Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 12/4/2010 alle 08:04

Il rischio a L'Aquila, paradossalmente, potrebbe essere che si ricostruisca troppo e inutilmente, secondo una tendenza di progressiva devastazione del territorio. Ma le elezioni hanno premiato, si dirà, questa tendenza in atto anche da noi, nei nostri territori. In Lombardia si perdono ogni anno oltre 4.400 ettari di terreni agricoli, in Emilia Romagna più 7.700. Di questi, quasi 3.800 sono urbanizzati in Lombardia e quasi 3.000 in Emilia Romagna. Insomma, è come se da un anno all'altro venisse costruito dal nulla un nuovo capoluogo di provincia di medio calibro. Nelle tre regioni considerate, la provincia con più aree trasformate per ospitare l'uomo è quella di Milano, che vede urbanizzato quasi metà del proprio territorio, seguita da quelle di Trieste, di Varese e di Rimini. Sempre Milano, Brescia e Bergamo (in Lombardia), Bologna, Modena e Reggio (in Emilia Romagna), e Udine (in Friuli Venezia Giulia) sono in testa alla classifica degli ettari edificati ogni giorno. Per la nostra regione è il trionfo della città-arcipelago, che alterna le villette uni e bifamiliari, i piccoli condomìni, i capannoni delle piccole e medie imprese e i grandi contenitori del commercio e dell'intrattenimento (cinema multisala, discoteche, palestre): una città che spesso implica un'elevata mobilità dei cittadini, con le prevedibili conseguenze in termini di consumi energetici (si pensi a Castellanza, Busto, Gallarate e , buona ultima, Tradate). Con questo modello urbano, infatti, oltre il consumo del suolo, si incrementa anche quello di carburante: si calcola che con l'aumento di percorrenza di un chilometro in auto, per ogni mille abitanti, ci sono 700km in più da fare, cioè l'immissione in aria di 8o-100 kg di anidride carbonica (29-36 tonnellate in un anno). 
In futuro uno sviluppo equilibrato non è garantito, anche perché non sempre i provvedimenti statali regionali e locali sembrano agevolare questa tendenza. Si pensi per esempio al piano casa approvato dal Consiglio regionale nel 2009 che premia gli incrementi di volumetria soprattutto per villette uni e bifamiliari e le piccole strutture produttive. Oppure alla devolution in atto che prevede che i comuni si assumano in carico anche la gestione delle autorizzazioni ambientali oltre che della programmazione urbanistica. Il tutto con il rischio che la tentazione di incassare maggiori entrate dagli oneri di urbanizzazione e avere più consensi elettorali finisca per mandare in secondo piano l'attenzione al paesaggio. Rimane esemplare il caso del comune di Cassinetta di Lugagnano che ha scelto di non incassare oneri di urbanizzazione e di attestarsi a consumo zero del proprio suolo.


Commenti dei lettori: 2 commenti -
Continuo a pensare che le questioni qui poste siano quelle da riprendere per tornare a vincere: vedo con dispiacere che il centrosinistra varesino continua a lambiccarsi su formule, nomi, leader etc. Ma così non si va da nessuna parte, almeno per noi elettori
Scritto da Adrian Zanolla il 12/4/2010 alle 10:47
l'assesore prov all'agricoltura Specchiarelli ha affermato che il consiglio provinciale nell'elaborazione del PGT ha "salvato" 16000 ettari di suolo agricolo, terreni che la lega difende da centri comm.aree industriali ecc, Tutti sappiamo che la cose stanno diversamente, lo sanno anche i contadini che però per alti motivi continuano a votare lega
Scritto da angelo m il 12/4/2010 alle 13:27
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