Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 9/5/2010 alle 09:30

Una notizia poco rilanciata dalle rotative locali è stata protagonista sui giornali di lingua spagnola e inglese. Nel Nuovo Continente si è svolta una conferenza a cui hanno partecipato 33 capi di Stato, di tutti i paesi americani, esclusi il Canada e gli Stati Uniti. Questo evento  ha segnato la fine politica dell'Organizzazione degli Stati Americani (OEA), e l'inizio di una nuova fase di integrazione politica solo tra i latino-americani, attraverso la Fondazione della Comunità degli Stati Latino-americani e dei Caraibi. L'OEA venne fondata nel 1948, nel quadro dell'egemonia politica e militare degli Stati Uniti in America Latina. L'obiettivo era chiaro: avere un sistema legale, che permettesse di subordinare i governi dell'America Latina e dei Caraibi agli interessi degli Stati Uniti. E applicare in pratica la teoria di Monroe: "l'America agli americani" ... del Nord!”  E’ stata usata l'OEA , per decenni, per giustificare colpi di stato e interventi in quasi tutti i paesi. In campo economico, l'OEA ha sponsorizzato negli anni 60 l'Alleanza per il Progresso e, negli anni 90 le iniziative di Bush per l’Area di libero Commercio delle Americhe (ALCA). Ma nel 2010, nel silenzio dei giornali e delle Tv italiane, in una storica conferenza in cui erano presenti soltanto i Presidenti latinoamericani, compreso quelli di governi di destra come quelli del Messico, Colombia e Panama, i presidenti hanno preso la decisione di fondare una nuova conferenza degli Stati latino-americani (Celac), senza la presenza del Canada e degli Stati Uniti. Si può dire che questa è la vittoria del vecchio sogno di Simon Bolivar, che aveva convocato un congresso latino-americano a Panama nel 1826 per creare l’unione dei popoli del Sud, che avrebbe dovuto combattere gli imperi. Parallelamente a questa conferenza e articolazione istituzionale degli Stati latino-americani, segue la costruzione di un coordinamento più politico e di integrazione popolare, che è l'Alba, sostenuta in particolare da Lula. Si tratta del progetto di un popolo e un territorio uniti, integrati nella complementarietà delle loro ricchezze naturali, la loro forza di lavoro, la loro cultura, in uno sforzo comune per costruire società più giuste, egualitarie e fraterne. Dove la priorità siano le persone, la giustizia sociale, invece del profitto e dell'avidità.  Infine Bolivar ha vinto Monroe.


Commenti dei lettori: 3 commenti -
Non sono sicuro che la situazione dell'America Latina rimanga quella di adesso. E' però vero che i popoli di quel continente si sono svegliati e si sono dati loro rappresentanti. Chissà come andranno le prossime elezioni brasiliane?
Scritto da Paolo Maletti il 9/5/2010 alle 11:00
Leggo dal Brasile e penso che sia vero: Bolivar e il suo progetto sono molto più attuali della dottrina Monroe. Penso anche che la candidata di Lula vincerà le elzioni in Brasile. Tanti auguri per l'Italia così lontana oggi dalle speranze del Sud America.
Scritto da Antonio il 9/5/2010 alle 12:16
Simon Bolivar è stato letto in Europa come un eroe romantico, semplicemente un condottiero senza visione sociale. Invece sta destando grande attenzione perfino tra i popoli indigeni del bacino amazzonico, perchè la sua idea unitaria dell'America Latina ha a che vedere con il riscatto delle popolazioni rispetto alla frammentazione delle dittature e all'oppressione del capitale nord-americano. Monroe aveva sottovalutato lo spirito indipendente dei vecchi e nuovi abitanti del Sud del mondo
Scritto da Alessio il 9/5/2010 alle 17:10
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