Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 27/4/2010 alle 09:40

A Cochabamba (Bolivia) si è chiusa il 22 aprile scorso, in occasione della Giornata Mondiale della Terra, la prima Conferenza Mondiale dei Popoli su Cambiamento Climatico e Diritti della Madre Terra, che ha visto la partecipazione di oltre 30.000 persone arrivate da tutto il mondo. Una partecipazione che va ben oltre le aspettative, e che conferma la necessità condivisa di creare sul tema del clima - dal quale dipendono le sorti del pianeta e della future generazioni - una convergenze mondiale il più ampia possibile. Ne avevo dato notizia all’inaugurazione il 19 Aprile e ora, dopo 3 giorni di gruppi di lavoro, conferenze e eventi autogestiti, riferisco delle conclusioni. La dichiarazione finale, chiamata "Accordo dei Popoli" contiene le proposte condivise emerse durante i giorni di lavoro del vertice: tra esse la richiesta di riconoscimento del debito climatico e delle responsabilità del modello liberista nell'attuale crisi ambientale; la presentazione alle Nazioni Unite della Dichiarazione Universale dei Diritti della Madre Terra; la creazione di un Tribunale Internazionale per la Giustizia Climatica ed Ambientale come istanza giuridica vincolante; il lancio di un Referendum Mondiale sul Cambiamento Climatico.

Le proposte contenute nell'Accordo di Cochabamba saranno fatte proprie e promosse nelle sedi istituzionali, come durante la 16° COP - Conferenza delle Parti sul Clima, prevista a Cancun (Messico) a dicembre, in attuazione del miniaccordo di Copenhagen. "Pachamama o muerte" è stata la parola d'ordine di questa conferenza: segno che l'esigenza urgente di cambiare modello per garantire la sopravvivenza del pianeta e delle future generazioni è un punto condiviso da tutti. Concludendo la conferenza, Evo Morales, il presidente indio della Bolivia, ha affermato: "Siamo di fronte ad una battaglia campale: dobbiamo persuadere i governi industrializzati a farsi carico della problematica del clima. Oppure, in ultima istanza, se non saremo ascoltati, dovremo organizzarci e rafforzarci socialmente in tutto il mondo per ottenere che le decisioni dei governi e dei popoli del mondo siano ascoltate e rispettate.”

 

Commenti dei lettori: 3 commenti -
Dalla lettura di questo blog appare l'America Latina come motore di un cambiamento nel rispetto della natura e dei diritti dei popoli indigeni. Mi sembra una cultura nuova, che va apprezzata e incoraggiata. Ad esempio un referendum mondiale sul clima sarebbe effettivamente una novità epocale
Scritto da Pietro il 27/4/2010 alle 12:08
Quanto può costare una convergenza di tutti i popoli per salvare il clima? Poco dal punto di vista economico, molto dal punto di vista degli interessi dei potentati che sfruttano le risorse naturali e privatizzano i beni comuni. Chi vincerà e chi ha interesse per privare del futuro la nostra specie?
Scritto da Robbiano il 27/4/2010 alle 15:07
Certamente ottimo l'interesse "diplomatico" delle forze politiche dei vari governi, sperando che non restino occasioni di impegni soltanto formali, sulla carta... Da incoraggiare e sostenere. Assieme all'impegno concreto di tanti Agostinelli. Così come va sostenuta e diffusa l'attenzione personale, individuale, concreta, quotidiana ad una vita sobria e semplice. I grandi, certo, ma anche individualmente ognuno di noi, piccoli...
Scritto da Carlo A. A. e amici il 27/4/2010 alle 15:30
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