Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 27/2/2010 alle 07:22

Un minuto di silenzio per il fiume inquinato. Un atto di rispetto e di riconoscenza perché quell'acqua è segno di vita nelle culture e nelle tradizioni dei popoli. La ferita profonda inferta dal petrolio alla sua trasparenza è simbolo di quanto l'uomo riesca a sporcare ciò che tocca. Chi si batte da tempo per l’acqua bene comune sa che il mercato che la vorrebbe sottomessa la corrompe e toglie il diritto alla vita. Di fronte al Lambro che scorre trasportando morte bisogna avere la capacità di
comprendere che anche quel fiume è una vena della terra. Rispettare, salvare, ringraziare quel fiume, vuol dire preservare noi stessi. In forme diverse quel veleno ci intossica, perché ci ricorda chi in nome degli affari e dell’interesse di pochi pensa di potersi permettere ogni leggerezza e ogni sfregio.
Le squadre dei soccorsi hanno paura che il greggio inquini il Po con irrimediabili danni per tutta la flora e la fauna della Pianura Padana. Dove stanno i Bossi e i Formigoni, le loro ampolle e la loro smania di mettere a profitto il territorio e l’acqua? Il Lambro degli ultimi giorni a causa delle abbondanti piogge scorre molto veloce per cui l'ansia di bloccare il danno è alta, ragione che spinge le squadre dei soccorritori a fare presto. Sono state allestite dighe galleggianti all’altezza del parco Lambro, a Milano, e di San Zenone, nel Lodigiano, ma la situazione rimane difficilissima. Dalle prime indiscrezioni si tratterebbe di un atto doloso in una ex raffineria abbandonata che si trova a fianco di un'area sottoposta a un'operazione di rivalutazione edilizia. Occorre pensare ad una "Direttiva Lambro" che vada ad  impedire qualsiasi tipo di edificazione in aree interessate da disastri di così elevata gravità,  in questo caso nell'area dell' ex raffineria ed in un territorio tanto vasto lungo il fiume Lambro da potere in qualche modo "compensare" le conseguenze disastrose che stanno ricadendo e ricadranno sull'ambiente e sulla salute di tutti noi. Si tratta di ragionare come già avviene (o dovrebbe avvenire) per le aree boscate che vengono incendiate. Se non si reagisce tutti assieme: Cittadini, Regione, Stato, Comunità Europea, non si potrà mai giungere ad uno sviluppo sostenibile né tantomeno durevole. Ce lo ricorderemo nel dibattito elettorale o tutto ridiventerà banalmente una questione di soldi?

Categoria: Lombardia, Persone
Commenti dei lettori: 10 commenti -
Abito sul Lambro vicino a Crema e ho visto passare l'onda. Il suo commento è straordinario per intensità e capacità di evocazione: ho rivissuto leggendo sentimenti che sono di tutti quelli che si sono affacciati ad un fiume violato. E' un sistema che ha commercializzato tutto, anche i beni da tramandare, che lascerà sgomenti i nostri figli e lascerà un marchio sui potenti che hanno governato la Lombardia facendosi ricchi, ma sperperando le sue ricchezze più preziose: quelle naturali e solidali
Scritto da Virginio il 26/2/2010 alle 08:42
Una preghiera (per chi dice di credere) all'Artefice del Creato perchè l'uomo, sua creatura, rinsavisca. Per tutti però un inno alla Vita. Bravo Mario.
Scritto da Rosella e Carlo il 26/2/2010 alle 08:47
La confidenza di un anziano prete: sarebbe ora che la Chiesa modifichi e aggiorni il decalogo: 1° comandamento, onora e rispetta il Creato. Non può farlo ufficialmente? "Inventi" allora un obbligo morale che deve riguardare tutte le coscienze: chi offende l'Ambiente sia dannato! Parole forti, le sue, ma di estrema attualità ed urgenza. Coscienze attente, sensibili, attive, fattive... proprio come invoca il tuo post.
