inserito il 24/5/2010 alle 08:33
L'altro fondamentale elemento che va a costituire il materiale fissile è il Plutonio: la "via del plutonio", partendo dalle centrali civili, è stata seguita da diversi Paesi "emergenti", come India, Pakistan, Corea del Nord e Israele per sviluppare il loro arsenale atomico. Poi occorre dire che i produttori di bombe atomiche sono anche quelli che poi si sono messi a produrre le centrali nucleari, a partire dal caso paradigmatico di General Electric e Westinghouse. L'ultimo livello di intreccio è quello costituito dagli Stati impegnati nel gioco della potenza. E' il livello dove la spinta che conta non è, semplicemente e riduttivamente, quella del profitto economico, ma quella delle ambizioni di potenza intesa come capacità di egemonizzare le relazioni internazionali e di influenzare l'ambiente globale, con la minaccia e l'uso funzionali della forza distruttiva organizzata. Non bisogna dimenticare che Paul Wolfowitz, il capo dei neocon, ex vicesegretario di Stato sotto la presidenza Bush, nell'articolo tradotto sul Sole 24 Ore (24 settembre 2009) ha criticato il "sogno pericoloso del disarmo nucleare" prospettato da Obama. A maggior ragione anche sotto il profilo qui esaminato, risulta incomprensibile il rilancio dell’avventura nucleare del nostro Paese.
Categoria: Economia, Infrastrutture
Siamo nell'era di Obama, non di Bush, ma i nostri governanti continuano a comportarsi come se non fosse cambiato niente. Entrare nel club nucleare per loro vorrebbe dire salire ai piani alti, ma in futuro è la green economy che farà la differenza. Parliamo allora di prospettive e non solo del passato!
Scritto da Adrian Zanolla il 24/5/2010 alle 10:42
Complimenti per lo sforzo compiuto in queste puntate del blog sul piano dell'informazione. Ma quali sono le alternative? Perchè non prova ad accennarne? Ha ragione Adrian Zanolla: che prospettive ci dà la cosiddetta green economy?
Scritto da Luciano Banfi il 24/5/2010 alle 11:28
A completamento di questo ciclo informativo proverò domani ad accennare alle potenzialità concrete della "greeen economy" a partire dalla Lombardia, dove si chiacchiera molto a livello istituzionale, ma si combina poco o nulla.
Scritto da Mario Agostinelli il 24/5/2010 alle 13:16 |
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