Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 26/4/2010 alle 08:45

Da tempo si discute se siamo vicini al “picco di Hubbert”, il massimo di estrazione all’ora consentito per il petrolio, raggiunto il quale si ridurrà l’oro nero disponibile e ne aumenteranno i costi. Secondo le forze armate americane, in particolare dell'American Joint Forces Command, contenuta in un report fresco di pubblicazione, già nel 2015 il petrolio sarà troppo scarso rispetto al fabbisogno mondiale, con pesanti conseguenze sulla crescita economica e sull’equilibrio geopolitico mondiale. Una previsione tra le più pessimistiche rispetto al problema della futura carenza di greggio che fa rumore soprattutto per il soggetto che l'ha comunicato. Si legge nel documento che “dal 2012 il surplus di produzione del petrolio potrebbe scomparire e già dal 2015 potrebbero mancare fino a 10 milioni di barili al giorno”. Le conseguenze? “Sicuramente ciò ridurrà le prospettive di crescita sia nel mondo sviluppato che nei paesi in via di sviluppo. Questo rallentamento economico esaspererà altre tensioni irrisolte, spingendo le nazioni più fragili verso il collasso e potrà avere effetti seri anche su Cina e India”. Cosa significherà sul piano militare? “La presenza di ‘civili’ cinesi a guardia degli oleodotti in Sudan per proteggere i propri approvvigionamenti di petrolio fa immaginare un futuro in cui altri Stati interverranno in Africa per proteggere le risorse sempre più scarse. Enormi le implicazioni per futuri conflitti nel caso che la produzione non tenga il passo con la domanda e gli Stati debbano assicurarsi militarmente l’accesso a risorse scarse”. Si tratta di dati di per sé allarmanti, ma resta il sospetto che siano stati “addolciti” per non creare il panico finanziario. Al 2030, è la base di partenza dell’analisi dell’esercito americano, si prevede un aumento della domanda di energia del 50%, dagli attuali 86 milioni di barili al giorno arrivando ad un fabbisogno fino a 118 milioni. Ma per soddisfarlo la produzione dovrebbe crescere “dell’equivalente di un Arabia Saudita ogni 7 anni”. Da qui al 2030, il mondo dovrà trovare altri 1,4 miliardi di barili all'anno. E oltre al problema delle riserve, c’è quello, collegato, degli investimenti: nei prossimi anni peserà “una carenza di piattaforme di trivellazione e capacità di esplorazione e raffinazione. “Al momento, gli investimenti stanno appena aumentando, con il risultato che la produzione raggiungerà un prolungato plateau. (...), e nel 2015 mancherà un 10% di output per soddisfare la domanda.” Tra 3 anni, nel 2012,  non in un futuro non specificato, la produzione in eccesso sparirà completamente. Nella previsione dell’esercito Usa il problema della scarsità del petrolio è molto più serio e incombente che negli scenari dipinti dalla politica che non sembra nemmeno considerare questa eventualità. Chissà se ne discutono a cena Berlusconi Bossi e se ne preoccupano Fini e Bersani…

Categoria: Economia
Commenti dei lettori: 7 commenti -
Questa è una notizia grossa! Chi si sta preparando al cambio di paradigma energetico che supera la fase delle energie fossili? E dove stanno le politiche energetiche per le rinnovabili? Quali saranno i costi della nostra impreparazione?
Scritto da Malonne, Ispra il 26/4/2010 alle 11:29
http://www.molleindustria.org/it/oiligarchy-ita
Scritto da gianluca zoni il 26/4/2010 alle 14:20
Se tra tre anni siamo alla riduzione delle scorte di petrolio, penso che l'egemonia della Cina sarà sempre più forte e che l'Europa si affrancherà da questa egemonia per la capacità di organizzare i consumi energetici su base territoriale, con molta tecnologia, ricerca, eccellenza industriale. Ma questa è la strada scelta da Francia e Germania, non dall'Italia che insegue le balle del nucleare di non so più quale generazione.
Scritto da Ivano Cortellessi il 26/4/2010 alle 14:23
siamo arrivati ad un bivio'una strada ci portera probabilmente alla disastrosa perdita della fonte primaria di energia prima che il mondo sia pronto ad affrontarla,e di conseguenza a un pianeta piu caldo,piu pericoloso ed economicamente piu precario.L'altra strada ci allonta na dal petrolio prima che la crisi provochi il panico e conduce verso un mondo di energia pulita,abbondante e disponibile x tutti.cioe dobbiamo scegliere tra aspettare di rimanere senza petrolio o liberar cene prima possibil
Scritto da state of the world 2005 il 26/4/2010 alle 16:08
Questo tuo post la dice lunga sull'insipienza politico-strategica rispetto al problema energetico. Ma forse non solo di insipienza si tratta. Infatti non è da escludere che si voglia arrivare ad una drammatizzazione del problema per far ingoiare al mondo l'energia nucleare con tutte le sue conseguenze negative. Intanto dove si sta facendo uno sforzo con le rinnovabili come l'eolico o il fotovoltaico si disquisisce sui danni paesaggistici. Ma vi sembra accetabile per un ambientalista?
Scritto da robinews il 26/4/2010 alle 20:52
Più precisamente, aver superato il picco di Hubbert non significa che abbiamo finito il petrolio tout court, quanto che abbiamo finito quello che è disponibile a prezzo relativamente economico per quanto riguarda la facilità di estrazione e trasporto. Questo farà sì che in futuro diverrà sempre più "conveniente" andarsi a prendere il greggio a casa d'altri, con le buone o con le cattive. Magari mettendo su una bella guerretta, con la scusa di difendere la democrazia.
Scritto da Noglobal il 27/4/2010 alle 17:10
Bisognerebbe avere una politica di risparmio energetico italiana più aggressiva, che penalizzi i grandi consumatori e incentivi realmente la mobilità attraverso mezzi pubblici. E' un controsenso che in Italia, a fronte di una riduzione della produzione industriale (importante consumatore di energia) vi sia un aumento dei consumi. Infine il sistema di produzione energetica dovrebbe essere europeo, per mettere a rete le alternative negli stati dove producono meglio (sole, vento, geotermico).
Scritto da Cesare il 28/4/2010 alle 10:57
Archivi:
Ultimi post:
(23/5/2012 - 12:46)
(22/5/2012 - 11:37)
(21/5/2012 - 14:41)
(18/5/2012 - 10:23)
(17/5/2012 - 14:09)
(16/5/2012 - 13:10)
(15/5/2012 - 12:05)
(13/5/2012 - 22:00)
(11/5/2012 - 18:35)
(10/5/2012 - 13:50)