Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 7/5/2010 alle 10:05

La CGIL è una grande organizzazione. Per iscritti, per storia, per il prestigio di cui gode e questo è tanto più importante in una fase di crisi che coinvolge tanta parte delle istituzioni e della rappresentanza politica e sociale del nostro paese.

Riprendendo il filo dell’attacco all’articolo 18 dell’inizio anni 2000, poi sfociato nel braccio di ferro perduto dalla destra, l’attuale Governo Berlusconi ha impostato una strategia più complessa e subdola per rimettere in discussione lo statuto dei diritti dei lavoratori, svuotandolo, e per riscrivere la storia delle relazioni sindacali del nostro paese, peggiorandole nettamente. Larghi settori dell’imprenditoria hanno fatto delle mani libere sul lavoro il loro credo, poco meditato, spesso irragionevole e socialmente ingiusto. Di qui lo strappo nelle relazioni sociali, gli accordi separati, il tentativo di isolare la CGIL, individuata come l’ultimo baluardo da sconfiggere.

Eppure la CGIL nella sua lunga storia non può certo essere criticata per assenza di senso di responsabilità. Semmai il contrario. In questa fase i lavoratori, i giovani in cerca di lavoro, i pensionati hanno bisogno come l’aria di avere una rappresentanza sindacale efficace dei loro problemi per non essere travolti dalla crisi.

L’attacco alla CGIL ha fatto danni molto seri, non solo alle relazioni sindacali ma anche alla possibilità per il nostro paese di affrontare una fase economica così difficile. Purtroppo nelle altre organizzazioni confederali – Cisl e Uil - è prevalsa l’idea che non ci fossero in vista alternative a questo Governo. Ci sarebbe invece bisogno di trovare punti di convergenza sociale e politica in grado di aiutare l’Italia ad affrontare i problemi di caduta della capacità di competere. E ci sarebbe bisogno di partecipazione e democrazia. Resta per ora irrisolto il nodo posto con forza dalla FIOM che per stipulare un contratto occorre avere almeno maggioranza della rappresentanza e il voto favorevole dei lavoratori. La legge di iniziativa popolare sulla democrazia promossa dai metalmeccanici cerca di rispondere a questo problema. La CGIL dopo il congresso dovrà affrontare prove difficili, in parte anche in supplenza dei vuoti clamorosi dell’opposizione politica. Buon lavoro, delegati al congresso! Molte speranze di uscire dal pantano politico e da una crisi che rischia di lasciare ai margini una parte rilevante della società sono riposte nella CGIL.

 

 

Categoria: Persone, Economia
Commenti dei lettori: 2 commenti -
Se la CGIL è una speranza, è vero che la sinistra non abita più a pieno titolo nella CGIL. Di chi la colpa? A me sembra che aver perso i contatti con il mondo del lavoro abbia rappresentato le ragioni del declino del PD
Scritto da Mariano il 7/5/2010 alle 14:45
Per fortuna c'è la CGIL! Ma non basterà se rimarrà sempre più isolata. Tocca a noi sostenere le lotte giuste e non aspettare sempre che le facciano gli altri
Scritto da Lorenzo il 7/5/2010 alle 14:49
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