Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 25/5/2010 alle 18:09

A conclusione della carrellata dei blog della scorsa settimana, vorrei portare alcune considerazioni sulla Green economy, alternativa all’economia dei grandi impianti e delle fonti fossili e non rinnovabili (pertrolio, gas carbone e uranio) che è vittima del  ritardo culturale e industriale dell’Italia e dell’incapacità della nostra politica e di parte della nostra classe dirigente di avere una visione nuova e moderna, proiettata verso una vera transizione energetica e per un’economia a basso contenuto di carbonio. Un’idea e una pratica lontanissima anche da quella proposta da 72 persone, tra scienziati, politici e imprenditori di area di centro-sinistra – tra cui Veronesi e Margherita Hack - che in una lettera inviata al segretario Bersani chiedono che il Partito Democratico torni a riconsiderare l’opzione “atomo” in Italia, fra l’altro con argomentazioni debolissime rispetto alle problematiche economiche-finanziarie, tecniche e ambientali che il ritorno dell’energia nucleare comporterebbe nel nostro paese e che ho cercato di esporre nei giorni scorsi. Occorrerebbe far capire al cuore di Confindustria e al mondo politico italiano che c’è una rivoluzione in atto e che non averlo compreso rischia di non farci agganciare il treno dei paesi più avanzati.
Bastano alcuni dati per far capire la tumultuosa crescita di questo settore nel mondo, specie nelle campo delle rinnovabili: nel 2009 sono stati installati oltre 38 GW di eolico che, in termini di produzione elettrica, significano 12 centrali nucleari, per le quali l’industria dell’atomo richiederebbe più di 5 anni per realizzare eguale potenza. Anche il fotovoltaico in un anno molto difficile a causa della crisi economica e del crollo del mercato spagnolo, è sorprendentemente cresciuto del 20% e nel 2010 si dovrebbe tornare a incrementi del 40-50%”.
Per avere una politica che abbia un impatto sostanziale nei settori della green economy bisogna mettere sempre insieme tre soggetti e tre strumenti. I tre soggetti sono le istituzioni, le imprese e i cittadini. I tre strumenti sono gli incentivi, le normative e l’educazione. La finanziaria di Tremonti, il federalismo fiscale di Bossi e il bavaglio alla stampa di Berlusconi che c’entrano?

 

 

Commenti dei lettori: 5 commenti -
Lei ha davvero ragione. Nel pieno di questa crisi le uniche soluzioni sono ancora lacrime e sangue per quelli che hanno sempre pagato e nessuna previsione di cambiamento. Quindi anche in campo energetico fossili e nucleare per rimpinguare gli interessi delle economie finanziarie e non una economia di territorio, a basso impatto ambientale, favorevole all'occupazione. Grazie per le riflessioni
Scritto da Gianni e Flavio, da Ispra il 25/5/2010 alle 09:01
fa piacere trovare sul blog commenti come quelli di Gianni e Flavio di ispra,dato che non è la prima volta che succede che un commento sul blog sia firmato,di ispra,forse sarebbe piacevole ritrovarsi insieme a discutere di queste problematiche,ricordo che ad ispra esiste un circolo Legambiente,per informazioni cercare su LA varese
Scritto da angelo motta ispra il 25/5/2010 alle 11:47
Difficile non essere d'accordo. Però sarebbe bello anche conoscere le fonti dei dati.
Scritto da Alessio il 25/5/2010 alle 13:12
istituzioni, imprese e cittadini. Lei trascura il sindacato che una volta sarebbe stato sicuramente della partita. Spero che al più presto si muova.
Scritto da Giovanni il 25/5/2010 alle 18:04
Per quanto riguarda Ispra sono disponibilissimo ad un incontro sulle tematiche di cui stiamo discutendo, anche con l'organizzazione e il coinvolgimento di Legambiente. Per quanto riguarda i dati forniti, compresi quelli del blog che apparirà domani, sono presi da due testi informati: "La corsa della green economy" di Cianciullo e Silvestrini ed. Ambiente e "Energia felice" di Tronconi e Agostinelli, ed. Socialmente
Scritto da Mario Agostinelli il 25/5/2010 alle 22:19
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