’arte, proprio nel Paese che ha più musei ed opere artistiche del mondo.
 
Giustizia e crimini: meno omicidi che nel resto d'Europa
I dati relativi al 2007 evidenziano che ci sono stati 49 delitti ogni mille abitanti. Calano gli omicidi, che, sempre nel 2007, sono stati 10 per ogni milione di abitanti; una media largamente inferiore a quella europea. Sono però in aumento i crimini violenti: dal 2004 e il 2007 sono aumentati del 18%, la maggior parte dei quali nelle Regioni del Centro. Il 37% dei detenuti nelle carceri è di origine straniera. Il problema della sicurezza impaurisce il 60% degli italiani.
 
Se si mettono insieme i dati del post di ieri e quelli odierni ne viene una formidabile spinta alla riflessione e a definire un rapporto virtuoso tra società e politica, oggi sempre più su binari divergenti. Entreranno questi dati nella campagna elettorale imminente o ci si fermerà ai bizantinismi delle alleanze tra apparati un po’ spompati? In fondo, la buona politica è quella che si occupa non dei propri interessi e delle proprie lobbies, ma degli elettori come persone titolari di diritti, dei beni comuni, del progresso materiale, culturale e, perché no, spirituale della popolazione. Correggendo così le storture che, come prevede la nostra Costituzione, impediscono la giustizia sociale e la piena realizzazione di ciascuno. Ce ne ricorderemo anche quando i cartelli della propaganda elettorale ci soffocheranno spesso ipocritamente da destra e da manca?
Categoria: Idee e proposte
Commenti dei lettori: 8 commenti -
Lei Agostinelli trascura nei suoi interventi giornalieri, che pure apprezzo e leggo con interesse, le questioni delle piccole e piccolissime imprese. Oggi la crisi in questo settore vitale dell'economia italiana (e varesina) è terribile e girano solo parole.Se in Italia nascono e muoiono più imprese che nel resto d’Europa, bisogna occuparsene con idee e interventi, a partire dalle banche che ci strangolano. Anche quella dei piccoli artigiani è vita quotidiana.
Scritto da Gerardo Mazzucchelli il 30/1/2010 alle 09:25
@ Gerardo Mazzucchelli. Un ottimo commento da condividere e da sostenere. Analisi cruda, ma realistica, oggettiva e vera. Agostinelli, come altri, crediamo, è attento ad ogni componente del mondo del lavoro, che è il fondamento della nostra intera società ("La Repubblica è fondata sul Lavoro"). In particolare a quello della mano d'opera, dei lavoratori, che "usufruiscono" solo se tutte le componenti della complessa realtà del lavoro sono positive e creano lavoro e ricchezza sociale.
Scritto da Legnanesi e Bustochi il 30/1/2010 alle 11:25
Meno male che si mette insieme tutto il lavoro, quello dei diritti, che riconosce il sindacato, ma che richiede che anche il lavoro non dipendente si associ e trovi proprie forme di solidarietà e non di sopravvivenza a tutti i costi. Avviamo, caro Mario, un discorso per uscire dalla crisi tutti insieme con più diritti e con più civiltà e non mettiamo più la testa sotto la sabbia, discutendo a compartimenti stagni. Viva il lavoro, tutto, come lo intende la Costituzione!
Scritto da Mauro Galli il 30/1/2010 alle 12:45
@ Mauro Galli. Certo, tutti insieme, tutto il mondo del lavoro... doveva sempre essere così anzichè contrapposizioni ad ogni costo, spesso strumentali o ideologizzate. E' il bene di tutti ad essere messo in discussione in tempi di profonda crisi economica, il lavoro. Politica (governo, opposizioni), padronato, banche, istituzioni, sindacati... che facciano davvero l'interesse della collettività, non i propri! Istat per capire, d'accordo, ma anche per intervenire e fare!
Scritto da Robecco sul Naviglio il 30/1/2010 alle 13:22
Mettendo insieme le due sue note, quella di ieri e quella di oggi, esce un'immagine dell'Italia che fa capire molte cose. Ad esempio le Tv possono davvero comandare se ne abbiamo una media di 1,4 per casa e solo 45 italiani su 100 leggono un libro all'anno e se siamo al 24simo posto in Europa per consumi culturali. E poi il rapporto tra crimini reali e paura del crimine è impressionante ed anche qui contano le televisioni e i loro padroni. Insomma, grazie per le informazioni da cui imparare
Scritto da Adelante il 31/1/2010 alle 09:13
Mario, è un ottimo spunto di riflessione presentare i dati statistici per capire l'Italia degli Italiani. Sperando che i risultati vengano ottenuti senza manipolazione alcuna ma che riflettano la nuda e cruda realtà oggettiva. Se ti è possibile, presenta sovente queste "fotografie" statistiche sul tuo interessante e intelligente blog: la dicono lunga sul nostro vivere sociale, al di là di tanti bei discorsoni.
Scritto da Carlo e Rosella il 31/1/2010 alle 09:54
Io non credo che tutti questi dati servono a niente, quando gli immigrati ci rovinano le nostre terre e fanno tornare indietro il benessere che abbiamo sudato. Basta col vostro buonismo. Vogliamo tornare a essere padroni a casa nostra
Scritto da Alberto da Giussano il 31/1/2010 alle 11:28
@ Alberto da Giussano. "Basta col vostro buonismo. Vogliamo tornare ad essere padroni in casa nostra": Alberto, di grazia, ci vorresti spiegare meglio il tuo concetto, slogan da vari decenni di un partito politico, che forse volevi recapitare ad un altro blog? Prova a dire le tue ragioni, se vuoi. Intanto, come ben puoi constatare, il padrone di casa ha ospitato il tuo commento...
Scritto da Ospiti e commentatori il 31/1/2010 alle 14:01
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