Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 10/2/2010 alle 09:13

Due notizie, una di lunedì, con la morte sul lavoro dell’operaio Gaetano Saraceni di 31 anni alla Riganti di Solbiate Arno e l’altra di martedì con il tentativo di bruciarsi vivo per la disperazione da parte di un altro operaio di 49 anni, da più di un anno disoccupato perché licenziato da una fabbrica di Besozzo richiamano la nostra attenzione sulla drammatica condizione dei lavoratori in Lombardia. Questi due episodi, sono stati preceduti da molte altre morti sul lavoro e suicidi o tentativi di suicidio di operai disoccupati in tutto il nostro paese. Ai lavoratori minacciati di perdere il più elementare diritto di vita e dignità con il lavoro non resta che la disperazione e salire sui tetti delle fabbriche per urlare la loro terribile condizione umana in questa crisi. Nel caso di Gaetano, appare agghiacciante il  fatto che 25 anni fa, un’altra simile morte ha colpito un altro operaio alla Riganti. Ma come si fa a non urlare la nostra indignazione e l’orrore per il fatto che si possa morire a 31 anni, dopo che 25 anni fa c’è stata un’altra morte simile, nella stessa fabbrica, sulla stessa macchina, con le stesse modalità. Come si fa a ripetere che in Italia, in Lombardia, a Varese la crisi non colpisce come in altri Paesi. Berlusconi, Formigoni, Bossi ripetono ogni giorno (mentendo e sapendo di mentire) che “nessuno sarà lasciato solo”. Ma hanno mai provato questi signori a mettersi, per un solo momento, nei panni della condizione drammatica di questi lavoratori e della loro più assoluta“solitudine” che li porta a morire per lavorare o a suicidarsi per la condizione umiliante della disoccupazione. Ma come si fa, mentre una moltitudine di donne e uomini soffrono la “miseria”, a spendere 300mila euro (seicento milioni di vecchie lire) solo per buttare giù un finto muro di ghiaccio per autocelebrarsi in campagna elettorale o spendere ancora “milioni di euro” per far vedere il proprio faccione sorridente con sotto la scritta “Roberto, uno di noi”. Ma come si fa a buttare letteralmente a mare, si fa per dire perché sappiamo molto bene chi se li prende, i miliardi di euro per i ponti di Messina o altri progetti assurdi come il nucleare che non servono a creare lavoro reale mentre si chiudono le fabbriche. No Formigoni, tu non sei uno di noi, tu sei solo e semplicemente uno di voi, perché uno di noi è Gaetano Saraceni morto a Solbiate Arno, uno di noi è l’operaio di Besozzo che pensava di spezzare la sua solitudine con il suicidio, uno di noi sono tutti gli altri lavoratori morti sul lavoro o vittime della disperazione per la disoccupazione. Caro Bossi, quanti uno di noi (quello vicino a casa tua, a Besozzo) si potevano aiutare con i 300 mila euro di Cassano Magnago per la posa della prima pietra della pedemontana e tutti gli altri moltissimi soldi spesi per autocelebrarsi? Quanti uno di noi morti sul lavoro si potrebbero salvare se la sicurezza sul lavoro fosse riconosciuta da tutte le istituzioni e aziende come il più importante e primario diritto nel lavoro. Smettendo di considerare queste morti come una tragica fatalità? Mentre molti “uno di voi” si stanno arricchendo con la nuova Lombardia da bere o Italia da bere, c’è un’altra Lombardia e un’altra Italia che stanno morendo, uccise dal nuovo potere arrogante del leghismo o finto popolo della libertà che sta solo e sempre  con i “soliti forti".

Categoria: Persone
Commenti dei lettori: 25 commenti -
Grazie Mario per questa straordinaria prova di sensibilità e verità. Uno di noi dobbiamo sempre dirlo di chi sta dalla parte della solidarietà e della solitudine degli ultimi. Non di chi sta al potere governando insensibile alla solitudine dei governati. Bella questa tua nota di grande spessore umano.
Scritto da Marino Ruzza il 10/2/2010 alle 10:23
La drammatica condizione della classe lavoratrice in Italia non è in agenda. Le morti bianche non sono che la punta di un iceberg che comprende gli infortuni, il salario vergognosamente basso, il precariato ecc. Ma la politica guarda da un'altra parte, cavalca un’onda culturale che ha da tempo voltato lo sguardo altrove. Tocca alla Sinistra l’arduo compito di invertire una tendenza che da troppo tempo vuole il lavoro e i lavoratori fuori dalle discussioni non solo politiche, ma anche culturali.
Scritto da Saverio il 10/2/2010 alle 10:50
@Marino Ruzza. "Bella questa tua nota di grande spessore umano"... ma altrettanto bello è il tuo commento, che condividiamo in pieno e che sottoscriviamo, come l'intervento di @Saverio. A quando davvero una (ri)nascita forte della solidarietà umana e fraterna che ci faccia sentire davvero tutti UGUALI nella dignità di PERSONE?