Scritto da Legnanesi e Bustocchi il 26/2/2010 alle 08:59
ma dopo il minuto di silenzio si dovrebbe cominciare a riflettere seriamente sul che fare,sul come sia possibile lasciare 500mila litri di gasolio incustoditi,tu parli di Direttiva Lambro,capisco il senso della tua proposta,e la condivido,in realta cio che dovrebbe essere al centro oggi è la legge seveso sulle fabbriche a rischio 268 secondo legambiente,pubblichiamol'elenco denunciamone la macata attuazione solo cosi possiamo evitare che cio che è successo sia un passato domani gia dimenticato
Scritto da mottaangelo il 26/2/2010 alle 12:24
Oggi alle 11.30 una grande catena umana abbraccerà il fiume Lambro e comincerà da lì una riconciliazione con la natura che disprezziamo al punto da pensarla sempre in termini economici. So che verrai anche tu Mario, che hai scritto queste belle note. Quale tecnologia, quale impresa e quale banca finanziaria ci ridarà l'acqua pulita, i pesci, le anatre e le sponde che si riempiono di fiori si San Luigi in questa stagione?
Scritto da Martina, Lurate il 27/2/2010 alle 08:52
@Martina. Oggi, all'ora da te indicata anche noi siamo presenti, almeno col pensiero, e con l'impegno di coinvolgere chi conosciamo, non solo oggi, ma costantemente nel tempo. Rosella e Carlo e amici e colleghi. A nome anche di altri abituali commentatori sul blog (Robecco sul Naviglio, Legnanesi e Bustocchi e altri cui abbiamo riferito).
Scritto da Rosella e Carlo il 27/2/2010 alle 11:25
Quello del Lambro è un dramma ecologico, ma anche politico, legislativo e informativo. Vi è dietro una logica che fa del saccheggio a fini privati, dell'incuria, del mancato controllo, la sola politica possibile. Vi sono leggi insufficienti, debolmente dissuasive e troppo permissive. E vi è un'informazione spaventosamente carente. Per paradosso il caso Lambro ha avuto più spazio sui giornali stranieri che sui nostri. Oggi leggo Bertolaso: "fermata la massa oleosa". Fioriranno Anemoni?
Scritto da Valerio Crugnola il 27/2/2010 alle 12:21
@Legnanesi e Bustocchi. Un altro prete ci riferisce che il 1° comandamento "Io sono il Signore Dio tuo; non avrai altro dio all'infuori di me" contempla già il riconoscimento esplicito del rispetto del Creato di Dio Trino che oggi viene sostituito da dio-quattrino (homo economicus, appunto, speculatore, vigliacco, prepotente, arrogante, sacrilego, distruttore, amorale, immorale...). Che abbia ragione il pensiero del prete (sia quello vostro che quello nostro)?
Scritto da Roscar il 27/2/2010 alle 12:57
Se davvero questo disastro ecologico ha i connotati della volontarietà dell'insipienza umana, anche noi, non praticanti una religione, cominciamo a sentire la "tentazione" di pregare "qualcuno" (chi?) perchè faccia davvero rinsavire i malvagi anche se assai più forte è un'altra tentazione, quella di mandarli tutti, fin da subito, all'inferno!
Scritto da Povero Ambiente nostro! il 27/2/2010 alle 13:43
Si fanno manifestazioni popolari di vario colore, ora va di moda il viola. Ok, tutto serve per rendere sensibile l'opinione pubblica sui fatti politici. Ma l'Ambiente in cui ognuno di noi (sia egli bianco, rosso, blu, verde, viola, arancione, o altro colore) vive, merita una manifestazione continua, ininterrotta, 365 giorni l'anno! Una sensibilità che in parte si risveglia solo quando è eclatante l'eco di un disastro ambientale! Sempre dopo, mai prima, come prevenzione e attenzione ai rischi.
Scritto da Viola?No, neri di rabbia! il 27/2/2010 alle 21:34
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