Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 23/3/2010 alle 17:00

Questa crisi economica sta sconvolgendo in profondità la vita di milioni di persone. I lavoratori occupati sentono ogni giorno l’incertezza del proprio futuro. Esattamente come la sentono le migliaia di artigiani stretti tra la chiusura del credito e la mancanza di commesse. I giovani vedono allontanarsi ogni prospettiva di un lavoro stabile. Certo, ci sono eccezioni. Magari legate a improduttive e clientelari spese pubbliche. Ma l’incertezza per il futuro riguarda sempre un maggior numero di figure lavorative. Pure le previsioni dei giorni scorsi che spostano di qualche anno l’uscita dalla crisi alimentano questo sentimento di paura per il futuro. Non a caso per il 70% degli italiani il lavoro è il problema principale. Me lo dicono al mercato in questi giorni di campagna elettorale, me lo hanno detto gli studenti negli incontri. Me lo hanno ripetuto gli operai fuori dalle fabbriche. Lavoro, lavoro, lavoro. Non ricchezza, soldi, sesso etc. Lavoro. Roba da ottocento. Questo popolo di lavoratori oggi si sente tradito. Speriamo che la sfiducia diventi un atto di rottura nei confronti di chi ha governato fino ad oggi. Dobbiamo augurarcelo per il bene loro e di questo Paese.

Categoria: Economia, Persone
Commenti dei lettori: 5 commenti -
Davvero lavorolavorolavoro. Siamo quattro amici sotto i 25 anni che si sono trovati ad un bar con Internet e mandiamo da qui questo messaggio. Altro che le balle sui numeri delle manifestazioni del cavaliere. Lavorolavorolavoro.
Scritto da I quattro al bar il 23/3/2010 alle 12:00
Lavorare stanca,cosuma,stressa. Eppure senza lavoro siamo senza futuro.Chi ha una riceta per il lavoro oggi,vince,
Scritto da claudio il 23/3/2010 alle 12:16
Incertezza e precarietà sul proprio futuro. Giovani e meno giovani... Il lavoro diventa una "conditio sine qua non". Accanto a tanta difficoltà di sofferenze, angoscia, ansia, tribolazioni... quanti altri se la spassano alla grande, indifferenti verso gli altri meno fortunati e sfigati! Pensiamo infatti a quanti se la godono perchè privilegiati nel lavoro e nell'avere. Come voteranno tutti costoro, vita comoda agiata, goduriosa, edonistica, ristoranti, località turistiche...?
Scritto da Sfigati e privilegiati il 23/3/2010 alle 12:55
Caro Mario, 40 anni fa siamo cresciuti nell'idea della centralità del lavoro come leva di una trasformazione sociale che toccava quasi ogni nodo dell'esistenza pubblica e privata. Le grandi mutazioni postfordiste hanno convinto molti che non fosse così. La crisi riporta al centro il lavoro, ma le trincee occupate dai lavoratori sono esili, fragili, mal armate, tuttora quasi senza uscita; e hanno pochi amici. Però ha ragione Claudio: chi saprà tornare a rappresentare il lavoro, vincerà. Speriamo!
Scritto da Valerio Crugnola il 24/3/2010 alle 00:06
per riconquistare la fiducia dei lavoratori dipendenti e dei lavoratori autonomi bisognerà fare un programma economico e sociale radicale e credebile alternativo a quello della destra. poche cose, che dovranno vedere l'eventuale coalizione coesa e decisa nel realizzarle. Obama in USA lo sta facendo, certo non è la rivoluzione ma la riforma sanitaria ci ha insegnato che un nuovo cammino è possibile anche in Italia
Scritto da robinews il 24/3/2010 alle 08:02
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