Scritto da Legnanesi e Bustocchi il 10/2/2010 alle 11:19
Bravo Mario, commentare la tua forte riflesione sulla condizione reale del lavoro anche nei nostri territori potrebbe essere persino riduttiva. La mia speranza è che il risveglio dal lungo sonno dei molti "uno di noi" arrivi al più presto per riprendere il cammino del riscatto sociale e civile generale. stefano
Scritto da mele stefano il 10/2/2010 alle 11:45
È vero, questa morte è uno schiaffo a Formigoni e a tutti quelli che pensano che la politica sis solo una questione di marketing. Grazie
Scritto da Elettore deluso il 10/2/2010 alle 11:52
Il lavoro è stato declassato e sta perdendo dignità grazie anche alla politica che lo ha svenduto
Scritto da ul padan il 10/2/2010 alle 12:17
Dai Mario, fai rinascere la speranza come Vendola in Puglia, ce la si puo' fare. Proviamo a cambiare questo Paese. Fai crescere intorno a te i giovani, anche in nome di chi muore su lavoro.
Scritto da Giovanni il 10/2/2010 alle 12:21
Io mi indigno soltanto per te, caro Agostinelli, che speculi sulla morte di una persona per meri fini propagandistici ed elettorali.
Scritto da Vanessa il 10/2/2010 alle 12:42
@Giovanni. "Dai, Mario... Fai crescere attorno a te i giovani". Un ottimo programma, un invito encomiabile: aiutiamo e sosteniamo tanti come Mario con il nostro comportamento ed esempio di solidarietà, concreta, attiva, fattiva. Ciascuno nel proprio ambiente personale, familiare, sociale, relazionale con gli altri. Noi per primi.
Scritto da Robecco sul Naviglio il 10/2/2010 alle 13:01
prima della 626 ho fatto parte di una commissione ambiente in una grossa fabbrica del varesotto,l'esprienza mi ha insegnato che la sicurezza in fabbrica non fa parte del dna del sindacato é purtroppo vero che i disoccupati crescono è anche vero che pochi,spece i giovani,hanno il coraggio di denunciare la loro situazione,preferiscono chiudersi in casa non farsi vedere non credono che la lotta possa pagare.OGGI NON SE SO DAR LORO TORTO
Scritto da angelo m il 10/2/2010 alle 13:35
quanto hai ragione...si fanno belli con i soldi deli altri ( il vero detto sarebbe un po piu crudele ...e un po volgare)...tutti bravi a vendersi per una maciata di voti...ma di concreto non c'è molto...povera politica ...e poveri noi.....cordoglio per un altra vita sacrificata al lavoro...
Scritto da fabrizio il 10/2/2010 alle 14:12
Vanessa, perchè affermare principi di umanità, solidarietà, giustizia diventano strumentalizzazzioni elettorali? perchè non ti indigni per il fatto che a questi aspetti della condizione umana e lavorativa non si fanno trasmissioni televisive, i grandi giornali non ne parlano, pensi forse che sia più giusto tacere e far parlare solo i padroni di tutto come Bossi, Formigoni, Berlusconi? Cara Vanessa ti posso chiedere perchè non provi un pò pochezza per quello che hai scritto?
Scritto da stefano il 10/2/2010 alle 14:13
Per una volta lasciamo da parte la politica e pensiamo che questo ragazzo aveva solo 31 anni e aveva ancora tutta la vita davanti! La Riganti a Solbiate Arno è un'istituzione intoccabile.. Sapete chi è il sindaco del paese?? Il sig. RIganti! Facciamo in modo che questo episodio serva da monito e non cada semplicemente nel dimenticatoio!
Scritto da N.S. il 10/2/2010 alle 14:16
Finalmente, queste cose voglio leggere su Varese News...sono simpatizzante di questo governo ma mi dissocio completamente da certe inaugurazioni faraoniche ed, in un momento dove molti di noi si trovano in condizioni di miseria totale, certe baggianate servono solo a produrre l' effetto contrario: perdere voti! Caro Bossi non sei piu' uno di noi, caro Formigoni sei rimsto in Comunione coi tui amici ed in Liberazione del tuo elettorato! Ande' a ciapa' i ratt! Ed intanto qui la gente muore!
Scritto da Daniele il 10/2/2010 alle 14:25
@angelo m.- I giovani sono il futuro, dicono da sempre i nostri padri e i padri dei padri... Gli anziani devono cercare di dare una mano, in ogni modo, ai giovani, sempre, comunque; sforzandosi di non chiudersi essi stessi per primi in casa, spronando ad avere coraggio, nonostante tutto. E a nutrire fiducia e speranza, anche se tutto sovente sembra contro.
Scritto da Robecco sul Naviglio 2 il 10/2/2010 alle 14:41
Ma Vanessa conosce Agostinelli? sa che queste battaglie controcorrente non ha mai smesso di farle fin dalla fine degli anni sessanta? Eppoi, perche la verità diventa strumentalizzazione? Vanessa, anzichè rivolgere accuse gratuite a Mario entra nel merito di quanto denunciato della verità non bisogna mai avere paura a meno che Vanessa ha qualcosa da nascondere, forse consensi elettorali di altri che non siano gli Agostinelli?
