Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 10/4/2010 alle 08:04

La contrapposizione tra crescita e ambiente, tra globalizzazione e territorio, tra geopolitica e biosfera è caratteristica di questa fase della storia della civiltà ed è al centro del dibattito di tutti i Paesi. Conosco il progetto della megacentrale di Bielomonte in Amazzonia perchè ho partecipato ad una marcia di protesta sul luogo nel 2003. Riporto qui una nota del brasiliano Padre Leonardo Boff, teologo della Liberazione e oggi sostenitore dei movimenti locali a difesa della natura e dello sviluppo sostenibile. In Brasile la battaglia contro le grandi dighe amazzoniche ha portato la ministra Marina Silva, discepola di Chico Mendez, a dimettersi dal governo Lula e a candidarsi per i verdi alle prossime presidenziali.

“Il  Governo Lula ha meriti innegabili sulla questione sociale, ma sulla questione ambientale è di una incoscienza e di un'arretratezza eccessiva. Analizzando il Programma di Accelerazione della Crescita (PAC) abbiamo l'impressione di essere rimasti al  secolo XIX. É la stessa mentalità che guarda alla natura come riserva di risorse, base per progettare progetti faraonici, portati avanti a ferro e fuoco, dentro un modello di crescita oltrepassato che favorisce le grandi imprese a costo della devastazione della natura e della creazione di  molta povertà. E'esattamente questo che sta avvenendo col progetto di costruzione della Centrale Idroelettrica di Belo Monte nel fiume Xingu nello Stato del Pará.
Questo progetto arriva dalla dittatura militare degli anni 70. In questo progetto tutto è megalomane: l'inondazione di 51.600 ha di foresta, con uno specchio di acqua di 516 km2,  la trasposizione del fiume con la costruzione di due canali di 500m di larghezza e 30 km di lunghezza, lasciando 100 km di letto a secco, sommergendo la parte più bella dello Xingu, la Volta Grande e un terzo di Altamira, con un costo tra i 17 e 30 miliardi di dollari, sloggiando circa 20 mila persone e portando a lavorare circa 80 mila persone per produrre 11.233 MW di energia nel periodo di piena (4 mesi) e solamente 4 mila MW nel resto dell'anno, per trasportarla fino a 5 mila km di distanza.
Questo gigantismo, típico di menti tecnocratiche, rasenta l'insensatezza, mentre, data la crisi ambientale globale, tutti raccomandano opere minori, che valorizzino matrici energetiche alternative, basate su acqua, vento, sole e biomassa. E tutto questo lo abbiamo in abbondanza.  Considerando le opinioni degli specialisti possiamo dire : la centrale di Monte Belo é tecnicamente sconsigliabile, esageratamente cara, ecologicamente disastrosa, socialmente perversa, perturbatrice della foresta amazzonica e una aggressione al sistema-Terra. C'è ancora tempo di bloccare questa mostruosità, perchè ci sono alternative migliori”.  Il Contratto Mondiale per l’Acqua ha preso posizione a fianco di Leonardo Boff.

 

Commenti dei lettori: 2 commenti -
Sorprendente il fatto che il conflitto tra ambiente e sviluppo rappresenti sempre un ostacolo per la democratizzazione. Infatti in Italia essendo in atto un processo autoritario, questione sociale e questione ambientale sono semplicemente accantonate. Ritorna il nucleare e si nega la refezione ai bambini, si distrugge il territorio e si attacca subdolamente l'art 18 dello statuto dei lavoratori. Quanto potremmo fare e non facciamo a sinistra caro dottor Agostinelli! Gianni
Scritto da Gianni Bologna il 10/4/2010 alle 08:28
quello che tu denunci nel post di oggi sta ad indicare le enormi contraddizzioni che persistono nello stesso campo progressista. Mi appare assolutamente incredibile la posizione di Lula che rompe con le posizioni contro questo scempio che descivi con grande lucidità. A volte mi chiedo come sia possibile che questo avvenga con la collaborazione di forze che in generale affermano di voler uno sviluppo compatibile. E' triste constatare che questo accada con Lula, proviamoci ancora pre impedirlo.
Scritto da robinews il 10/4/2010 alle 12:08
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