Un grafico al giorno leva lo spread di torno
Mario Agostinelli   agostinelli.mario@gmail.com
inserito il 13/6/2010 alle 07:53

Ogni 4 anni chiunque ha calciato un pallone per strada o calcato un campo erboso ha la stessa reazione di fronte alla nazionale: quella che va in campo non è certo il meglio che c’è. Basta che il C.T. (chiunque esso sia) abbozzi una formazione e noi storciamo la bocca: perché lasciar fuori il terzino destro della nostra squadra del cuore o non far giocare da regista il migliore sulla piazza, odiato regolarmente dal mister di turno? Essere virtualmente, ma personalmente, il C.T. della nazionale è il vero godimento di ogni avvio dei mondiali: così sottile da sopportare anche che l’Italia non entri in finale perché Lippi non ci ha dato ascolto. Già…Lippi. Insopportabile a me, perché ha quell’aria di fregarsene sempre dei miei consigli e di sbattersene anche del Piero o del Gianni, mezzeali fortissime dell’Uggiatese quando io ero un mediano di spinta mica da ridere ( quarantacinque anni fa per la verità) e che guardano ancora le partite da me. Già, perché noi tecnici raffinati, mica andiamo al bar con gli ultraschermi; ci teniamo il vecchio televisore analogico che quando c’è un rigore si emoziona e lo schermo fa la neve. Così bofonchiamo ad ogni sostituzione, come se stessimo chiamando le carte a scopa. Tutti ricordano Italia Germania 4 a 3, ma quella partita l’ho vinta io, quando hanno fatto entrare Rivera e tolto l’odiato Mazzola e la caserma della Cecchignola, dove allora facevo il militare, è esplosa abbracciandomi perché chiedevo la sostituzione di Sandrino con Gianni dall’inizio del secondo tempo. Cari Lippi e Cannavaro, che vi lamentate se di parla di guadagni e tasse   dei calciatori, senza di noi da casa che mondiale sarebbe? E questa volta noi in Africa ci andiamo via TV per vedere cambiare il mondo e constatare che, da casa loro, sotto lo sguardo sereno e intenso di Nelson Mandela , milioni di ex-pedatori neri, brocchi o vecchie glorie, potranno bofonchiare e fare sberleffi all’allenatore, avendo finalmente maturato il diritto di “entrare in campo”  e di diventare per un mese C.T. della loro nazionale. Ma poi, diciamoci la verità: questo Lippi che si dà tante arie e che la mette giù dura da morire, del “nostro” calcio e di quello che si gioca a piedi nudi anche fuori dagli stadi monumentali, ci capisce qualcosa?

Commenti dei lettori: 6 commenti -
In effetti a molti piace tenersi la libertà di criticare, soprattutto nel calcio che è lo sport più popolare e dove sbagliare da casa non costa niente. E' una libertà che sembra innocua, ma che bisogna saper coltivare, con l'anticonformismo che in dovute dosi è il sale della convivenza. Oggi mi sento molto saggio e un pò nel pallone
Scritto da Piero il 13/6/2010 alle 09:33
E' sottile il riferimento alla nostra presunzione di essere noi i giocatori e gli allenatori in un momento così popolare e accessibile e importante nello stesso momento. Tutti siamo esperti di calcio come non lo siamo di economia o di musica sinfonica o di matematica. Quindi chi meglio di noi può decidere le sorti di un evento mondiale così padroneggiato? E che Lippi e Bagni vadano in malora...
Scritto da manlio il 13/6/2010 alle 10:29
Oggi il Varese che sale di categoria, domani l'Italia che batte il Paraguay e mentre il calcio ci addormenta, la legge bavaglio ci impedisce di svegliarci. Bella storia, Berlusconi e grande fratello!
Scritto da Adinolfo il 13/6/2010 alle 10:33
se ci accontentiamo di vedere l'Italia tutto bene,ma chi eventualmente vuole vedere calcio vero,magari la Spagna,non ci sono alternative si deve pagare,è finita l'epoca dello sport per tutti alla tv. E' pur vero che anche la manifestazione di ieri della CGIL se l'ho vista devo ringraziare Sky ! comunque,forza italia (o non si puo dire?)
Scritto da angelo m il 13/6/2010 alle 13:53
Il calcio è affare da multinazionali ma anche sport dei più umili. un pò come la musica rock: grandi affari, ma anche possibilità di parlare al mondo di sè e delle ingiustizie contro cui combattere. A me piace Maradona vestito come la prima comunione, perchè sembra sempre un ragazzo che vuole meravigliare e non un boss che vuole solo guadagnare.
Scritto da Donato da Canegrate il 13/6/2010 alle 15:06
@Donato da Canegrate. Forma e contenuto. Erano i due aspetti sui quali verteva il giudizio e quindi il voto scolastico dell'inflessibile prof. di italiano sui nostri temi. Un "mix" positivo, o negativo, portava un voto adeguato... Oggi diremmo: apparenza o sostanza... Oppure, l'abito non fa il monaco, per significarti, secondo noi, che c'è sempre l'eterno dualismo: grande e semplice passione, pura e nuda, oppure anche e sempre, dietro l'angolo, "affari da multinazionali", come ben dici? Ciao!
Scritto da Rosella e Carlo il 14/6/2010 alle 10:55
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