Scritto da robinews il 10/2/2010 alle 15:24
Gaetano era un mio collega di lavoro,sono Giuseppe Barone delegato della fiom cgil, questa mattina dopo aver finito l assemblea i lavoratori del reparto stampaggio sopratutto tra i piu' giovani non avevano intenzione di riprendere il lavoro presi dalla paura e dal dolore x tragica morte di gaetano, si la paura di farsi male di morire sul lavoro x 1000 euro al mese , anzi in cig x molto meno, questa è la situazione degli operai in questo paese dove si muore e nn si viene considerati da nessuno,
Scritto da barone giuseppe il 10/2/2010 alle 15:46
FAI SOLO DELLA POLEMICA POLITICA CHE NON AIUTA NESSUNO. NON PUO' ESSERE COLPA DEI POLITICI DI DESTRA O DI SINISTRA AL MASSIMO SARA' DA VALUTARE QUALCHE MANCHEVOLEZZA DELL'AZIENDA I TERMINI DI SICUREZZA. SOLDI BUTTATI VIA PER INAUGURARE LA PEDEMONTANA?ASSOLUTAMENTE SI MA GAETANO NON SI SAREBBE SALVATO COMUNQUE,NON ESISTE NESSO TRA LE COSE
Scritto da FABIO il 10/2/2010 alle 16:18
Credo che Fabio sia una persona giovane, pensare che non esista un nesso tra la morte di un lavoratore di una qualsiasi regione d' Italia ed una inaugurazione faraonica e' chiudere gli occhi in faccia alla realta'. Certo Gaetano sarebbe morto lo stesso anche senza inaugurazione ma, e qui sta il nesso, se certe cifre fossero spese per altri fini ed altri scopi, ad esempio nella prevenzioni, forse domani si potra' salvare un altro Gaetano, un solo Gaetano, e questo non sarebbe poco, pensaci!
Scritto da Daniele il 10/2/2010 alle 19:48
E quanti lavoratori e lavoratrici disoccupati e in difficoltà economiche per lavori precari, saltuari, sottopagati... vivono l'angoscia della disperazione! Padri e madri di famiglia, giovani che vogliono metter su casa e non possono... La sofferenza è spesso chiusa dentro di sè, nelle case, nelle famiglie... Solo chi conosce certe situazioni e realtà può comprendere i drammi e le tragedie di chi si sente perduto perchè non vede speranze mentre tutt'attorno è buio fitto! Solidarietà cercasi.
Scritto da Carlo A.A. il 10/2/2010 alle 19:54
Dovete sempre trovare i responsabili di tutto, anche nella fatalità. Certamente è necessario non abbassare la guardia nella sicurezza sul lavoro, ma credo che quando accadono cose del genere si debba essere solo umanamente vicini alla famiglia e agli amici di chi è mancato. Chi va oltre lo fa per interessi propri (sindacali, politici, ecc.) che nulla c'entrano con la vicinanza familiare.
Scritto da Cristiano il 10/2/2010 alle 20:00
A causa del fermento politico per le ormai prossime elezioni purtroppo i media si rivelano essere inopportuni all'interno dei problemi seri che riguardano la nazione.Infatti senza delicatezza fanno scivolare fuori dalle prime pagine e dalle prime notizie dei telegiornali le vite di tante persone,lavoratori come noi,studenti come noi,pensionati come noi,Italiani come noi.Rimangono solo internet e poche testate a ricordarci che la nostra identità inizia con la nostra dignità come cittadini.
Scritto da Francesca il 10/2/2010 alle 22:10
Nient'altro che la verità, quello che c'è scritto. Formigoni risponde solo alle sue lobby e dispensa favori ai suoi delfini. L'Italia è fatta di piccole imprese, me gli unici che beneficiano di aiuti sono i soliti grandi gruppi che hanno preso in mano la politica tramite le tenaglie della finanza già dagli anni ottanta. Quando il governo capirà che la soluzione non è la cassa integrazione ma una politica di ristrutturazione della piccola media impresa basata su una detassazione progressiva
Scritto da Matteo il 10/2/2010 alle 22:30
dei contributi allora per i lavoratori qualcosa cambierà in meglio. Fermo stando i partiti "verdi" che sbraitano contro il poltronismo e il centralismo di Roma a difesa del popolo padano per poi comportarsi come quelli che hanno sempre criticato: lotta senza esclusione di colpi per la poltrona e promesse in cambio di voti stampate sui cartelloni pubblicitari delle NOSTRE città a NOSTRE spese.
Scritto da Matteo il 10/2/2010 alle 22:33
Alcuni commenti contengono riferimenti ad un comportamento etico, generale, di tutti, istituzioni, parti sociali. E su questo siamo d'accordissimi. Tuttavia vorremmo rimarcare ancora una volta e anche di più il cinico menefreghismo di tanta gente che dimostra indifferenza verso tutto ciò che non va, che è ingiustizia. Questo secondo noi è il peccato più grave e imperdonabile; non lamentiamoci quando siamo noi stessi, ora indifferenti, al centro di ingiustizie! Ognuno di noi è la società.
Scritto da Noi siamo società il 11/2/2010 alle 09:01
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