Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 15/2/2010 alle 10:25

Ultima riunione del Consiglio Regionale e aria da fine scuola sui banchi dell’emicerchio da cui maggioranza e minoranza guardano la presidenza e i posti della giunta come sempre semideserti, con al centro il solito vuoto riservato a Formigoni (a proposito, ha presenziato, neanche per intero a 39 di 151 sedute). Dietro di me due file si accomoda col suo gilè sopra la camicia e i suoi ricci un po’ arruffati Carlo Monguzzi, una sicurezza per ogni dubbio che sorge nei lavori d’aula e un rimedio per la mia sbadataggine quando si tratta di premere pulsanti. Ha uno sguardo poco concentrato e una marcata, profonda tristezza. Credo stia sentendo scivolare via inesorabilmente 20 anni di sicuro protagonismo nell’istituzione più importante della Lombardia e stia per questo simulando distacco da un dibattito che l’ha visto sempre attento al punto da stemperare in ironia il suo accanimento da militante. Perché Carlo, nella mia esperienza di cinque anni, non ha mai mancato di imprimere un autonomo contributo al raggiungimento di intese o alla conferma del dissenso con cui si poteva concludere la giornata di lavori in commissione o in plenaria. Un po’ preso forse dalla comunicazione esterna, credo si vedesse quotidianamente di fronte al suo elettorato con un senso di responsabilità che è raro osservare in un luogo dove oltre la metà degli eletti conquista le preferenze sgomitando negli scontri di corrente, con campagne faraoniche e costosissime e stucchevoli inaugurazioni di fine mandato. Ha lasciato il suo banco presto quando tutti ci si salutava e, penso -conoscendolo- col magone di chi ha ancora molto da dire e non è sicuro di trovare una tribuna altrettanto congeniale. Io, che ho spesso intrapreso battaglie comuni e l’ho osservato con molta attenzione anche per la sua autorevolezza e che mi tiravo addosso il rimbrotto di essere fin troppo riflessivo e refrattario alla battuta fulminante quale è la sua, penso che la sua cultura e la sua esperienza siano indispensabili per quanti continuano a combattere un potere che consuma la natura, privatizza i servizi riducendo i diritti, conculca la laicità celebrando una visione confessionale della società. “Farò il militante verde” ha dichiarato qualche giorno fa’, con l’aria determinata di quelli a cui nessuno può far appendere le scarpe al chiodo. Non ne avevo dubbio e ne riceveremo tutti, dentro o fuori dal Consiglio, grande beneficio. In fondo, è nell’innovazione del rapporto tra società e politica che si consuma la sfida odierna e in questo campo di gioco Carlo Monguzzi è insostituibilmente prezioso.

Categoria: Persone
Commenti dei lettori: 6 commenti -
Che tristezza pensare ad uno come Monguzzi, con la sua storia personale, che lascia i Verdi per entrare nel Pd e sull'uscio gli sbattano la porta in faccia negandogli la candidatura a Milano perchè porta troppi voti!
Scritto da curzio rosso il 15/2/2010 alle 10:43
Monguzzi è stato un protagonista importante del movimento ambientalista lombardo. Con la sua uscita dal consiglio regionale, avendo avuto modo di conoscerlo, credo che non sarà affatto una risorsa residuale e che lo ritroveremo insieme a noi con le stesse energie e capacità nelle battaglie per cambiare in meglio questa regione sfigurata dalle politiche del centro destra. Robinews.
Scritto da robinews il 15/2/2010 alle 11:35
In ogni starda della lombardia Formigoni dice a tutti di essere uno di noi, NO, UNO DI NOI E MONGUZZI CHE INSIEME AD AGOSTINELLI HA LOTTATO E CONTINUA A LOTTARE PER UNA LOMBARDIA CON LE MANI E L'ARIA PULITA. Robinews.
Scritto da robinews il 15/2/2010 alle 11:40
Che tristezza il PD. Altro che partito inclusivo. Spero che alemno tu riesca a ritornare in consiglio regionale. Altrimenti nessuno si occuperà più di ambiente
Scritto da emilio il 15/2/2010 alle 13:43
Le logiche dei partiti diventano progressivamente così irrazionali che un giorno gli elettori non si sentiranno più rappresentati da chi hanno come testa di pensiero,perchè era una poltrona predisposta per altri,l'elettore sentendosi ingannato insorgerà e il risultato sarà la perdita di fiducia nelle istituzioni...questa però è una utopia rispetto alla realtà drammatica dell'italiano medio che si lava le mani e si lamenta incosciente dell'abbandono mentale e fisico dei suoi rappresentanti....
Scritto da francesca il 15/2/2010 alle 17:41
e comunque a me questo sistema bipolaristico che schiaccia i partiti più piccoli mi ha veramente rotto.forse era meglio il proporzionale dove comunque tutti erano rappresentati senza logiche di mercato elettorale.oltretutto è proprio questo bipolarismo che a suon di colpi di mozioni di fiducia continua a sfornare le leggi di chi ha il ventaglio di elettori più ampio,le minoranze discriminate non sono solo quelle etniche,anche quelle di pensiero.a livello politico,a volte,non mi sento nessuno.
Scritto da francesca il 15/2/2010 alle 19:44
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