Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 16/5/2010 alle 10:00

Alla fine, a denti stretti, Tremonti ha dovuto ammettere che c’è bisogno di una manovra correttiva dei conti pubblici italiani. Ha avuto l’abilità di dirlo dopo un primo attacco della speculazione ai conti italiani e dopo la crisi greca, cercando di gettare la responsabilità tutta al di fuori del nostro paese. In realtà la correzione dei conti è la stessa su cui da tempo ho cercato di richiamare l’attenzione, parlando di almeno 10 miliardi entro l’inizio dell’estate. Ora Tremonti parla di 25 miliardi in 2 anni. Più o meno la stessa cifra.

Colpisce che Tremonti insista nel suo atteggiamento da più furbo di tutti.

Esponendo la parte italiana dell’intervento per evitare il crollo della Grecia, il Ministro ha dichiarato che per questo intervento il debito pubblico italiano aumenterà di 5,5 miliardi, ma l’Italia ci guadagnerà, perché se la Grecia userà il nostro prestito dovrà pagare interessi più alti di quelli che l’Italia paga sul suo debito pubblico.

Incredibile. La Grecia è in ginocchio, la situazione sociale è esplosiva e il Governo italiano pensa addirittura di trarre profitto da chi ha bisogno di aiuto. Per di più dimenticando che se la Grecia non fosse in grado di restituire il prestito quei soldi sarebbero persi. In realtà il nostro furbo Ministro non ha fatto altro che esporre supinamente la posizione tedesca, che ha imposto una linea che è di prestito su pegno. Il pegno è non essere buttati fuori dall’euro e il prestito si paga salato attraverso interessi eccessivamente alti. Ma per scelte così c’era già il Fondo Monetario con i suoi storici prestiti legati a ricette lacrime e sangue. E temo ancora che l’Italia, dopo Grecia, Spagna, Portogallo, possa entrare nel mirino. Per questo Tremonti ha rotto gli indugi e ha preannunciato una correzione dei conti pubblici, legando il carro dove vuole il padrone. Pagheranno ancora lavoratori e pensionati: invece i soldi per sostenere la ripresa si potrebbero trovare mettendo le mani in tasca a quella parte del paese che ha tratto profitto anche in tempi di crisi e che addirittura si è aumentata lo stipendio come i vertici delle banche, delle finanziarie, di molte imprese, oppure che trae il suo reddito dall’evasione fiscale. Perfino il federalismo fiscale può diventare il cavallo ruffiano di nuovi tagli alla spesa sociale, come sta accadendo per la sanità di alcune regioni. Non si sa se sia peggio la malattia o il medico

 

Categoria: Economia, Persone
Commenti dei lettori: 3 commenti -
Hainoi, la crisi c'è! Impossibile ormai nasconderla. Passate le elezioni possiamo anche dire che non siamo più i migliori in Europa
Scritto da Ronaldo il 16/5/2010 alle 12:41
Qualcuno si illude(va) di poter fare il poeta ma è assai difficile, se non impossibile farlo con lo stomaco vuoto... La prosa, soprattutto quella con i numeri, non è un'opinione.
Scritto da Roscar il 16/5/2010 alle 14:47
Ci sono due debiti dello Stato: uno è nei confronti dei pensionati che hanno lavorato una vita, dei dipendenti pubblici che stanno lavorando, dei cittadini che si ammalano e che hanno il diritto alla salute per la nostra Costituzione; l'altro è nei confronti delle banche e dei finanzieri che hanno comperato titoli di sato e su cui hanno fatto speculazioni. Perchè il primo debito è di serie B e il secondo di serie A? Perchè non si toccano le banche e gli speculatori e tocca sempre agli onesti pagare le falle del sistema?
Scritto da Gioacchino, economista per bene il 16/5/2010 alle 17:15
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