Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 16/3/2010 alle 08:41

Estrema periferia della città, una lunga strada, via Novara, in fondo alla quale, in una piccola area verde, via Caio Gracco, un campo nomadi, uno dei dodici autorizzati. Una baracca prende fuoco: un bambino di 13 anni, Enea Emil, muore. Nel rogo altre due persone rimangono ustionate. Vengono ricoverate all'ospedale Niguarda dai sanitari del 118. Si tratta di una donna di 21 anni e un uomo di età imprecisata, mentre un altro ventenne ha rifiutato le cure. Le loro condizioni non sono gravi. Nella  baracca il ragazzo viveva con i parenti. A causare l'incendio sarebbe stata una stufa a legna da cui, stante alle prime indagini dei vigili del fuoco, si sarebbero propagate le fiamme. L'insediamento, in condizioni precarie, così come gli altri campi, non ha allacciamenti. Il padre del ragazzo si è prodigato per mettere in salvo i componenti della sua numerosa  famiglia che stavano dormendo. Quando si è accorto che mancava Enea ormai era troppo tardi. Racconta un parente della vittima: "Siamo venti famiglie. Mio cugino era dentro la baracca che è andata a fuoco. I suoi familiari non sapevano che fosse dentro anche lui. Alla fine quando hanno capito che non era in giro ma stava anche lui dormendo, i due fratelli hanno cercato disperatamente di rientrare per prenderlo, ma ormai era tutto avvolto dalle fiamme... E' bruciato vivo", ha detto uno dei tanti parenti di Enea Emil. "La sua famiglia infatti aveva due baracche - raccontano nel campo - In una vivevano i due genitori, nell'altra i tre figli, i due fratelli di 13 e 20 anni, e la sorella di 21 -. Ma quando è bruciato tutto e sono scappati credevano che lui non ci fosse". Questo nuovo, tragico episodio, porta ancora in primo piano, a Milano, le condizioni in cui si vive nei campi autorizzati dal Comune. Ma De Corato e Salvini, implacabili nelle loro esternazioni truculente sui rom e gli immigrati, continuano a far pensare che il problema non sia la dignità e la sicurezza di persone trattate come paria, ma la paura da alimentare sul mercato dei voti alle prossime elezioni..

Categoria: Persone
Commenti dei lettori: 4 commenti -
Adesso purtroppo le cose vanno così, colpire gli ultimi è lo sport preferito della destra peggiore, la cosa più avvilente è che questa politica viene premiata in qualche modo nel voto. Io continuo a credere che non potrà durare a lungo, e come è successo con il nazifascismo, arriverà il giorno in cui gli verrà sicuramente presentato il conto. Niki Vendola continua a fare una campagna elettorale dicendo di essere pericoloso perchè stà con gli ultimi e tutti gli esclusi E VINCE. Io ho fiducia.
Scritto da robinews il 16/3/2010 alle 12:04
Lavorano sulla paura dei "diversi" e dei poveri e intanto assistono impotenti e complici all'insediarsi della ndragheta in Lombardia. Cacciano i Rom e vanno a cena con i colletti bianchi che riciclano il denaro. Chi ha rimosso i terreni scavati dove sorge il nuovo grattacielo della Lombardia? gratta gratta i soliti clan padroni del movimento terra in lombardia. Che vergogna.
Scritto da emilio il 16/3/2010 alle 12:14
Perchè in campagna elettorale non si parla di questa tragedia di cui portiamo responsabilità? Pensate se fosse successo ad un Itaiano di morire bruciato nemmeno da clandestino, ma da cittadino di serie B a cui il Comune offre solo una baracca senza servizi, dopo aver fatto sgomberi giornalieri su tutto il territorio! Ma in che Paese viviamo?
Scritto da Gianni Sifri il 16/3/2010 alle 12:49
E poi quando diciamo (mai con abbastanza forza) che questo Paese vive un problema di razzismo e xenofobia ci fanno passare per dei settari che esasperano i toni (sic!)
Scritto da paolo rossi il 16/3/2010 alle 15:36
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