Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 1/5/2010 alle 08:59

La Grecia ha un Prodotto interno lordo (Pil) di 235 miliardi di euro nel 2009, che vale meno del 2% del totale dell’Unione europea e il 2,5% dell’area euro. Ha meno dell’1 per cento della produzione manifatturiera dell’Unione e un Pil procapite di 21 mila euro l’anno, contro 29 mila in Germania. Il debito pubblico totale è intorno ai 250 miliardi di euro, che lo porta al 115% del Pil, la stessa quota dell’Italia nel 2009. Il problema specifico della Grecia sta nell’assenza di risparmio privato interno che possa finanziare il debito pubblico. Quasi tutto il debito pubblico è detenuto dall’estero, circa 200 miliardi di euro, nelle mani soprattutto di investitori di Germania, Francia, Svizzera, Austria. Le dimensioni assolute della crisi risultano quindi modeste; rapportato all’economia italiana, è come se un comune come Torino non potesse pagare i debiti. In ogni caso, l’Unione europea e il Fondo monetario hanno preparato in ritardo un piano di finanziamenti agevolati di 45 miliardi di euro che potrebbe risolvere le difficoltà di Atene. Ma per i lavoratori e i pensionati greci questo Primo Maggio ha un sapore tragico. Il problema è che i tempi della finanza non coincidono con quelli della politica. L’Unione europea e l’eurozona non hanno voluto impedire una finestra speculativa “perfetta”, alimentata da un susseguirsi di dichiarazioni allarmiste e di vendite dei titoli greci sui mercati.  La finanza ha cominciato a guadagnare, sperando in una replica della crisi argentina di qualche anno fa, con tutti gli indubbi vantaggi per le banche estere scampate alla crisi. Potremmo dire che la finanza ora addenta la mano pubblica che l’aveva sottratta al fallimento, mentre la politica sembra incapace di pensare ad assetti diversi dei rapporti tra bene comune e interessi privati, finanza ed economia reale, capitale e lavoro. Così Atene, Salonicco e Corinto saranno attraversate dalle manifestazioni contro i tagli per i dipendenti pubblici e per la difesa dei salari econtro il tentativo di pareggiare i conti pubblici e di placare la speculazione creando povertà nel paese. Dall’esito della crisi di Atene si vedrà molto del futuro dell’Europa, e di quello che aspetta l’Italia.

Allora, buon Primo Maggio da qui  a tutto il mondo del lavoro della vicina Grecia!

 

 

Categoria: Persone, Economia
Commenti dei lettori: 5 commenti -
Ottimo lo spunto che ci offri per poter valutare una situazione economico-finanziaria che così tanti riflessi e conseguenze ha sul piano sociale! Purroppo in questi casi non si sa mai dove sta la verità: c'è chi accusa la speculazione internazionale, chi accusa una politica nazionale di assistenzialismo defcitario... Grandi problemi di grande sofferenza per tutti. Mentre in tema ecologico continuano le catastrofi e i disastri contro la Terra... Primo Maggio... nel mondo!
Scritto da Rosella e Carlo il 1/5/2010 alle 11:31
Buon Primo Maggio a tutti, anche a te, stakanovista del blog, intrigante, mai ovvio e perciò prezioso. Manlio, Terenzio, Gianna, Luca, Sergio, Camilla, Giuseppe, Stefano, Carla e Moni, a pranzo di ritorno dalla manifestazione
Scritto da Manlio il 1/5/2010 alle 12:10
Viva il Primo Maggio! Da Sesto Fiorentino in ricordo di Ivan della Mea. Giuseppe e Franco
Scritto da Giusep il 1/5/2010 alle 12:13
la cassandra di chi se ne frega delle condizioni dei lavoratori ha già iniziato a suonare. Se non volete fare la fine dei Greci adeguatevi al bastone del capitale finanziario. Proprio bello il tuo post del 1 maggio. La parola solidarietà riecheggia sempre più flebile sia in italia che sul piano internazionale. Mi associo quindi al tuo appello per essere vicini ai lavoratori greci, una solidarietà che ovviamente va estesa ai lavoratori di tutto il mondo.
Scritto da robinews il 1/5/2010 alle 18:27
Buongiorno,ho letto punto per punto il suo articolo,grazie e complimenti,lei ha descritto molto bene e con realtà la situazione greca,che io conosco molto bene in quanto moglie di un greco,spiace che le conseguenze siano sempre e per primi i lavoratori. grazie
Scritto da ROSA TAGLIANI il 3/5/2010 alle 13:56
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